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Opinioni

SINDACO/2 DEMOCRAZIA, IL NON RITORNO

LUISA OPRANDI - 06/11/2015

primarieNel lungo cammino verso le prossime elezioni amministrative Varese ha già vinto in democrazia e coinvolgimento attivo dei cittadini. Le primarie per la scelta del candidato sindaco del centrosinistra stanno segnando infatti una tappa significativa nella cultura collettiva, dalla quale sarà impossibile tornare indietro. I cittadini chiamati nelle piazze e nei luoghi significativi della città, gli eventi che scandiranno il calendario da qui al 13 dicembre, gli incontri nei rioni, il parlarne attraverso i media e i social o nei bar e per strada sono una risorsa grande per tutti, non solo per i candidati, i loro rispettivi sostenitori, il partito che queste primarie le ha volute convintamente da anni e le ha fatte diventare storia comune.

Se da un lato significa infatti “scaldare i motori” con mesi di anticipo rispetto all’appuntamento elettorale, mettere in circolo idee e programmi, scelte future e proposte, dall’altro le primarie hanno il grande pregio di condurre i cittadini ad una scelta consapevole soprattutto nella fase successiva, quando i candidati di differenti schieramenti politici si affronteranno per la corsa finale alla carica di primo cittadino. Il PD, con un percorso interno di anni, ha segnato la strada e l’obiettivo è che questa modalità diventi normalità per tutti perché chiamare a raccolta i cittadini per scegliere il proprio candidato sindaco significa avere la ferma volontà di superare i vetusti e anacronistici schemi di imposizione dall’alto, finanche in sede milanese o romana, o di candidature designate nel novero ristretto delle segreterie di partito. Siamo di fronte a un passaggio culturale che sta avvenendo per la prima volta nella storia della nostra città e chi, come la sottoscritta, vi ha sempre creduto convintamente non può che esserne felice.

Il mondo stesso dell’informazione, intuendone la portata epocale, guarda attentamente a questo evento anche in ragione della significativa svolta democratica che la città intera sta vivendo. Svolta che è segnata anzitutto dai Democratici, che mettono in campo, nelle forme previste dal proprio regolamento, più figure al proprio interno, allo scopo di ampliare l’alveo della partecipazione. E svolta segnata dalla volontà di allargamento della coalizione alle forze civiche ed ai partiti che si riconoscono nei riferimenti valoriali del centrosinistra e nella volontà di alternativa all’attuale governo locale. La cultura delle primarie presuppone del resto alcune convinzioni di fondo e il percorso non privo di reticenze che lo stesso PD ha compiuto in anni per arrivare all’evento di queste amministrative ne è la riprova. Vivere le primarie significa anzitutto condividere alcuni basilari e imprescindibili valori di riferimento dei quali il candidato sindaco che le vincerà sarà portavoce nel governo cittadino del prossimo quinquennio.

Scegliere di partecipare e sostenere la cultura delle primarie significa spostare l’accento competitivo alla fase successiva, quella in cui si affronteranno forze politiche differenti, vivendo questo percorso di avvicinamento alle elezioni con lo spirito e la volontà di essere dentro una festa della democrazia e trovando tutte le risorse per coinvolgere e mai dividere. Condividere lo spirito delle primarie significa sentirsi alleati nel promuovere partecipazione e passione per la bella politica e l’amore per la cosa pubblica. Ciò che Varese sta vivendo da qui al prossimo mese di dicembre è infatti la risposta ferma e convinta a tutte le forme di antipolitica e di annebbiamento della volontà di “esserci” come protagonisti e costruttori della storia collettiva. Se queste sono e sapranno essere le primarie, Varese è già da ora una città migliore.

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