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Apologie Paradossali

INCITARE AL SABOTAGGIO

COSTANTE PORTATADINO - 23/10/2015

de luca(S ) Così, incitare al sabotaggio di un’opera pubblica, legittimamente deliberata dagli organi competenti, non è un reato, ma l’esercizio di un diritto costituzionalmente protetto, la libertà di espressione. Qualsiasi opinione venga espressa, anche la più falsa.

(O ) Stai parlando, credo, dell’assoluzione di Erri De Luca, accusato di istigazione a delinquere per aver sostenuto che “la TAV va sabotata”. Io sono contento, meglio un eccesso di libertà di espressione che il più piccolo ostacolo. O preferisci la Corea del Nord, l’Arabia o anche solo la Turchia?

(S ) Non scherzare, mi chiedo però se, legittimata l’opinione, non sia legittimato anche il fatto cui l’opinione si riferiva: sabotare un’opera pubblica. Mi chiedo anche se questa sentenza non abbia un motivo o almeno un riflesso politico, se non porti acqua al mulino di chi sostiene: ‘no a tutto’. Ed apra la strada a comportamenti devianti: ad esempio mi danno fastidio le multe per eccesso di velocità, quindi faccio saltare l’autovelox con l’esplosivo. E’ successo a Pantigliate, il giorno stesso.

(C ) Distinguiamo! Cominciamo da quest’ultimo aspetto: dal punto di vista del diritto non deve avere importanza, a chi giovi, politicamente, la sentenza. Comunque penso, invece, che De Luca sperasse nella sentenza di condanna: avrebbe fatto il martire e venduto più libri. Ma certamente la libertà di espressione non diventa libertà di reato. Anch’io sono contento che non sia condannabile l’espressione di un parere contrario ad un atto legittimo o addirittura al contenuto esplicito di una legge. Si può dissentire anche dalla Costituzione, finché si rimane al livello dell’opinione. Ma devo correggere l’affermazione di Sebastiano: l’opinione non è mai né vera né falsa, è un giudizio soggettivo, non è l’enunciazione di un fatto che può essere smentito dalla costatazione del fatto stesso. Il mondo della verità e quello dell’opinione non si incontrano mai.

(S ) Questo sì che mi scandalizza, altro che paradosso! Dando retta a te, non si potrà mai sapere chi ha ragione e chi ha torto.

(C ) Ecco il punto! Possiamo dire che sono veri i fatti, nella loro evidenza. Possiamo dire che sono ‘vere’, sia pure in senso diverso, le costruzioni formali, come la logica e la matematica, perché le abbiamo fatte noi, possiamo dire che un’affermazione è falsa, esibendo un fatto che la smentisca o una contraddizione logica nel ragionamento, possiamo dire che l’opinione non è né vera né falsa, ma il giusto e l’ingiusto sono giudizi che coinvolgono la grandissima complessità della vita; non sono riducibili sempre a evidenze, ma non sono neppure trascurabili. E’ qui che entra in gioco la certezza morale.

( O ) C’è una specie di livello intermedio? Qualcosa come l’aver fede?

(C ) Esattamente. La ragione si applica a tutte le cose umane, anche le più piccole. Talvolta arriva all’evidenza, più spesso deve decidere, anche in mancanza di una evidenza assoluta. Ma se non vuole compiere un salto nel buio, che sarebbe credulità o avventatezza, non fede, deve compiere tutte le verifiche razionali possibili, prima di esercitare la libertà di decidere. La libertà non è tirare a indovinare o reagire ad un’impressione o dar retta ad un sentimento, ma svolgere il percorso della possibilità che ti offre la ragione, raggiungere la certezza che ‘non può che essere così’ e poi decidere. Se non decidi, finisci come l’asino di Buridano, ti tieni sia la sete sia la fame, fino a morirne. Per tornare alla domanda iniziale, anche in tribunale il giudizio consegue al raggiungimento di una certezza morale, anche quando manca l’evidenza, ma se la certezza non è raggiunta, è inevitabile il proscioglimento dell’indagato.

(O ) Fammi concludere: il male del pensiero contemporaneo non lo dovremmo chiamare ‘crollo delle evidenze’, perché queste o ci sono o non ci sono, ma ‘rinuncia alla fatica del raggiungimento della certezza morale’?

(C ) Proprio così! Accontentarsi della soggettività dell’opinione, pur idolatrata da tanta cultura apparentemente libertaria, significa rinunciare ad un uso più completo e profondo della propria libertà.

 

(S ) = Sebastiano Conformi, (O ) = Onirio Desti, ( C ) = Costante

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