Widgetized Section

Go to Admin » Appearance » Widgets » and move Gabfire Widget: Social into that MastheadOverlay zone

Economia

VITA DA DRAGHI

GIANFRANCO FABI - 18/10/2019

draghi“La conoscenza, il coraggio e l’umiltà”, queste le tre virtù, o più semplicemente le “caratteristiche frequenti nelle decisioni che consideriamo buone”. Così Mario Draghi alcuni giorni fa nella lectio magistralis all’Università cattolica dove è stato insignito della laurea honoris causa, naturalmente in economia.

Basterebbero queste tre parole (conoscenza, coraggio e umiltà) per sintetizzare non solo la personalità e l’esperienza del Governatore della Banca centrale europea, ma anche le doti che dovrebbero contraddistinguere ogni uomo di governo, ogni persona con compiti di responsabilità nella dimensione sociale.

Draghi lascerà il suo incarico nei prossimi giorni, dopo gli otto anni previsti dal mandato. Gli succederà Christine Lagarde, francese, già al vertice del Fondo monetario internazionale. Sarà sicuramente una successione nel segno della continuità, almeno da quanto è apparso nell’audizione della stessa Lagarde al Parlamento europeo e dagli annunci di Draghi sul mantenimento di una politica monetaria espansiva.

Ma l’eredità di Draghi è un’eredità particolarmente rilevante. Perché ha affrontato con forte determinazione un periodo particolarmente complesso, un periodo in cui la moneta unica europea si è trovata al centro di una tempesta che avrebbe potuto portare alla rottura e una nuova frammentazione. “La Banca centrale farà tutto quanto sarà necessario per difendere l’euro e, vi assicuro, sarà sufficiente”: così nel luglio nel 2012, con la frase “whatever it takes” passata alla storia, Draghi fermò la tempesta e fece capire alla speculazione che la Banca centrale avrebbe avuto sempre una munizione in più. Era il periodo in cui Paesi considerati “periferici” come Italia, Irlanda, Portogallo e Grecia sembravano incapaci di rispettare le regole, era il periodo in cui si ampliavano le differenze all’interno dell’area della moneta unica. È stata quella una dimostrazione di coraggio non solo per la volontà di varare quelle che sono state chiamate “politiche non convenzionali”, cioè l’immissione di forti dosi liquidità nel sistema, ma anche per la capacità di tenere testa agli oppositori e in particolare al potente capo della Banca centrale tedesca.

Ma leggiamo le motivazioni della Cattolica per la laurea: “Mario Draghi ha contribuito in modo unico alla costruzione di un’Europa unita. Come presidente della Banca centrale europea ha disegnato strumenti straordinari per impedire la dissoluzione dell’Eurozona. Ha concepito e reso operativo il programma di unificazione bancaria. Ha introdotto nuove modalità nella gestione della politica monetaria. Ha definito un piano dettagliato per completare e rendere sostenibile l’Eurozona, mantenendo vivo il sogno di un continente unito non solo dal punto di vista monetario ma anche politico, operando nel solco della tradizione dei padri fondatori dell’Europa moderna”.

Gli ostacoli che Draghi ha dovuto superare non sono stati né pochi, né facili. In un contesto radicalmente nuovo rispetto al passato e con istituzioni ancora fragili e sottoposte a mille pressioni contrastanti. Ma il bilancio di questi otto anni ha tante ragioni per essere giudicato positivo. Anche perché come ha sottolineato Draghi in conclusione del suo intervento: “Sono ottimista sul futuro dell’Europa. Penso che col tempo essere parte dell’UE e dell’Unione monetaria sia diventato normale per gran parte dei cittadini. L’euro è più popolare che mai; il sostegno all’UE tocca i valori più alti registrati dall’inizio della crisi. Nei dibattiti sul futuro dell’Europa si discute sempre meno se la sua esistenza abbia senso e assai di più sulla via migliore per avanzare. Su queste basi la nostra Unione può durare e prosperare”.

Facebooktwittergoogle_plusredditpinterestlinkedinmail

You must be logged in to post a comment Login