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Apologie Paradossali

SANTI, PROFETI

COSTANTE PORTATADINO - 20/07/2018

Giorgio La Pira

Giorgio La Pira

(S) Nella stessa settimana in cui il Papa autorizza la beatificazione di Giorgio La Pira, arriva il taglio dei vitalizi. Ma se per caso fosse ancora vivo, lo avrebbe subito anche lui? Se la sarebbero presa anche con un santo?

(C) Non essere cinico, Bastiano, sono passati quarant’anni dalla morte; poi, la cause di beatificazione si instaurano solo dopo la morte del soggetto.

(S) E’ iniziata in questo stessi giorni anche la causa di beatificazione di Aldo Moro, è in corso da tempo quella di De Gasperi, possiamo ricordare anche quella di Lazzati, che ha però operato ben di più per l’Università Cattolica che per la Democrazia Cristiana. Si parla anche di Dossetti, ovviamente con maggiori contrasti. Possiamo dire che la Democrazia Cristiana, se non ha ancora veri santi in paradiso, ne ha almeno nelle Congregazioni vaticane? Specialmente le correnti di sinistra. Tu, che qualcuno lo hai visto da vicino, hai riscontrato segni di santità?

(C) Non essere irriverente. La santità non è un prodotto delle capacità umane. E’ un dono divino, una grazia irripetibile. Potrebbe sfuggire a qualsiasi occhio umano. Per questo motivo anche l’eventuale riconoscimento delle ‘ virtù eroiche’ non basta, occorre il miracolo, la conferma divina, irripetibile secondo la misura umana. Perciò, anticipando la tua domanda, non mi dichiaro né favorevole né contrario all’ aumento delle proposte di santificazione di politici: nel momento in cui arrivassero alla conclusione positiva le accoglierei come un dono dall’alto e non ci vedrei affatto l’opera di una lobby politica. Piuttosto, vorrei spostare la riflessione su questo tema: il politico cristiano di oggi deve essere più santo o più profeta?

(O) Profeta, certamente più profeta. Soprattutto oggi, che sono diventati così rari e poco seguiti. Benché le due virtù non si escludano, vorrei dire che una certa forma di santità quotidiana, ordinaria, è riscontrabile in tantissime persone impegnate in politica e nel sociale, penso a tanti sindaci di piccoli comuni, penso agli amministratori delle Onlus e non dimenticherei tanti politici dei tempi in cui vissero e operarono questi personaggi destinati alla gloria degli altari : i giornali li chiamavano, con una poco fine ironia, Peones, deputati badilanti al servizio dei loro elettori più che dei capipartito. Eppure la funzione che svolgevano non era meno importante di quella dei capi. La democrazia, non solo quella cristiana, ha sempre bisogno d’interpreti, nel senso pieno della parola, di persone qualificate che stiano nel mezzo, tra le persone comuni, il popolo e   i vari centri di potere, che non sono solo quello politico-istituzionali. La democrazia non si esaurisce nella libertà di eleggere i rappresentanti al Parlamento, esige anche la capacità di contenere e di indirizzare i poteri reali, economici e sociali, interni ed esteri. Il politico democratico, tanto più se d’ispirazione cristiana, non può limitarsi a fare del suo meglio per conservare quello che c’è, deve conoscere e decidere il futuro del suo Paese. Perciò sostengo che deve essere più profeta che santo. Ma il profeta legge il futuro meglio della gente, proprio perché riesce a non farsi condizionare dal presente, dalla necessità del consenso immediato o dai suoi stessi interessi personali. Nella Bibbia, il profeta non è chi indovina il futuro, ma chi parla per conto di un Altro, libero da ogni condizionamento. Non è un superpotere, è una vocazione.

(C) Fermo lì! Non rischiare di rovinare tutto. Avevo scelto l’argomento e lo sviluppo della trattazione per dare un po’ di brio e di attrattiva alla vecchia citazione di Paolo VI che la politica è una delle forme più alte di carità e cercavo di nobilitare il tutto con il richiamo alla profezia e alla santità per invogliare qualche giovane sulla via che ho percorso in altri tempi e lasciato per limiti d’età, ma tu, Onirio, la stai dipingendo come troppo difficile. Mi rendo conto che quando un partito d’ispirazione cristiana andava bene e conquistava facilmente la maggioranza relativa, tutto era molto più facile anche per il singolo politico: potevano bastare molta diligenza, un po’ di competenza specifica in qualche materia particolarmente cara ai cristiani e il gioco era fatto. Solo a pochi era richiesto quel particolare carisma che crea il leader. Oggi invece niente è sufficiente e nessuno politico cattolico ha mostrato, nelle ultime elezioni, di possederne nemmeno una dose minima. Sono rimasti tutti prigionieri di piccole polemiche a proposito di scelte contingenti della precedente legislatura, rinchiusi nelle sacrestie a discutere di problemi di sacrestia o, al massimo, di confessionale, materie che dovrebbero essere di competenza principale di preti e non di politici. Se guardiamo invece a quei pochi politici di un tempo, oggi candidati santi, mentre li troviamo diversi per temperamento, convinzioni politiche e storia personale, scopriamo che avevano una dote in comune: la visione ampia che derivava loro non da una personale e particolare competenza, ma dall’essere figli della Chiesa, cresciuti da una capacità di giudizio appresa da maestri autorevoli. In questo senso sono potuti essere contemporaneamente santi e profeti.

Vi faccio notare che, con l’eccezione di De Gasperi e di pochi altri, quella generazione di politici era all’inizio costituita da giovani quasi alle prime armi, che però sostituì coloro che non erano stati capaci di opporsi efficacemente al fascismo. Quindi non è impossibile, lo dico con convinzione, che una nuova generazione di politici, potenzialmente santi e profeti, stia preparandosi a subentrare a quella ormai usurata dalle sconfitte elettorali recenti..

(S) Ti lascio questa bella e pia conclusione. Ma non mi hai convinto. Costante, come sempre, guardi al passato, mentre Onirio immagina un futuro che non c’è.   Il presente è il populismo, non c’è alternativa. Può orientarsi a destra o a sinistra, ma rimane l’idea vincente, tanto vincente da mettere insieme nello stesso governo gli opposti estremismi. Questo governo, che sembra la società del cane e del gatto e che immagineresti non poter durare al di là di qualche contingenza favorevole, al di là del banale ‘lasciateli provare’, durerà invece più di quanto immaginate, pur senza santi in paradiso. Penso che mi iscriverò, non so ancora a quale dei due partiti, ma mi iscriverò.

(S) Sebastiano Conformi (C) Costante (O) Onirio Desti

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