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Apologie Paradossali

BAGNI PUBBLICI E LIBERTÀ

COSTANTE PORTATADINO - 02/06/2016

wc(O) Sei sicuro di non aver niente di meglio di cui parlare di questa storia dei gabinetti gender o come diavolo vuoi chiamarli? Finirai per fare la solita tiritera bacchettona.

(C ) Per niente. Intanto è un problema reale, anzi simbolico, che come tale ha un significato che supera una piccola realtà contingente e ‘segnala’ qualcosa di più profondo. Ma se hai colto in me un certo imbarazzo a parlarne, è perché mi aspettavo di dover trattare l’argomento a fronte di polemiche roventi e diffuse. Al contrario, ho trovato anche su internet pochissimi riferimenti: un paio di articoli di due, tre anni fa e qualche sommaria ricostruzione della genesi dei fatti, fino al recente intervento di Obama che, scavalcando la competenza legislativa del Congresso e forse anche quella degli Stati, ha fatto inviare una lettera a tutte le scuole degli USA, minacciando ritorsioni anche economiche nei confronti di quegli istituti che non tenessero conto della ‘preferenza di sesso’ degli studenti/studentesse piuttosto che del sesso biologico, nell’ammetterli alle restrooms, finora riservate ai generi tradizionalmente, cioè fisiologicamente ben individuati.

(S) Anch’io ho fatto una ricerca veloce e ho trovato una sola presa di posizione che abbia rilevato in questo l’ennesimo velenoso attacco alla famiglia e alla sana educazione dei giovani. Più ancora mi meraviglia che il presidente degli Stati Uniti, l’uomo più potente del mondo, nel mezzo di una crisi globale, si dedichi a queste scemenze.

(O) Macché scemenze! E’ una questione di rispetto della persona. La divisione dei bagni in base al sesso è una violenza in sé, prima ancora del riguardo dovuto a chi si sente a disagio , rinchiuso in una categoria che intimamente non gli appartiene. Bene ha fatto la Casa Bianca a istituire delle sezioni di bagni pubblici neutri. Siete voi che siete maschilisti, proprio perché da bambini vi hanno segregati, dall’asilo alle medie, in classi maschili e, quando siete finiti in classe mista al ginnasio, vi siete smarriti al cospetto della prima sottana.  Siete imbevuti di maschilismo, quello che si vede sin dalle icone che contraddistinguono gli ingressi ai bagni: uno strano ma simpatico blog (Archivio Caltari ) ha pubblicato una ricerca sul tema che dimostra, immagini davanti agli occhi, l’affermazione di una pretesa superiorità maschile, sesso forte anche sulle porte del gabinetto pubblico, rispetto alle femminucce, tutte gonna, curve e riccioli. Per non dire dell’icona del disabile: una carrozzina con la testa.

(S) Chiedo scusa, non volevo offendere, intendevo dire ‘quisquilie’, cosucce, al cospetto dei grandi problemi globali sui quali è molto più difficile influire, per noi gente comune. E’ il segno che lo Stato rinuncia a fare il suo mestiere, che sarebbe occuparsi del bene comune, che vorrà pur dire pace, benessere, educazione, dignità e sicurezza personale,  uguaglianza di fronte alla giustizia e poche altre faccende cui nessuno può badare da solo. Al contrario, sui fatti di costume, vista la variabilità dello stesso, il potere costituito non dovrebbe intervenire direttamente, perché un intervento coercitivo fa sì che il comportamento di costume diventi  un’etica e per di più un’etica di Stato. Lasciami dire che la scelta di Obama puzza tanto di elezioni, di blandizie verso la lobby LGBT, se non più la pecunia, oggi è il voto che non olet.  Per qualche voto in più si paga il prezzo di accettare un’ideologia gender.

