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Lettere

ACQUE AGITATE

- 02/11/2016

Non è passato neppure un mese dalla pubblicazione di una mia lettera sulla fine della “luna di miele” della nuova coalizione al governo di Varese (http://www.rmfonline.it/?p=29863) che già si sono manifestate crepe abbastanza consistenti, non tutte riducibili a mere incomprensioni.

Le dimissioni da consigliere comunale di Andrea Bortoluzzi, uno stimato professionista eletto nella lista del Sindaco Galimberti, non sono infatti un semplice incidente di percorso, ma fanno emergere un sostanzioso malessere le cui cause vanno certamente ben al di là di qualche intemperanza caratteriale.

Anche se gli esponenti della società civile non sono avvezzi alle liturgie della politica, manifestando spesso contro di esse fastidio e impazienza, è comunque ingeneroso e fuorviante il tentativo di circoscrivere il tutto entro la “sfera personale”. A meno che qualcuno non pensi che la cosiddetta “società civile” torni buona solo al momento di raccogliere voti. Poi però faccia il santo piacere di non disturbare.

Bortoluzzi ha motivato le sue dimissioni richiamando problemi di non poco conto come l’assenza di un gioco di squadra (conseguente a scarsità di confronto e trasparenza) e la tendenza al decisionismo spinto (su atti rilevanti tipo il parcheggio di Via Sempione, il progetto Stazioni, le scelte di bilancio). Una situazione, secondo lui, inaccettabile e non facilmente superabile in quanto “subordinata” al patto politico con la Lega Civica. Prova ne sono, ha spiegato, l’elezione di Malerba alla Presidenza del Consiglio Comunale, il caso Molina, e le nomine in alcune municipalizzate.

Si tratta di questioni rilevanti non liquidabili con qualche battuta. Anzi penso si possa dire, senza tema di smentita, che il mancato scioglimento di tali nodi sia foriero di altri guai. Lo si è visto anche recentemente nel Consiglio Comunale di giovedì 27 ottobre quando la mozione di censura nei confronti di Malerba, presentata dal centrodestra, ha registrato l’adesione di ben cinque consiglieri di maggioranza (quattro del PD e uno della lista di Galimberti). Inoltre, subito dopo, di fronte ad un “ordine del giorno” del consigliere Infortuna (PD) che chiedeva per le fasi successive un percorso trasparente e condiviso sul “Progetto unitario delle stazioni”, il Sindaco ha posto una sorta di veto evocando addirittura presunte violazioni di legge. Si dà però il caso che circa un anno fa il Consiglio approvò un odg analogo senza che nessuno osasse spingersi su tesi tanto ardite quanto infondate. Alla fine i tre del PD richiamati all’ordine hanno comunque votato l’odg e confermato il loro dissenso astenendosi sul progetto presentato.

La maggioranza procede dunque, ma tra crescenti fatiche e prese di distanza tutt’altro che marginali.

Da notare infine che, sempre nella seduta consigliare del 27 ottobre il Sindaco ha ritenuto di non dover spendere neppure una parola a commento delle dimissioni di Bortoluzzi. Eppure le dimissioni, in ogni caso, non sono un fatto di ordinaria amministrazione. Né possono essere ignorate nella sede istituzionale soprattutto da chi, nello svolgimento della sua funzione, non può essere di parte. Ovviamente avrebbe potuto criticare la scelta, contestare le motivazioni, ma il silenzio è un brutto segnale politico. Una caduta di stile che lascia senza parole, ma anche una prova ulteriore dell’imbarazzo palpabile per una situazione che ogni giorno che passa sembra sfuggire di mano.

Rocco Cordì

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