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Apologie Paradossali

PENSIERO UNICO O BABILONIA

COSTANTE PORTATADINO - 07/07/2016

pensierounico(O) Così, ti si è volatilizzata un’Apologia sul tablet, prima di trasmetterla? Analfabeta digitale! Anche tu hai sbagliato il tuo rigore.

(C) Forse è stato un bene, non me ne rammarico troppo. Da un lato sbeffeggiavo l’isolazionismo inglese (Inghilterra: un’isola nell’isola) dall’altro esaltavo lo spirito islandese, pur temendo che il loro sogno sarebbe presto tramontato. Come il nostro.

(S) L’ultimo rigore ha messo la cose a posto: la Germania non avrebbe potuto decentemente vincere grazie ad una deviazione, né noi pareggiare grazie ad un rigore e poi vincere ancora ai rigori. Ogni cosa è tornata al suo posto. Resta la discreta figura di un’Italia operaia.

(C) Che però perde la bussola proprio con gli uomini più attesi, gli attaccanti e Bonucci. C’è però una spiegazione: gli attaccanti devono essere estrosi, per segnare devono essere imprevedibili, invece il rigore è una cosa semplice, occorre solo freddezza e diligenza, fare esattamente quello che si è previsto di fare. Il campione sbaglia più facilmente. Vedi Messi.

(O) Smettiamola dunque di inventarci metafore illuminanti da cose stupide, anche perché le cose ben più serie, anzi tragiche, incalzano. Dopo Dacca, tutto può succedere, dovunque, a chicchessia. Se il fanatismo prende come adepti i ricchi e i colti non c’è proprio rimedio.

(C) Io non credo più ad un uso intelligente di parole come fanatismo, fondamentalismo, populismo, nazionalismo; di tutti gli ‘ismi’. Usavo della banalità calciopolitana proprio per irriderli. Posso pure continuare: alle ultime Olimpiadi, alle prossime sarà ancora più evidente, notavo che un marziano avrebbe potuto pensare che Francia e Gran Bretagna fossero nazioni africane, ora vedo finalmente spuntare eccellenti atleti italiani dello stesso colore della pelle. Mi consolavo (o mi rattristavo?) con gli argentini del basket: Ginobili, Nocioli, Delfino, Prigioni e nientemeno che Scola. Con tutta evidenza il mondo è uno, UNO. Perciò, buoni i bisnonni Italiani per gli oriundi nostrani, buoni i bisnonni Gallesi, ma buoni anche i cromosomi africani per i neo italiani del’atletica, in corsa per Rio. Torniamo alle cose serie, con una domanda: l’antidoto al declino dell’Europa, al suo assumere il ruolo di capro espiatorio di tutti i mali sociali e politici dell’universo, al suo ipotetico degradare nell’intolleranza è un ‘pensiero unico’?

(S) Che cos’è questo pensiero unico che continui a tirar fuori? Mi sembra piuttosto una Babilonia.

(C) Originariamente se ne parlava solo in relazione all’egemonia del pensiero economico neo-liberista, in sintesi la necessità di sottoporre ogni comportamento economico e sociale ad un metro di efficienza che dopo la caduta dei regimi comunisti in Europa si riduceva allo sviluppo del capitalismo nella sua forma finanziarizzata e globale. Oggi, nonostante o forse proprio a causa della crisi, sembra aver assunto una forza coattiva sul piano culturale e politico che cercherebbe di uniformare non solo i costumi, ma pure le coscienze.

(O) Forse fanno più in fretta a dire che la coscienza non esiste, che la sua apparente esistenza non è altro che un errore, un imperfezione, il mancato raggiungimento di un obbiettivo di controllo sociale. Ma non c’è grande fantasia in questa tesi, Huxley e Orwell l’avevano già temuta e annunciata decine di anni fa.

