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Cultura

LA FABBRICA DI CASTIGLIONE

OVIDIO CAZZOLA - 27/07/2018

collegiataNei mesi scorsi al termine dei lavori di restauro e conservazione del portale e della torre di ingresso al Castello altomedioevale di Castiglione Olona, riflettevo sul tempo passato e sulle opere eseguite negli ultimi 25 anni sulla sommità del colle della Collegiata.

Sulla committenza intelligente e decisiva degli Arcipreti che hanno avviato e continuato fino ad oggi, con la collaborazione dei castiglionesi più sensibili e attivi, un impegno di conservazione non rinunciabile, per la salvaguardia e la valorizzazione di una storia di grande rilievo.

Sulla strada del grande studioso di questa vicenda secolare, don Eugenio Cazzani, si sono avute le decisioni di intervento degli Arcipreti che si sono succeduti: don Maurizio Galli, don Fabrizio Cuccurullo, don Tarcisio Colombo e dell’attuale Arciprete don Ambrogio Cortesi.

Un mese fa ho ricordato con una proiezione nella sala convegni della Collegiata i lavori effettuati. Occorre conservare e comprendere la storia. Senza trascurare il ruolo che deve ancora assumere oggi. La storia non deve essere imbalsamata nel passato.

Abbiamo voluto qui a Castiglione rileggerla nella sua presenza attuale, nel suo insegnamento

con un richiamo esplicito affermando che “la Collegiata vive”. La storia ‘deve vivere’ nell’oggi.

Vanno contrastate, vinte le affermazioni sprezzanti che la considerano inutile, anzi un ostacolo per la cosiddetta modernità. La storia ripropone a noi le relazioni fra problemi e soluzioni adottate nel passato.

La storia ci aiuta a compiere scelte corrette oggi. Grande è il suo insegnamento quando è unito alla ricerca e alla realizzazione della bellezza.

È la storia della Collegiata. Una storia molto antica in un luogo strategico testimoniato dalle mura alto medioevali rimaste. Mura residue della fortezza che aveva un ruolo analogo a quello di Castelseprio e di Belforte per il controllo del percorso lungo il fiume Olona, che collegava la pianura padana con la valle del Reno al di là del passo di Lucomagno.

Gli interventi effettuati hanno interessato l’intero complesso monumentale nell’ambito di una nuova articolazione dell’offerta religiosa e oratoriana ormai trasferita nel complesso parrocchiale realizzato recentemente.

Si è dato inizio con l’avvio delle opere necessarie per la protezione della chiesa. Il restauro del campanile, la reintegrazione della copertura delle navate e del presbiterio, il restauro delle pareti esterne e delle decorazioni. Sono state poi affrontate le opere necessarie per un’accoglienza adeguata dei visitatori. Con la trasformazione della sala del vecchio oratorio in aggiornata sala convegni. Con la realizzazione del nuovo ingresso visitatori e dei servizi igienici. Con il restauro del selciato del sagrato, la reintegrazione delle coperture dell’area del Battistero e la manutenzione della torre che lo contiene.

Si è poi realizzato il recupero della cascina ormai ridotta a rudere per trasformarla in luogo di ristorazione. Si è continuato con il restauro delle presenze scultoree e pittoriche all’esterno e all’interno della chiesa e del Battistero.

La Collegiata è veramente un luogo di elevatissime presenze d’arte. Il Cardinale Branda le ha lasciate alla nostra cura. La sua presenza nel delicato e significativo sarcofago sul fianco del presbiterio ricorda a noi il dovere di conservazione della bellezza che ci hanno trasmesso la sua volontà e le opere degli artisti che qui hanno lavorato: fra i quali Masolino da Panicate ma non solo.

Abbiamo ricordato e ringraziato le ditte e le loro maestranze che qui si sono impegnate. I restauratori e le restauratrici che hanno curato il restauro degli affreschi e delle sculture.

In particolare voglio qui ricordare i restauri delle opere pittoriche eseguiti dalle restauratrici dello studio di Pinin Brambilla Barcilon, molto noto per il restauro del Cenacolo di Leonardo in santa Maria delle Grazie a Milano.

Continuerà la nostra cura per questa storia, per questa bellezza.

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