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Opinioni

ALTERNATIVA NON CREDIBILE

VINCENZO CIARAFFA - 03/11/2017

gohomeDel film americano di fantascienza “Independence Day” del 1996 ricordiamo, in particolare, la scena in cui, mentre era in atto l’invasione della terra da parte degli alieni, il presidente Whitmore si recava nella famigerata base segreta Area 51. Qui, mentre gli scienziati studiavano un extraterrestre prigioniero, a quest’ultimo egli chiese cosa avrebbero potuto fare gli esseri umani per vivere in pace col suo mondo, ricevendone una chiara risposta: «Morire!».

Fatta la tara sulla finzione cinematografica, questo è grosso modo ciò che in Italia le opposizioni politiche vorrebbero da chi governa, e chi governa vorrebbe dalle opposizioni … se non morire almeno scomparire dalla scena, così senza lottare e senza scomodi confronti.

Non si può spiegare in altro modo la storica incapacità dei governi in carica e delle opposizioni italiane di concorrere all’amministrazione della comunità sebbene da posizioni distinte e diverse, sia essa comunità nazionale oppure locale come un Comune. Per “concorrere” non intendiamo, ovviamente, il trasformismo di Depretis, od il clientelismo di Giolitti, o il compromesso storico di Moro e Berlinguer, ma una concordanza tra la maggioranza e l’opposizione per argomenti di vitale importanze per la comunità, di volta in volta, come d’altronde avviene nelle democrazie mature.

Prendiamo ad esempio Varese, dove per ventitré anni ha governato il centrodestra a trazione leghista, fino a quando non è stato battuto dal PD con Davide Galimberti (evento che noi di RMFonline avevamo vaticinato con l’esempio degli Orazi e Curiazi), grazie anche al concorso esterno fornitogli da avversari divisi e litigiosi. Il centrodestra, che ritrova una parvenza di unità soltanto dopo le batoste elettorali, poi non riesce a mettere insieme un programma unico di lotta per sconfiggere gli avversari anche quando essi non sono di eccezionale caratura.

Il centrodestra varesino ha in uggia l’Amministrazione Galimberti, che, in fondo, governa la città soltanto da poco più di un anno, e questo si può capire stante le nostre pessime costumanze politiche. Ma quali sono nello specifico le contestazioni e gli addebiti che gli vengono mossi? È vero, la giunta Galimberti non ha un programma organico e spesso procede “a zona”, inciampando ora sulla riorganizzazione del personale interno, ora sulla viabilità, ora sui parcheggi dei sanitari dell’Ospedale Del Ponte. Ma il centrodestra un programma ce l’ha? Sembrerebbe proprio di no, vista la manifestazione dello scorso 21 ottobre dove più o meno trecento cittadini con in testa ex candidati e big locali come Paolo Orrigoni, Luca Marsico, Emanuele Monti, Lara Comi e Raffaele Cattaneo, si sono riuniti in Piazza Monte Grappa in una manifestazione dove non si è andati oltre generiche a vaghe accuse agli attuali inquilini di Palazzo Estense. Nella circostanza gli slogan del tipo “Galimberti go home” sono risultati poco efficaci per mobilitare i varesini che già di loro sono refrattari alle mobilitazioni. Perciò, se la manifestazione voleva essere una prova di forza, bisogna dire che non è riuscita. Ed era fatale che non riuscisse.

Se la giunta Galimberti non sa amministrare Varese, il centrodestra quindi ne indichi organicamente il perché e che cosa farebbe al suo posto. Dire sempre e semplicemente “No” è facile, i grillini ne hanno fatto addirittura un metodo di lotta politica, ma poi bisogna sapersi porre in credibile alternativa, presentandosi ai varesini con delle proposte che siano intellegibili e fattibili. Vogliamo parlare di sicurezza? Di degrado urbano od anche di viabilità? Una siffatta agenda politica si chiama programma. E poi, ai signori del centrodestra vorremmo dire di lasciar perdere la piazza, non gli è congeniale, queste manifestazioni le sanno organizzare meglio i partiti e/o movimenti antisistema: loro, invece, sono condannati a giocare nel “sistema”.

Fermo restando il nostro convincimento, a suo tempo espresso, che soltanto la candidatura unitaria di Luca Marsico avrebbe potuto riconsegnare Palazzo Estense ancora al centrodestra, è giunta l’ora che i big varesini della Lega, di Forza Italia & C. capiscano che è finita l’era degli slogan e delle parole d’ordine. I varesini, discreti ma pragmatici, vogliono fatti concreti, prese di posizione nette, fattibili proposte politiche alternative, personaggi “presentabili” e anche con le gonadi in ordine. D’altronde, oggi le menzogne, così come le capacità reali o l’inadeguatezza dei candidati, la mancanza di programma politico e i bluff, vengono messi a nudo sul web alla velocità della luce, mediante un tam-tam digitale che rende difficile ma anche inutile mobilitare la piazza: il web è già una piazza! La presa d’atto di questa realtà sarebbe già un programma.

Diversamente, il centrodestra varesino e nazionale perderà anche le prossime, duplici elezioni, nonostante una legge elettorale concepita su misura per loro e, ovviamente, per il partito al potere. Dettaglio quest’ultimo da non trascurare.

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