(C ) Oppure, al contrario, si accetta il rischio di qualche voto in meno pur di favorirla. Gli Usa non sono solamente Costa Orientale e California, un altro colpetto di radicalismo dei democratici e ci ritroviamo con Trump-Biscardone come Presidente, come l’ uomo più potente del mondo. Non credo all’opportunismo elettorale; credo che in tutto l’Occidente sia ormai dominante una vera, profonda e difficilmente sradicabile convinzione che la Libertà sia quella cosa lì, il non essere determinati da nulla di esterno, se volete di superiore al soggetto. Salvo poi non accorgersi o comunque tollerare che il potere economico ci possa condizionare con una serie di ‘bisogni’ veri o meno veri che ci rendono insensibili rispetto ad altri desideri più profondi. La cultura occidentale soffre di questo sdoppiamento: vuole la libertà di godere di ogni possibile bene materiale, ma per ottenerli accetta la schiavitù, per esempio di un pesante indebitamento, personale o dello Stato. Ma non è tanto diversa l’attrattiva che porta verso l’Europa i migranti economici; non mi stancherò di ripetere che, caso Siria a parte, ciò che li attira è il nostro stile di vita, per il quale sono disposti ad investire cifre considerevoli per il loro livello di reddito ed anche a rischiare la vita. Come per la crisi, c’è una dimensione antropologica dell’emigrazione, che non sarà mai contenuta da nessun muro, da nessun aiuto in loco, ma nemmeno da nessuna accoglienza.

(O) Spiega meglio questo concetto, non capisco.

(C ) Intendo dire che il flusso migratorio non può essere arrestato nemmeno da un miglioramento delle condizioni di vita, poniamo in Africa, nel senso che intendiamo noi occidentali; anzi, una crescita dello stile di vita occidentale, poniamo nelle megalopoli africane, attirerà masse sempre maggiori verso l’Europa, verso la fonte di quello stile di vita. Allo stesso modo la cosiddetta ‘accoglienza’ cioè l’assimilazione del migrante al nostro livello e stile di vita, lungi dall’alleggerire la pressione migratoria, la accentuerà. Per uno che si integra, con un lavoro e una casa decente, ne verrebbero dieci.

(S) Per questo motivo la distinzione tra i profughi dalle guerre e tutti gli altri è fondamentale. Di più: ai profughi dalla guerra del Medio Oriente dovrebbe essere data la possibilità di ritornare in pace, in territori né poveri né sovrappopolati, che potrebbero essere riportati alla prosperità di un tempo. Ma la grande sfida è in Africa, restituire l’Africa agli Africani dando loro una vera e autonoma possibilità di sviluppo. Lo dico chiaro: non per preservare i nostri privilegi economici o la religione o la razza o il colore della pelle, ma proprio per salvare le rispettive peculiarità e per non appiattirci tutti in questa apparenza di libertà che ci renderà sempre più conflittuali, invece che integrati.

(O) Non lascio a nessuno di voi due le conclusioni, che sarebbero troppo pessimistiche. Andando avanti, alleghereste come prova di quanto sostenete ogni altro disastro, di cui ci è arrivata notizia e che, ciascuno, avrebbe meritato un’apologia, dalla ragazza bruciata viva a Roma, alla corruzione dei politici, dalla vendita di Milan e Inter ai cinesi, alle alluvioni dovute al cambiamento climatico. Sono ben convinto anch’io che la crisi è antropologica, cioè, nostra, tua e mia, della mia e vostra capacità di giudizio e di azione, ma proprio per questo motivo, ritengo che sia rimediabile, che non sia fatale. Non a motivo delle nostre capacità o di quelle dei potenti che, come abbiamo visto, non distinguono la diversa importanza dei gabinetti di genere rispetto alle sofferenze dei popoli, ma a motivo del persistere, al fondo del cuore di ogni uomo, della speranza di poter essere salvato da qualcosa di imprevisto. Se dopo la peste nera è venuto il rinascimento e dopo le guerre mondiali l’età dello sviluppo economico, possiamo ancora credere di non essere soli e abbandonati ad un destino di miseria morale.

(O) Onirio Desti (S) Sebastiano Conformi (C) Costante

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