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Opinioni

MAFIA E MAFIE NEL VARESOTTO

ARTURO BORTOLUZZI - 04/07/2014

Dopo aver letto del contenuto del rapporto trimestrale sulle “Mafie al Nord” redatto per conto della Commissione antimafia presieduta da Nando Dalla Chiesa, direttore dell’Osservatorio sulla criminalità organizzato presso l’Università degli studi di Milano, ho scritto al Sindaco del Comune di Varese e per conoscenza al Presidente della Regione Lombardia e ai responsabili di tutte le associazioni di categoria presenti a Varese. Ho chiesto interventi di vigilanza sulle pratiche economiche e di divulgazione delle tecniche e consuetudini di malaffare.

Il rapporto parla di Varese quale terra ad alto rischio, comunque meglio delle metropoli di Milano e Torino, di Monza e Imperia. L’invito che viene fatto è di porre attenzione sul nostro territorio.

La mia persona, come di certo tutti i cittadini di Varese, non può non rimanere incredula di fronte al dilagare delle pratiche mafiose sul nostro territorio. Ho assistito a plurimi interventi della magistratura per il sequestro di beni immobili della mafia e anche a indagini riguardo certi “interessi” per la sanità locale. Ritengo che tutta la società civile varesina debba agire, soprattutto in questo momento di recessione, non tanto per affrancarsi rispetto a un fenomeno “lontano” (avevo a suo tempo fatto parte del comitato organizzatore in cui c’erano altri tra cui il prevosto di Varese, che aveva organizzato per la morte di Paolo Borsellino, una marcia di varesini dal Comune al monumento ai Caduti per la resistenza) ma per combattere un fenomeno ormai sempre di più nostrano. Fenomeno rappresentato dal crimine e che sguazza anche con l’illegalità.

Al Sindaco di Varese ho domandato di chiedere alla Commissione antimafia di Milano di poter operare anche nel nostro territorio ovvero di poter instaurare una Commissione antimafia anche nel nostro Comune: tali commissioni dovrebbero essere costituite in ogni capoluogo di provincia lombardo e dovrebbero rapportarsi alle altre e soprattutto con la sede centrale o nazionale.

Sono stato, nel mio piccolo, forse troppo distratto, ma – se non lo avesse già fatto – ho chiesto anche al Sindaco di effettuare una riunione operativa con i vertici dell’ospedale di Varese, rappresentando la volontà dei concittadini di ribellarsi di fronte a pratiche scorrette e che in ogni caso si vuole dare vita a una Commissione antimafia. Diventa fondamentale che in Regione Lombardia si esca dalla pratica attuale che vede assegnare gli appalti solo al massimo ribasso. Regola, che è sempre di più il cavallo di Troia attraverso cui la criminalità organizzata spesso riesce a penetrare nei territori del Nord. Il presidente Maroni sta dimostrando con Expo di essere attento alla questione tangenti e potrebbe essere sensibile a questo problema.

A conclusione di questa breve nota, ecco infine uno stralcio della parte finale della tesi di laurea della dottoressa Francesca Marantelli dal titolo “Le organizzazioni mafiose in Provincia di Varese” discussa alla la facoltà di scienze politiche dell’Università di Milano anno accademico 2010-2011.

La mafia a Varese esiste quindi, e sarebbe bene ricordarlo più spesso. L’elenco delle numerose importanti indagini, l’evoluzione delle strutture organizzative dei clan e le loro relazioni con l’economia legale ne sono una conferma.

Essendo la ricerca di potere e di ricchezza il principale obiettivo della mafia, l’enorme quantità di imprese operanti sul territorio e l’alto reddito della popolazione sarebbero già di per sé delle importanti fonti di attrattiva. Ad esse vanno aggiunte però la contiguità con il territorio elvetico e la presenza dell’importante scalo aeroportuale di Malpensa, senza contare che la città di Milano, ossia il centro della finanza e dell’economia italiana, è a pochi passi di distanza La realtà territoriale della provincia è composta sia da grandi città e comuni con un contesto urbano come quello di Gallarate o di Busto Arsizio, ma anche da più piccole e tranquille realtà come quella di Galliate Lombardo, di Buguggiate e di Malnate nelle quali Zagari sceglie di muoversi poiché consapevole di trovare pochi ostacoli, e facendo di essi delle basi strategiche per la nuova terra di conquista. Tuttavia, il reddito e la posizione geografica potrebbero bastare a spiegare solo perché la mafia sia arrivata e non come e perché si sia propagata (Zagari, Cutolo, Allia, cosa nostra, la “stidda” le ramificazioni della ‘ndrangheta, contrabbando, sequestri, delitti, vendette, rapine, traffici di stupefacenti, estorsioni capillari, riciclaggio illecito dei rifiuti e riciclo di denaro sporco). Tutte le mafie sono passate da qui, ed ecco come un problema del Sud è diventato un problema del Nord. Don Aniello Manganiello, parroco a Scampia dal ‘94, ha partecipato ad un convegno organizzato da Confesercenti all’Università dell’Insubria di Varese lo scorso ottobre, ricordando che i risultati del Nord nella lotta alla criminalità organizzata dipendono anche da quelli del Sud, dove il terreno è fertile poiché al contrario si punta sulla bassa qualità della vita della gente. Alla stessa conferenza ha preso parola anche Maurizio Grigo, procuratore della Repubblica di Varese, membro della commissione appalti dell’Expo, di recente nominato dal sindaco di Milano nella commissione dei cinque esperti sulla mafia e che vanta un lungo excursus giudiziario in materia, a cominciare dagli anni ’90 quando fu giudice per le indagini preliminari al processo Isola Felice: ‘Il nostro territorio è storicamente spaccato in due: nel basso Varesotto assistiamo alla presenza della realtà criminale siciliana, nell’alto varesotto, per tradizione, opera in modo silente e sotterraneo ma molto articolato ed efficace, la ‘ndrangheta. Essa ha la connotazione specifica di venire a patti con le altre forme criminali ed esce allo scoperto solo in caso di regolamenti di conti. Si occupa di spaccio di stupefacenti, usura ed estorsione (…), nel 2009 risultava che nel milanese il giro d’affari delle mafie era pari ad un decimo del PIL nazionale. E circa il 9% degli immobili sequestrati siedono in Lombardia’. La buona notizia è invece che ‘l’attività delle magistratura e delle forze dell’ordine nel nostro ambito territoriale è esemplare, c’è sinergia tra tutte le istituzioni: e i risultati sono confortanti. E questo è importante: bisogna riconquistare la fiducia nei cittadini perché chi viene avvicinato da soggetti mafiosi deve sapere che andando a parlare con chi di dovere, otterrà giustizia”.

 

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