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Apologie Paradossali

IL KAOS, QUESTO BENVENUTO

COSTANTE PORTATADINO - 26/06/2015

controllo(O) Abbiamo avuto la prova della validità della teoria del Kaos! Sebastiano ed io guardiamo il nostro amico Onirio un po’ perplessi.

(C) Se intendi dire che il mondo politico ed economico continua complicarsi, non scopri niente di nuovo.

(O) No, no. Parlavo proprio della teoria scientifica, quella che dice che il battito delle ali di una farfalla a Pechino, provoca un uragano a New York.

(S) Ma va’! È un modo di dire, un’esagerazione retorica, Costante ti direbbe che non è nemmeno un paradosso.

(O) Sei tu che non capisci! Vuol dire che una situazione di equilibrio precario può essere rotta da una piccola causa, accidentale o volontaria, ma con ripercussioni a catena sempre crescenti; un effetto domino, ma con pedine sempre più grandi, finché l’esito è catastrofico.

(C) Direi che hai fatto un esempio deterministico, non caotico, tutt’altro, ma lasciamo perdere. Quale sarebbe piuttosto questa famosa prova?

(O) Il machete, il colpo di machete al capotreno. Un gesto grave, ma sciocco, da ubriaco, una bravata, mica un’insurrezione, una cosa immotivata, senza ragione. Il sasso del Balilla ha fatto una rivoluzione, ma era motivato, poté esprimere le ragioni e la volontà di tutto un popolo più di un libro di un politologo o dell’ode di un poeta. Qui no. Un gesto senza senso, senza progettualità ha prodotto, te li dico in ordine sparso: uno, la sconfitta del PD ai ballottaggi, due, la chiusura della frontiera di Ventimiglia dalla Francia, tre, il muro tra l’Ungheria e la Serbia, quattro, l’acuirsi dell’incomprensione tra UE e Grecia (temo la rottura definitiva, ma se capita non chiamatemi menagramo), cinque, la sconfitta della nazionale con il Portogallo, sei, il fallimento della legge ‘buona scuola’, quindi la mancata assunzione di centocinquantamila precari, sette, gli insegnanti incazzati bocciano alla maturità un sacco di studenti in più. Questo, veramente, non è ancora successo, ma sarà la prossima prova della teoria del kaos.”

(S) Sei sicuro di sentirti bene? Ammesso e non concesso tutto questo, quale ne è il senso, quale conseguenza dobbiamo ricavarne? Espulsione degli immigrati? Esercito dappertutto? Tornelli alle stazioni? Miliardi alla Grecia, ma di Euro o di calcinculo? Vedi che non c’è rapporto di causa e di effetto!

(O) È proprio questo il bello, il diamante del mio ragionamento. Il comprovato fallimento del determinismo, nel passare dal livello degli oggetti a quello degli umani si rivela come la condizione possibile della libertà umana, l’unica libertà. Nel mondo degli oggetti l’essere coincide con il dover essere; nel mondo umano no, l’essere è sempre ‘essere possibile’, un ‘essere indeterminato’. Per il male, ma anche per il bene. Vedete, amici, se il gesto sciocco di un ubriaco può provocare tanto male, non si può escludere che, al contrario, un gesto altrettanto piccolo provochi un bene immenso. Non è forse l’esempio che ha fatto Costante, la volta scorsa, quando ci ha ricordato che Vienna e forse tutta l’Europa è stata salvata dai Turchi dalla predicazione di un fraticello cappuccino?

(C) Ora capisco che dal tuo discorso, un po’ contorto, ammettilo, possiamo ricavare un’esperienza preziosa: la Provvidenza può agire nella storia, e di fatto agisce, grazie all’indeterminata libertà umana e non, come talvolta scioccamente ci figuriamo, predeterminando il migliore dei mondi possibili, che a noi non appare mai tale. Quindi, per tornare al fatto che ha dato origine alla nostra riflessione, i biglietti vanno controllati sempre, in modo normale, sicuro ma normale, perché solo così si educa alla libertà. Viaggiando spesso in treno, mi sono sempre sentito a disagio, specialmente sui treni affollati di studenti medi al momento del ritorno, abbandonati a comportamenti istintivi, nemmeno volutamente ribelli, ecco: caotici. E mi dispiaceva che quasi mai passasse il controllore, non per assistere ad un atto repressivo, deterministico diresti tu, ma perché il rispetto di una regola, richiamato da una persona responsabile del suo lavoro, provocasse quei ragazzi all’esercizio di una libertà personale. È così paradossale vedere un educatore nel controllore dei biglietti di un treno?

(S) Per una volta sono d’accordo anch’io. Anzi, vi racconto una scenetta vera. Capito su un omnibus del primo pomeriggio, salgono tra gli altri alcuni ragazzi che, distrattamente o volutamente, si accomodano in prima classe, col biglietto di seconda o del tutto senza, sotto gli occhi del capotreno. Inevitabile il controllo, la richiesta di pagare l’integrazione tariffaria, la sorpresa lamentosa dei ragazzi. Ancora più sorprendente che altri ragazzi delle file successive se ne stanno lì, come se la cosa non li riguardi, fino al momento di essere a loro volta coinvolti. E alle stazioni successive salgono altri ragazzi e la scena si ripete: si accomodano tranquilli, assistono alle multe comminate ai vicini, tranquilli fino al momento essere a loro volta ‘beccati’. Bene, dopo almeno venti minuti di questo teatrino, l’ultima persona ad essere controllata è una distinta signora, sicuramente più matura di una studentessa, che per tutto il tempo aveva studiato attentamente il suo libro. Prima sorpresa. Anche lei col biglietto non valido, scuse e lamentele assortite. Seconda sorpresa: al momento di scendere, chiudendo il libro, ne rivela il titolo: ‘Manuale di diritto pubblico’.

(O) Si può solo migliorare! Il kaos non è una condanna, ma un’opportunità!

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