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Politica

SINDACI ALLA “PROVA NEGOZIO”

SERGIO REDAELLI - 29/04/2016

Shopping di sera a Varese

Shopping di sera a Varese

La crisi del piccolo commercio è la prima patata bollente che rischia di scottare la lingua al futuro sindaco di Varese. Confcommercio e Confesercenti, le due principali organizzazioni di categoria, mettono le mani avanti: “Più sicurezza e più decoro”, intima il presidente della confederazione Giorgio Angelucci in una lettera ai candidati; e, soprattutto, stop ai grandi insediamenti per pagare le riqualificazioni. L’equilibrio tra la grande distribuzione organizzata nelle periferie e i negozi di vicinato del centro – che custodiscono cultura e tradizioni – richiede urgenti risposte amministrative.

Piange il piatto dei negozianti, librerie specializzate che chiudono, antiche pasticcerie costrette ad alzare bandiera bianca, gallerie del centro desertificate: “Non è più accettabile – tuona l’Ascom – che per riqualificare un’area urbana degradata si faccia ricorso a insediamenti commerciali di grandi dimensioni. Il mercato è saturo e i negozi storici a conduzione familiare cedono sempre più spesso il posto alle catene di retail”. Troppi negozi sfitti, denuncia a sua volta la Confesercenti di Francesco Aletti Montano e chiede incentivi per le imprese, rimodulazione delle tariffe sui rifiuti e il suolo pubblico.

Tra i candidati alla poltronissima di Palazzo Estense c’è chi cavalca la protesta. Stefano Malerba attacca: “Si finge una politica a sostegno delle botteghe storiche e intanto il governatore lombardo Roberto Maroni corre ad Arese a inaugurare il più grande centro commerciale d’Italia a pochi chilometri da qui”; e lancia l’idea di destinare il pianterreno dell’ex caserma Garibaldi a mercato coperto di prodotti tipici varesini, verdure dei casbenat, miele, pesche, dolciumi, cioccolato, salumi, formaggi e carni. E gli altri? Davide Galimberti e Francesco Marcello consumano le suole delle scarpe nei rioni e prendono appunti sulle richieste degli esercenti.

Flavio Pandolfo promette su RMFonline di non trascurare il problema e Andrea Badoglio progetta di pedonalizzare il Sacro Monte, che è il vero centro storico di Varese. Paolo Orrigoni, patron della Tigros e reuccio della grande distribuzione con cinquantanove punti vendita, per non essere da meno degli altri, batte i mercati rionali stringendo le mani e ascoltando le voci degli ambulanti: “Proprio perché sono un imprenditore della grande distribuzione – dice – visito spesso i mercati che sono parte importante del commercio”.

Promesse elettorali? Staremo a vedere. Il futuro sindaco saprà davvero farsi venire qualche nuova idea per tutelare le vetrine che sono il tessuto connettivo della città? Anche i sassi sanno che i negozi sono il miglior baluardo contro il degrado del centro e delle periferie, un importante metro di valutazione dei turisti e un antidoto al traffico, agli intasamenti e allo smog. La presenza di esercizi commerciali e boutiques porta illuminazione e passaggio di clienti, quindi più sicurezza e decoro lungo le strade e le piazze.

Intanto la Regione autorizza il comune di Varese a rilasciare all’Esselunga la licenza per aprire un nuovo supermercato nell’area dell’ex Malerba, in via Gasparotto, e i cittadini scettici scuotono la testa. Meno male che Caprotti non potrà inaugurare il punto-vendita prima di aver realizzato il collegamento tra l’autostrada e viale Europa, le rotatorie in via Gasparotto, il sistema di videosorveglianza del traffico e il semaforo intelligente all’incrocio con via Tasso. Basterà per invertire la rotta, e soprattutto il destino, della rassegnata sciura Maria del negozietto all’angolo?

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