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Attualità

NOTTI ROSA E GIORNI NERI

MANIGLIO BOTTI - 11/07/2014

Cappellini rosa, sciarpe rosa, collane rosa. Anche le luci dei lampioni delle strade girate in rosa. È la famosa “notte rosa” della riviera romagnola: da Milano Marittima fino a Pesaro con rappresentazioni teatrali, concerti, incontri culturali e soprattutto una voglia di stare insieme e di divertimento. Hanno contato fino a un milione di persone coinvolte nel primo weekend di luglio sulla riviera adriatica. Giovani per lo più. Alberghi pieni. Tutto venduto. E tanti artisti – attori e cantanti – impegnati: Francesco Renga a Riccione, Andrea Mingardi a Misano, Elisa a Rimini, i Negramaro a Cattolica… Una festa per tutti e di tutti, insomma. Ormai siamo alla nona edizione: dicono che le “notti rosa” siano una ripresa delle “notti bianche” e delle grandi estati romane che – negli anni Ottanta – aveva inventato l’assessore “minimalista” Nicolini. Se è vero, il successo che si ripercuote negli anni della più grande crisi del secolo (almeno per noi), nel primo decennio degli anni Duemila, è – dovrebbe essere – tutto grasso che cola.

C’è un collegamento tra la “notte rosa” e la tirata d’orecchie fatta dai dirigenti della Bundesbank a Matteo Renzi? Chi lo sa. Il nostro premier, che rappresenta lo Stato, e non le sue banche, ha fatto bene a replicare subito alle critiche di poca avvedutezza economica in generale, gioiose notti d’estate a parte.

Un amico ricordava la seguente storiella (parabola è parola grossa). Mentre voi, in casa vostra, tirate la cinghia, rinunciate al cinema e alla pizza con la famiglia, il vostro vicino di casa palesemente gozzoviglia: barbecue nel giardino tutti i sabati e le domeniche, feste, brindisi e canti fino alle ore piccole. Poi una mattina il vostro vicino, sorridendo, si presenta sulla porta di casa e vi chiede un prestito, magari per un altro barbecue settimanale. Voi che fate? Lo mandate a quel paese o glielo concedete, il prestito, con allegria?

Assomiglia un po’ – sostiene l’amico – al comportamento dei “padroni” tedeschi nei nostri confronti, che ci mandano a quel paese. Ma – guarda guarda – tutto ciò ha qualcosa a che vedere anche con quanto accadeva, non molti anni fa, in Italia, almeno secondo le polemiche che taluni – in rappresentanza della gallina nordista dalle uova d’oro – facevano nei riguardi dei soliti sudisti, che tanto pretendevano e poco facevano. Anzi vivevano spensieratamente.

Il discorso sarebbe molto lungo, ma a ben vedere qualche affinità c’è. Non è un problema, è uno stato di fatto: i tedeschi piangono e soffrono (così pare), poi vengono da noi a godersela un po’. E anche gli svedesi, i francesi, russi… Si appropriano delle nostre “notti Rosa”. Noi li accogliamo (e li facciamo pagare). Perché noi questo abbiamo per fuggire dai “giorni neri”: la storia, la cultura e, sì, anche il divertimento. Che talvolta dà lavoro. Ognuno, insomma, per risorgere o anche soltanto per andare avanti fa quello che può.

 

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