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Cultura

PIO XI E LE DITTATURE

SERGIO REDAELLI - 19/02/2015

Pio XI ed Eugenio Pacelli all’inaugurazione della Radio Vaticana

Pio XI ed Eugenio Pacelli all’inaugurazione della Radio Vaticana

È in vendita nella libreria specializzata di Villa Cagnola a Gazzada un volumetto dedicato a Pio XI, al secolo Achille Ratti di Desio (1857-1939), il pontefice dei Patti Lateranensi che provò a dialogare con Mussolini (gli fu attribuita la frase “un uomo come quello che la Provvidenza ci ha fatto incontrare”). Il libro, edito dalla Fondazione Ambrosiana Paolo VI, s’intitola “Il leone di Desio, un papa di fronte ai totalitarismi” ed è il frutto dell’insolita collaborazione tra il vaticanista Andrea Tornielli e l’attore Maurizio Donadoni. Si tratta, infatti, di un testo teatrale preceduto dall’introduzione del vicario per la cultura dell’arcidiocesi di Milano Franco Giulio Brambilla e seguito da una scheda su papa Ratti di Umberto Dell’Orto.

La piéce coglie Pio XI ammalato e sofferente nell’ultima notte della sua vita, le prime ore dell’alba del 10 febbraio 1939. Il giorno dopo ricorre il decimo anniversario del Concordato con lo Stato italiano: due anni prima, nel 1937, il papa ha pronunciato le encicliche contro il nazismo, il comunismo e la rivoluzione messicana, precedute nel 1931 dall’enciclica contro le pretese dello Stato fascista. All’orizzonte si profila il secondo conflitto mondiale e il pontefice ha preparato un discorso che vorrebbe pronunciare in pubblico, ma sta molto male. Ha pregato il medico di “rimetterlo in piedi” ma non è possibile, il papa non sopravvivrà e il discorso sarà “secretato”.

Quando un papa muore tutto ciò che è sulla sua scrivania viene consegnato all’Archivio Segreto Vaticano; ed è sul discorso mai pronunciato che i due autori costruiscono l’azione drammatica passando in rassegna l’operato di papa Ratti in una sorta di bilancio finale. Pio XI ebbe un cammino irto di difficoltà. Eletto al soglio pontificio il 6 febbraio 1922, resse le sorti della Chiesa sul baratro di cinque dittature – Hitler, Mussolini, Stalin, Franco e Salazar – della caccia agli ebrei, delle leggi razziali. Fece del suo meglio da uomo di studi qual’era, laureato in teologia, in diritto canonico e filosofia, a lungo docente al Seminario di Milano, poi dottore e prefetto della Biblioteca Ambrosiana, riordinatore dell’archivio diocesano milanese e prefetto della Biblioteca Vaticana.

Da giovane, era stato un brillante uomo di sport. Al suo nome e a quello di don Luigi Grasselli è legata la via orientale d’accesso alla cima del Monte Rosa – la “Ratti Grasselli” appunto – aperta dai due sacerdoti alla fine di luglio del 1889, quando il futuro papa aveva trentadue anni. Scalò anche il Cervino e il Monte Bianco guadagnandosi l’affettuoso appellativo di “prete alpinista”. Nunzio apostolico in Polonia e Lituania, da papa si applicò con particolare energia a promuovere l’Azione Cattolica e i seminari, voluti dal Concilio di Trento nel 1563 per formare i nuovi preti. Fu un papa dai grandi numeri: indisse ben tre anni santi nel 1925, 1929 e 1933, pronunciò quarantadue beatificazioni e sedici canonizzazioni.

Protesse la cultura e le attività missionarie in lontani Paesi e appoggiò le ricerche scientifiche di Guglielmo Marconi inaugurando la Radio Vaticana il 12 febbraio 1931; ma la storia lo ricorda soprattutto per il Concordato stipulato con l’Italia di Mussolini, per i Patti Lateranensi con i quali si chiuse la “questione romana” e si diede riconoscimento internazionale alla Santa Sede con la creazione del piccolo Stato del Vaticano, il più piccolo di tutti gli Stati. Le encicliche della Pasqua 1937 contro i totalitarismi, le prese di posizione contro le ingerenze del fascismo nei compiti educativi della famiglia, hanno a lungo alimentato le riflessioni degli storici.

L’ex arcivescovo di Milano tentò di fronteggiare le ideologie con la diplomazia (firmò 10 concordati, 21 patti diplomatici e 8 convenzioni). Provò a difendere i circoli cattolici devastati dagli squadristi e i diritti della Chiesa ovunque fossero in pericolo siglando patti con ogni regime; ricorse al concordato come mezzo difensivo anche con Hitler. Resta da dire che “Il leone di Desio” fa parte della serie di tre libricini dedicati a Ratti, Roncalli e Montini (Dalle terre lombarde alla cattedra di Pietro: Pio XI, Giovanni XXIII e Paolo VI), editi dal Centro Ambrosiano con il contributo della Regione Lombardia. Tre pontefici nati nella medesima regione e nello stesso secolo, è un fatto unico nella storia della Chiesa e un primato lombardo.

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