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Attualità

CASERMA/2 VECCHIA PROPOSTA

FRANCESCO BORRI - 10/02/2017

caserma2bisNon per rivendicare con “grandeur” alcunché. Ma a beneficio della piccola verità storica. Ecco a proposito della copertura -o meglio: del “nascondimento”- della caserma Garibaldi, idea oggi rivendicata da una pletora di avanguardisti, quanto scrivemmo due anni fa. Ricevendo l‘assoluto silenzio istituzionale. E non solo.

Adesso si scopre che piazza Repubblica è delimitata da gradoni, terrapieni, trincee che favoriscono nascondimenti, loschi traffici, agguati. Che insomma va messa in sicurezza mettendola in condizioni di decoro. Bella idea, proveniente da Forza Italia e con ogni probabilità di prossimo sposalizio da parte della giunta municipale. Però un po’ (un po’ tanto) tardiva: ci voleva l’appiglio dell’Expo imminente -1 maggio 2015 l’inaugurazione- per capire che lo sgualcito, scarabocchiato e impresentabile biglietto da visita di Varese va cambiato? Non ci voleva: ci voleva, prima (assai prima), uno zic di realismo, autocritica, programmazione. Lo sanno bene i commercianti della zona. Idem quelli che vi passano a piedi e vi transitano in auto. Lo sanno bene locali e forestieri.

Ora, quando un ripensamento è positivo, evviva il ripensamento. Però senza dimenticare errori, indecisioni, ritardi. Risulterebbe opportuna una miglior avvedutezza amministrativa: essere lungimiranti, stabilire priorità, mantenervi fede. Non cambiare idea di colpo, drenando fondi altrove stanziati su emergenze che non s’annunziano tali. Si tratta di vecchi problemi, mai affrontati e risolti. Né si venga ad argomentare che tutto consegue al parziale risanamento dell’ex caserma Garibaldi: siccome bisogna cautelarsi dai crolli sul lato che dà su via Spinelli, mirando a riaprirne al transito una corsia, allora avanti anche col parziale rifacimento dell’intera area. Eh no, parliamo di questioni che non c’entrano affatto la prima con la seconda e dimostrano, come minimo, incertezza nel governare e, come massimo, confusione politica. Già, perché nella maggioranza di centrodestra non tutti condividono l’ipotesi di parziale riqualificazione urbana.

Ma torniamo un attimo, scusate la noia, sul decrepito manufatto militare. Pragmatismo alla mano, resterà così com’è ancora per un pezzo. Certamente fino all’epoca della citata Expo, cui siamo chiamati -e almeno su questo si dicono d’accordo forze politiche di governo e d’opposizione- a rispondere dignitosamente. Perciò, oltre a garantire attorno alle storiche mura una circolazione veicolare e pedonale d’assoluta salvaguardia, apparirebbe d’apprezzabile decenza impedire ai frequentatori abituali e/o inediti della città la vista dell’attuale obbrobrio (intonaci scrostati, serramenti arrugginiti e pencolanti, ponteggi marciti, viluppi di erbacce eccetera).

Per farlo, c’è un’unica maniera. Avvolgere il fortilizio in maxipannelli che lo ricoprano completamente, chiedendo: 1) la collaborazione di artisti disponibili a realizzare i soggetti che poi figureranno sui diversi versanti dell’edificio; 2) il sostegno economico di istituti di credito, enti a partecipazione pubblica e aziende private (specialmente aziende private: ne contiamo di prestigiose) favorevoli a un impegno prodigale a beneficio della collettività.  Ne riceverebbero, i pittori e i finanziatori, un riscontro di benemerita pubblicità; e ne riceverebbero, piazza Repubblica e Varese, un dono qualitativo di conforto non solo momentaneo. Sarebbe infatti la dimostrazione, piccola e insieme significativa, del buon esito cui si può arrivare quando lo spirito comunitario viene per davvero esercitato. Purché lo si svegli dal suo torpore.

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