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Attualità

IL BATTITORE DI COLPI

MANIGLIO BOTTI - 27/02/2015

dall'aglio“Ehi, sei forte! Cacchio, pesti come un grande… basta, non proviamo più, i pezzi li sapete, vedremo questa sera. Vado a mangiare con mio fratello e Milena, ci vediamo dopo, ciao…”. Quello che pestava come un grande, sulla batteria, era Gianni Dall’Aglio. Era il 5 settembre del 1959, al dancing La Guantara di Salsomaggiore. Da lì a qualche giorno Gianni avrebbe compiuto quattordici anni. Quella sera stessa, Adriano Celentano, il cantante protagonista della serata, lo giudicò abile e arruolato.

Per un sacco di anni, Gianni dall’Aglio è stato il batterista di Celentano. Di più, è stato un amico di famiglia, una sorta di mascotte. Ne ha ritmato i più famosi successi degli inizi e di tutti gli anni Sessanta: da Stai lontana da me e Sei rimasta sola, a il Ragazzo della via Gluck; e poi è stato il batterista dei Ribelli – sua la canzone Pugni chiusi, che nel 1967 portò al successo il grande Demetrio Stratos –, di Lucio Battisti, accompagnato in sala di incisione nell’esecuzione di molti famosissimi brani, di Patty Pravo, di Concato, di Loredana Berté, di Lauzi… Per poi ritrovare Celentano nelle sue straordinarie performance televisive, in tv e in teatro: Francamente me ne infischio, Rockpolitik, il concerto del 2012 all’Arena di Verona, per dire solo degli eventi e della collaborazioni principali.

Insomma, anche Dall’Aglio è stato un protagonista, e che protagonista, degli anni mitici e ruggenti della canzonetta italiana nell’arco di più di mezzo secolo. Tutto questo – e altro ancora – è raccontato dallo stesso Dall’Aglio in un libro autobiografico dal titolo un po’ esoterico “Batti un colpo”, e pubblicato da Gabrielli editore.

È quel che si dice un “libro-confessione”, perché Dall’Aglio si racconta a fondo, salta da un anno all’altro, nulla o pochissimo tralascia della storia della propria vita: gli amori, quelli fugaci e quelli più duraturi, la famiglia, le gioie, le preoccupazioni, le delusioni, i sacrifici… Racconta anche di una vicenda personale, il dono di un rene all’adorata moglie Orietta, malata, e delle vicissitudini del trapianto.

Gianni Dall’Aglio trasforma questa storia intima e personale come messaggio di amicizia e di coinvolgimento per chi legge, così come per tutta la vita ha suonato su un palcoscenico, trasmettendo agli altri nuove e diverse emozioni. È un libro commovente, come se ne leggono pochi, in un certo senso un libro naïf, che però non dovrebbe mancare negli scaffali della nostra biblioteca per leggerne ogni tanto qualche pagina, specie da parte di chi, anche per un fatto generazionale, ha vissuto quegli anni straordinari della musica leggera italiana. Gianni era sul palcoscenico, gli altri in platea o davanti a un juke-box o a un giradischi, ma tutti accomunati da storie di vita vera, e da buoni sentimenti.

Certo, quella di Gianni è la storia di un batterista, che comincia in giovanissima età con studi un po’ abborracciati, spesso in tournée nelle sale e nei teatri grandi e piccoli d’Italia, e anche su palcoscenici internazionali, come all’Olympia di Parigi. Ci sono le scoperte di un giovane, la vita, gli amori: bellissimo uno dei primissimi incontri, il più importante, che nonostante sia svelato mantiene una romantica aura di segretezza: “Se tu hai un ricordo, tienilo segreto, anch’io ho un caro ricordo e quel ricordo è un ragazzo di nome Giannino…”. Così, qualche mese più tardi, la giovane, ormai fidanzata con un altro, gli dice lasciandogli una foto con dedica.

E poi la morte della mamma Iris, la nascita della figlia, sua e di Orietta, cui dà lo stesso nome… I concerti, le tante incisioni. Tutto scorre.

È solo il racconto di un batterista, ma forse un insegnamento per ognuno di noi. Ci sono un paio di versi in una canzone che Dall’Aglio accompagnò con la sua batteria e che Lucio Battisti presentò nell’album “La batteria, il contrabbasso, ecc.”, versi della canzone La Compagnia, di Donida-Mogol, scritta quarantasei anni fa per Marisa Sannia, e poi cantata anche da Mina, da Vasco Rossi, oltre che da Battisti: Felicità ti ho perso ieri e oggi ti ritrovo già, tristezza va’, una canzone il tuo posto prenderà…. Parole di speranza. E anche la storia di una vita.

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