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Apologie Paradossali

I BUONI PROPOSITI

COSTANTE PORTATADINO - 08/01/2016

Le opere di misericordia nel Museo Diocesano di Napoli

Le opere di misericordia nel Museo Diocesano di Napoli

I buoni propositi per l’anno nuovo.

  • Palestra e preghiera. Curare il corpo e l’anima. Li faccio sempre e li mantengo raramente, ma da quest’anno, anzi da domani…
  • Questo per te stesso. Qualche buona intenzione per gli altri, per il bene comune? Papa Francesco ci ha ricordato che la misericordia si articola in almeno sette opere spirituali e altrettante corporali. Non c’è che da scegliere. Anzi no, non bisogna trascurarne nessuna, ma io devo impegnarmi davvero per ottemperare alla più difficile: “sopportare pazientemente le persone moleste”.
  • Questa non me la ricordavo. Pensandoci bene, trovo che sia difficilissima, almeno per me, che mi irrito molto per un rumore, un colpo di clacson inutile, per una domanda sciocca o impertinente, per tante piccolezze, per non parlare di cose più serie.
  • Le cose più serie rientrano in un’altra opera di misericordia: “perdonare le offese”; questa è difficilissima anche per me, ma abbiamo un grande esempio in Nostro Signore sulla croce.
  • Già, ma con le persone moleste si arrabbiava anche Lui: con i discepoli quando non capivano, con gli scribi quando cercavano di tendergli tranelli, con i farisei, con i mercanti del tempio. Ma cercava anche di correggerli.
  • Grande impresa, ma badate, amici, i primi da correggere siamo noi stessi. Se facciamo un elenco di piccole molestie quotidiane, di cui riteniamo di essere vittime da parte di tanti sconosciuti, forse scopriamo di esserne anche e sovente gli autori. Comincia tu.
  • Questa però la subisco soltanto: le telefonate di marketing all’ora di pranzo o cena: inutili, perché non ci casco e i molestatori si prendono solo male parole.
  • Ma allora il molesto sei tu! Loro fanno solo un mestiere ingrato e mal remunerato e si prendono i tuoi insulti.
  • Non insulto loro personalmente, ma chi li usa in modo indebito. Prometto però che d’ora in poi, invece di qualche espressione risentita o parolaccia, risponderò solo: “Perché mi disturbate, nonostante mi sia iscritto al registro delle opposizioni? Per gentilezza cancellatemi dai vostri elenchi”.
  • Non ti dare questo pensiero, dopo le prime tre parole, capiscono e riattaccano e non ti cancellano. Che dire della posta elettronica? Metà dei messaggi finisce direttamente in posta indesiderata, ma li devo comunque controllare. Non ci penso nemmeno a scrivere: “cancellatemi”, darei loro la certezza dell’indirizzo. Pure gli auguri natalizi! Gradisco molto quelli cartacei, accompagnati da una bella firma autografa, gradisco anche abbastanza le mail, accompagnate da una bella immagine (ne ho spedite molte anch’io, spero vi siano piaciuti), molto meno i messaggini telefonici spediti a un’intera rubrica, con una frasetta strappata in fretta al Vangelo o ai foglietti dei Baci Perugina, spesso senza una firma o con un generico Roberto o Giovanna, come se fossero i tuoi amici più cari e tu invece non hai nemmeno memorizzato – quel numero.
  • Per me la maggior fonte di molestie è il traffico stradale. Prometto che io per primo non strombazzerò dietro a chi non si muove al verde e sopporterò pazientemente quelli che lo fanno me; che non arrabbierò con chi non mi dà la precedenza quando mi spetta e con chi non mette la freccia alle rotonde, con chi mi sorpassa, indispettito, nonostante la striscia continua, perché vado solo a sessanta con un limite di cinquanta.
  • Che ne dite della burocrazia? Avrei qualche esempio…
  • Lascia stare, ti prego. Non fare esempi, renderesti impossibile anche solo sperare nel più piccolo cambiamento.
  • Ma io volevo fare un esempio positivo. Certo, la procedura era complicata e non riuscivo a seguirla per una sostanziale illogicità di un passaggio, ma alla fine ho trovato una persona che mi aiutato con una gentilezza e un sorriso inaspettato, così che ho dovuto ritrarmi dai pensieri bellicosi di raccontare il fatto ai giornali e domandarmi se il molesto, forse, ero io.
  • Ho fatto caso che le opere di misericordia spirituale, in fondo, convergono su una cosa: la capacità di comunicare, anzi di comunicarsi. Infatti puoi pensare che le opere di misericordia corporale (dare da mangiare agli affamati ecc.) siano delegabili a qualcun altro: basta pagare le tasse e ci deve pensare lo Stato oppure fai un’offerta a una Onlus. Ma ‘consigliare i dubbiosi, insegnare agli ignoranti, ammonire i peccatori, consolare gli afflitti, perdonare le offese, sopportare pazientemente le persone moleste, pregare Dio per i vivi e per i morti, sono tutte cose che devi fare in prima persona, devi metterci la faccia tu. Devi dire e dare te stesso, non una formuletta. Aggiungo che questo vale anche per la misericordia “corporale”; se non c’è il dono di sé, anche quelle non valgono niente.
  • Ma tutto ciò vale anche per quello che stai scrivendo in questo momento; come fare perché non restino solo parole?
  • Vorrei potervi mandare un sorriso, cari amici lettori. Basterebbe, come è bastato per molti anni ad un ragazzo dell’Anaconda, cui abbiamo dato l’ultimo saluto pochi giorni fa: era impossibilitato ad ogni gesto e ad ogni parola, ma sapeva sorridere e questo ha dato senso alla vita dei suoi genitori e di quanti lo hanno anche fuggevolmente incontrato. Ricordare il suo sorriso è il vero proposito dell’anno.

(Sebastiano, Onirio e Costante hanno deciso all’unanimità di non svelare a chi appartenevano le voci del dialogo, per una volta tanto, alla fine erano concordi. Anche questo un proposito per l’anno nuovo)

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