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Garibalderie

SE LA GALLINA FA L’UOMO

ROBERTO GERVASINI - 09/10/2015

 

La serata organizzata da padre Gianni Terruzzi, RMF e per #Varese2.0 da Valerio Crugnola, presso il Convento dei Cappuccini a Bizzozero (interventi applauditissimi di padre Alex Zanotelli, don Peppino Maffi, Guido Viale e Mario Agostinelli) è stato un grandissimo successo e ci ha rallegrato. L’afflusso di persone ha stupito relatori e non. Mai vista tanta gente da tempo. È questo un bel segnale.

“Laudato si'” ha suscitato perfino nel mondo degli agnostici e degli atei un grande interesse, a volte entusiasmo, al punto che par di capire che piaccia più a loro, a noi, che ad un certo mondo cattolico non propriamente attento alle tragedie globali prossime. Padre Alex Zanotelli, in collegamento da Napoli, è stato convincente e commovente allo stesso tempo: quando poi ha affermato che bisogna spegnere la TV è scoppiato un applauso, segnale che l’antivirus sta prendendo piede. Bene, bene.

Troveremo tracce sulla stampa locale? Che spazi sono stati concessi, quale dibattito intorno ad un’Enciclica di straordinaria forza che ha scosso menti eccelse anche nel mondo dei non credenti? La chiesa, con papa Francesco, sta recuperando su temi scottanti quei 200 anni di ritardo che il compianto cardinale Martini valutava.

Si deve alzare la testa dal proprio piatto, informarsi, (è stato più volte ripetuto dai relatori) per capire, valutare, operare.

La stampa. Troviamo nel mondo dell’informazione in generale troppe notizie “sensazionali” che spesso risultano solamente fatti di routine oppure riguardano beghe di ballatoio, di genere partitico e siccome chi vousa pusée la vaca l’e’ sua, tutti urlano.

Ogni giorno qualcuno cade in moto, si schianta con l’auto, viene derubato, violentato; i treni sono soppressi ed in ritardo, e poi c’è chi è soddisfatto oppure protesta per i trattamenti sanitari. Quando non accade nulla di normale da urlare come notizia sensazionale, si devono coprire spazi con accadimenti di nessuna importanza. Ha avuto più spazio dell’Enciclica la notizia della chiusura di un pollaio nel recinto delle scuderie dell’ippodromo di Varese, per giorni. Questa è però una notizia vera: non chiudono un pollaio tutte le settimane. O no? Gli abitanti della zona si son mobilitati per i miasmi e forse per il canto dei galli prima dell’alba.

Non è dato sapere se sia stato chiamato l’esercito per portare a termine l’operazione con il ritorno all’ordine nei dintorni del pollaio.

Una gravissima questione, questa del pollaio, che tocca personalmente chi scrive. Infatti, informatomi presso l’ASL circa i regolamenti vigenti in tema di pollai privati, da qualche anno tengo regolarmente un piccolo pollaio tra orto e giardino. Per la cronaca il pollaio privato deve essere distante più di 10 metri da altra proprietà confinante e il numero degli animali pennuti non deve superare le 25 unità.

Tengo quindi due gallinelle “americane”, Susi e Franci, che oltre ad essere buone dimostrano una qualche forma di intelligenza ed il mattino mi corrono regolarmente incontro sempre golose delle granaglie che porto loro. Tuttavia non le ho mai baciate.
Mi gratificano con un uovo al giorno che più biologico non si può e la libertà, come sappiamo, rende felici. Mi paiono felici. Non saprei di quale tendenza sessuale siano, non avendo mai osato avvicinare loro un gallo e quando l’ho fatto lo stesso si è alzato in volo dopo dieci minuti, come un elicottero, nei pressi della siepe e, volato oltre la stessa, si è dileguato.

Un gallo intelligente ed intuitivo? Probabilmente, magari gay, od esasperato da precedenti traumatiche esperienze in pollai non di suo gradimento.
Qualche tempo dopo il volo del galletto la “Franci” si è trovata un bel posto riparato tra muro di cinta e siepe e si è messa a covare: voglia di maternità forse nata alla vista del galletto fuggito senza avere il tempo di “consumare”? Essendo chi scrive nato e cresciuto nelle più diverse cascine dei Gervasitt peguràtt del viale Aguggiari, ben ricordavo che mettendo uova “gallate” al posto di quelle in cova esistevano buone possibilità per la riuscita della schiusa. Antonio, ora agli arresti domiciliari nel suo pollaio chiuso con l’intervento dell’esercito, reparto fureria, presso le scuderie dell’Ippodromo, è persona cortese e ben attrezzata. Mi son recato da lui che non ha esitato a darmi 6 uova gallate. Trascorsi i canonici 21 giorni di cova son nati tre pulcini. Uno è degno figlio di suo padre, proprio un bel galletto bianco maculato di nero.
Antonio le uova me le ha regalate, come fa sempre con tutti.
Un tempo, quando tra via Galdino e Viale Aguggiari tutti avevamo un appezzamento più o meno piccolo ed un pollaio, i galli iniziavano a cantare anche alle quattro del mattino e disturbavano certamente meno dei due imbecilli che regolarmente intorno alle sei del mattino corrono con la moto dotata di “marmitta modello mitraglia” e che sicuramente non sono informati sui temi dell’Enciclica. Ecco, invece di multarli, cosa che per altro pare impossibile, dovrebbero costringerli a leggere “Laudato si'” e quindi redigere un bel riassuntino; ne troverebbero giovamento loro e pure noi, almeno ai timpani. Ahahahg

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