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Garibalderie

UNA STELE PER L’EROE

ROBERTO GERVASINI - 10/05/2024

Francesco Daverio al Gianicolo

Francesco Daverio al Gianicolo

Varese fu, è e rimane città garibaldina come nessun’altra città lombarda e sempre nuove ed a volte sorprendenti ed inattese iniziative lo dimostrano. Del resto Garibaldi fu coi suoi a Luino, Varese, Morazzone… E a Calcinate del Pesce, nel 1848, e tornò a Varese trionfalmente il 26 maggio del 1859. Ritornò di nuovo, in incognito, nelle nostre terre nel 1862, dall’amica, irriducibile mazziniana, Lucia Prinetti Adamoli per ritirare armi e fondi che la stessa aveva raccolto prima dei fatti di Aspromonte. Garibaldi fu ospite più volte degli Adamoli a Besozzo. Le due associazioni – A.M.I. Varese sezione Giovanni Bertolè Viale e Varese per l’Italia 26 maggio 1859 – da qualche lustro operano in città non dimenticando di celebrare ogni anno, tra le tante iniziative, anche a Roma sul colle del Gianicolo, i nostri giovani eroi caduti nella difesa della Repubblica Romana del 1849: Enrico Dandolo; Emilio Morosini, giovanissimi bersaglieri lombardi, cattolici e monarchici, agli ordini di Luciano Manara e Francesco Daverio mazziniano e garibaldino.

Proprio sul Gianicolo sono posizionate le 84 erme, busti su piedistallo, dei grandi che hanno combattuto contro le truppe francesi nel 1849. Tra queste spicca in prima fila quella di Francesco Daverio, ingegnere con laurea presso l’Università di Pavia, città già culla di centinaia di giovani studenti patrioti dopo le sommosse del 1831. Daverio aveva portato in salvo Garibaldi nell’agosto del 1848 con una fuga ritenuta impossibile dopo l’accerchiamento subito dai garibaldini a Morazzone da parte delle truppe austriache i primi giorni di agosto. Francesco Daverio era stato segnalato a Garibaldi come guida e combattente valoroso dallo stesso Giuseppe Mazzini. In fuga da Morazzone, scendendo da Buguggiate verso la punta di Capolago, Daverio portò Garibaldi a Calcinate del pesce con una barca, nella notte, per eludere il blocco delle truppe nemiche. A Calcinate, a casa dei Daverio, passarono la notte per poi proseguire per Casciago, Velate, Sant’Ambrogio, Induno, Cuasso al monte e Brusimpiano dove una barca attendeva per portarli sulla riva svizzera ticinese, eludendo tutti i blocchi delle truppe austriache. Garibaldi l’anno dopo a Roma, 1849, proclamata la Repubblica Romana con Mazzini, nominò Francesco Daverio suo Capo di stato maggiore. Daverio cadde in uno scontro all’arma bianca tra villa Corsini e Porta san Pancrazio. Cattolico praticante come del resto Dandolo e Morosini, fu sepolto in una chiesa centralissima di Roma, San Carlo ai Catinari e fu posta una lapide a ricordo, poi rimossa dalla Polizia pontificia. Come accadde per tutti i garibaldini, con la caduta della Repubblica Romana tutte le salme subirono l’estumulazione e vennero gettate in una fossa comune ricavata sotto il Gianicolo e ricoperte di terra in luogo non consacrato. Oltre 75 anni dopo, nel periodo fascista, prima dei Patti Lateranensi tra Stato e Chiesa cattolica, al Gianicolo venne costruito un sacrario e le ossa e i resti dei caduti vennero sistemate in qualche modo al punto che fecero loculi anche per chi era scampato alla fossa comune ed era stato sepolto altrove come ad esempio quella del varesino Enrico Dandolo, sepolto nella cappella di famiglia ad Adro, paese natale della madre, nata Bargnani.

Nulla ricorda questo eroe al suo paese natale, Calcinate del pesce. Quarant’anni circa dopo la sua morte venne intitolato a Francesco Daverio ciò che per tutti i varesini è “IL DAVERIO ” istituto per ragionieri e geometri di Viale XXV aprile a Varese. Una delle vie più lunghe della città che collega Casbeno a Bobbiate porta il nome di Francesco Daverio. Nasce oggi nell’animo di un gruppo di varesini di Calcinate del Pesce la volontà di onorare Francesco Daverio a qualche decina di metri dalla casa dove era nato e cresciuto, posando una lapide con bassorilievo che richiama lerma sul colle del Gianicolo. La lapide con bassorilievo sarà posizionata a ridosso dell’abside della Chiesa parrocchiale, lungo il marciapiede della rotonda della strada provinciale.

Progetti e permessi sono pronti.

Lascio IBAN della Fondazione Comunitaria del Varesotto che si è prestata per la raccolta, al fine di dare un aiuto anche modesto: IT87N 0323901 6006 7000 1966 911 con CAUSALE Stele Francesco Daverio e nome e cognome del donatore. Grazie

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