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Società

IN AUMENTO I MALATI DI HIV

ARTURO BORTOLUZZI - 01/02/2019

hivOgni anno sale inesorabilmente la quota dei malati di Hiv.

Gli organi di informazione del 20 gennaio 2019 riportano: “ I pazienti che hanno contratto il virus dell’Hiv e che sono in cura agli Infettivi dell’Asst Sette Laghi, all’interno dell’ospedale di Circolo, sono un migliaio. Non più di un lustro fa, erano 200 in meno. Di solito arrivano una volta ogni due mesi negli ambulatori per i controlli e per prendere le terapie da portare a casa”.

 Questa notizia non mi giunge assolutamente inaspettata. Anzi, questo è un problema sociale estremamente grave che merita venga preso in carico dalle pubbliche istituzioni, ma anche dalla società civile con interventi decisi. È da anni che infatti trovo in archivio resoconti sulla quantità dei malati di Hiv, senza leggere poi di conseguenti interventi di chicchessia.

Avevo già scritto dal 2010, come presidente dell’associazione Amici della Terra Varese, chiedendo provvedimenti risoluti da parte delle istituzioni, come da parte della maggiore autorità delle scuole, ma non ho ricevuto risposte. L’ho fatto di nuovo, ora, chiedendo al sindaco del comune di Varese, e al presidente della Provincia, di concerto con il presidente della Regione, di convocare, una riunione dei rappresentanti degli enti pubblici competenti e delle associazioni del terzo settore interessate (come appunto quella che rappresento), in cui ognuno possa ottenere tutte le informazioni necessarie e prendersi le proprie responsabilità al riguardo.

Alla riunione dovrà essere presente chiaramente il professor Paolo Grossi, primario responsabile di reparto e ambulatori degli infettivi dell’Ospedale di Varese e docente all’Università dell’Insubria, che nuovamente ha lanciato l’allarme.

Ho proposto, anche, che queste riunioni si possano fare stabilmente, così da poter avere una informazione continua, sapendo come migliorare il nostro agire per venire incontro ai problemi della comunità.

Il luogo migliore dove convocare la riunione è la Regione, sede territoriale di Varese, alla presenza del presidente della Commissione regionale Hiv che confidiamo possa portarci esempio delle migliori pratiche nazionali ed europee.

Spero vengano assunti provvedimenti risoluti, soprattutto, da parte delle istituzioni in relazione alla competenza sanitaria in capo al Sindaco. Una volta per tutte auspico che il provveditore possa partecipare attivamente e concordare con le istituzioni competenti una soluzione operativa e che si possa individuare, per ogni istituto scolastico un docente che possa diventare una sorta di presidio per informare i giovani sull’Aids e su come evitare il contagio.

Il professore Grossi lo ha ricordato: “Dall’Hiv non si guarisce, ma con diagnosi e cure adeguate si tende a cronicizzare la malattia”.

Proponiamo che all’ordine del giorno della riunione, che auspico venga convocata, oltre a quanto già indicato, si pongano come obiettivi: la realizzazione di un dépliant sulla malattia e sui comportamenti che devono essere tenuti per evitare di contrarla; la distribuzione dello stesso ai sindaci dei Comuni dell’Ats di Varese richiedendo loro di diffonderlo capillarmente.

Resta chiaro che, qualsiasi iniziativa possa essere assunta dall’ente pubblico, questa avvenga di concerto con l’Ospedale e la competente Ats.

Ho ragione di credere che il primario Grossi possa individuare appositi bandi di finanziamento (nazionali come europei) attraverso i quali sostenere iniziative di prevenzione che egli stesso vorrà indicare.

Insomma, quello che auspico è che l’allarme del professor Grossi non abbia a scivolare sulla pelle di coloro che possono prendere delle decisioni conseguenti. La responsabilità in materia sanitaria del sindaco non può accettare che nulla sia fatto e che, conseguentemente, il prossimo anno sia segnalato un nuovo aumento di degenti per colpa dell’Hiv.

 

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