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Molina Gallery

LA QUADRERIA DELLA GENEROSITÀ

PAOLA VIOTTO - 25/01/2019

 

Si apriva nel 1875, in alcuni locali dell’Ospedale cittadino, il “Ricovero di mendicità” destinato ad accogliere mendicanti e vecchi indigenti. Era il primo nucleo di quello che oggi i varesini chiamano familiarmente “il Molina”, punto di riferimento d’eccellenza per l’assistenza alle persone anziane. La prima idea in realtà risaliva addirittura agli anni Trenta e Quaranta dell’800, e ai cospicui lasciti di due benefattori, i sacerdoti varesini Carlo Giuseppe Veratti e Benedetto Crespi. L’apertura stessa del ricovero fu resa possibile da una sottoscrizione promossa nel 1872 dal fonditore di campane Felice Bizzozero, a cui la città rispose con grande slancio.

L’Istituto negli anni ha cambiato più volte nome e sede, attento al mutare dei tempi nella fedeltà alle sue finalità ultime, ma questo legame con la generosità dei cittadini non è mai venuto meno. Lo testimoniano una serie di donazioni, tra cui la più nota è quella degli anni Cinquanta di Luisetta Tola d’Oria, vedova di Luigi Tito Molina, a cui risale l’intitolazione attuale dell’Istituto. Accanto a questa ce ne furono molte altre, rispecchiate anche nel nome dei vari padiglioni che oggi compongono il complesso. Lo scopo fondamentale dei lasciti era ovviamente il sostegno all’attività assistenziale, ma accanto ai fondi arrivarono in eredità anche le collezioni dei donatori, che sono andate a comporre un patrimonio ricco e variegato di quadri ed altri oggetti d’arte.

A differenza di molte quadrerie ospedaliere, il cui nucleo principale sono i ritratti dei benefattori storici, il fondo del Molina comprende così soprattutto quadri che un tempo ornavano le case dei donatori, rispecchiando i loro gusti e le loro passioni. La donazione Perelli-Paradisi, del 1964, e quella Bonazzola, del 1976, riflettono ad esempio delle scelte collezionistiche molto precise, rivolte in particolare alla pittura lombarda tra ‘500 e ‘800, con alcuni pezzi di notevole qualità. Negli anni sono poi giunte tantissime opere di artisti varesini del ‘900, alcune anche eseguite esplicitamente per l’Istituto, come quella di Vittore Frattini ripresa dal logo della Fondazione Molina, o la scultura della Famiglia, di Augusto Caravati, che i visitatori possono vedere all’ingresso, sullo sfondo di un mosaico ancora di Frattini.

Nel 1998, nell’ambito delle celebrazioni per i centocinquant’anni trascorsi dalla donazione di Carlo Giuseppe Veratti, una scelta di quadri e sculture venne portata all’attenzione della città grazie ad una mostra a Villa Recalcati, a cura di Flaminio Gualdoni e Anna Bernardini. Oggi RMFonline inaugura Molina Gallery, una mostra virtuale per conoscere meglio, opera dopo opera, questo patrimonio che testimonia eloquentemente il durevole rapporto di Varese con il luogo che si prende cura dei suoi anziani.

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