 (C) La differenza sta nella convinzione dei romanzieri del secolo scorso che la libertà umana, benché coartabile, fosse nativa. Si credeva che occorresse un potere sterminato e necessariamente violento per aver ragione della libertà del singolo, che si dovesse abolire la categoria stessa della singolarità, che non ci fossero deviazioni innocenti. Oggi non c’è bisogno di Hitler e Stalin, nemmeno di uno Stato troppo potente, nemmeno di ideologie conculcate fin dal giardino d’infanzia. Basta il sapore dolce dell’ovvio a guidare i comportamenti, dai più banali ai più sanguinari. Nessuno potrà convincermi che nelle scelte suicide di Jihadisti e simili ci sia consapevole eroismo, al contrario, ci vedo solo spersonificazione e distacco dalla vita. Il dovere assoluto e il nulla assoluto vengono a coincidere nella stessa volontà della stessa persona. Ma tutto ciò è proprio l’opposto dell’individualismo estremo della mentalità occidentale radicale o ne è uno specchio paradossale? Consideriamo l’ipotesi che entrambe queste posizioni nascano da una origine comune, dalla perdita della certezza del valore dell’uomo come tale, dall’impossibilità di fare esperienza della speranza.

(O) Se la tua ipotesi è vera, siamo in un guaio davvero grosso. Il ‘pensiero unico occidentale’ alimenterebbe di se stesso i poteri globali, anche quelli, definiamoli così, ‘non occidentali’, sia politici sia finanziari, che a loro volta avrebbero buon gioco a proporre alle masse insoddisfatte un nemico facile da odiare e facile da colpire. Ma qual è il nesso tra il terrorismo e il comportamento che hai definito ‘banale’? Che cosa intendi con ciò, il consumismo?

 (C ) Più in generale, lo stile di vita occidentale, di cui il consumo, intendiamoci anche di beni essenziali, è una componente ineliminabile. Ci scandalizziamo quando vediamo il telefonino in mano all’emigrante, ma non è solo per questo che vengono fin qui: cibo acqua, casa, sicurezza, salute, educazione, in una parola futuro, li trovano più facilmente qui, pur partendo dalla miseria, che nei loro luoghi di origine, dove dovevano pur avere una posizione sociale migliore della media, per potersi pagare il viaggio, o anche solo concepirlo. Lo stile di vita occidentale è già presente nelle città dell’Africa e dell’Asia e rappresenta un’attrattiva potente; il messaggio che trasmette è l’illimitatezza delle possibilità delle società ricche; siamo sicuri che migliorare la loro vita quotidiana secondo i nostri standard non sia una ulteriore spinta all’emigrazione?

(S) Fatemi dire: i ‘signori’ della finanza sono oggi meno interessati a controllare i mercati delle materie prime e in generale dei fattori di produzione piuttosto che i mercati di consumo, soprattutto nel campo dei servizi: non avete forse detto, qualche apologia fa, che Google o Apple potrebbero comperarsi la prima casa automobilistica mondiale senza che il loro bilancio faccia una piega? Se è così, il pensiero unico ha già vinto la battaglia dell’economia, deve solo portare a termine l’omologazione politica e il gioco è fatto. La differenza dell’Europa e degli Usa, rispetto a Russia, Cina e al pur diviso mondo islamico sta proprio nella debolezza intrinseca delle democrazie occidentali, legate alla gestione delle contingenze e incapaci di lottare per un vero progetto di civiltà. Abbiamo inventato l’idea che tecnica, denaro e democrazia risolvono tutti i problemi, solo per restarne prigionieri. Un progetto di sviluppo mondiale, basato sull’equilibrio e sul rispetto, è pura utopia. Noi non ne siamo capaci, non osiamo neppure concepirlo. Vi basti sapere che noi Europei ci facciamo concorrenza anche su quegli interventi che chiamiamo pilatescamente ‘aiuti allo sviluppo’ perché nemmeno riusciamo a coordinarci come UE. E anche in questo campo siamo scavalcati dalla Cina, non in generosità, ma in efficienza.

Se l’Europa e gli Stati Uniti non diventeranno capaci di una proposta di cultura sociale prima che politica, sarà inevitabile finire preda di populismo, di nazionalismo e di tutti gli altri ‘ismi’, noi come tutti gli altri. Dacca è solo il sintomo iniziale di una malattia che può diventare epidemica.

(C ) Riconosco che questa valanga di pessimismo non è senza motivo, ma non troveremo nessuna risposta finché riporremo la speranza nella crescita del PIL e continueremo a credere che il nostro vero nemico è fuori di noi, in certi Stati o in certe ideologie o in certe religioni.

Invece è la nostra mentalità che deve essere cambiata. Come? Non lo so. So bene che mi sono mancate le parole adeguate anche solo per spiegare che cosa intendo per ‘pensiero unico’, però provate a pensarci anche voi.

(O) Onirio Desti, (C ) Costante, (S) Sebastiano Conformi

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