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Attualità

SALVIAMOLO

OVIDIO CAZZOLA - 08/11/2019

Il castello nel 1987

Il castello nel 1987

Il 4 ottobre scorso il sindaco di Varese ha promosso una riunione delle associazioni e di personalità della cultura varesina per considerare la situazione del Castello di Belforte e il permanere delle difficoltà a reperire il necessario finanziamento per la sua salvaguardia.

Si è preso atto del mancato contributo richiesto alla Fondazione Cariplo e si sono fatte altre ipotesi di partecipazione, nei mesi prossimi, ad altri bandi di finanziamento.

Purtroppo il tempo trascorre e la rovina di questo prezioso bene comunale procede. Credo che la nostra città non possa rimanere inerte, spettatrice della perdita progressiva di una presenza importante della sua storia e del ruolo di relazione comunitaria che oggi questa storia può assumere, di cui abbiamo grande bisogno.

È necessario sottolineare la necessità di disporre dell’intero edificio, oggi ancora frazionato anche se la parte più estesa è già di proprietà comunale.

In mancanza di una cessione gratuita al Comune da parte dei privati, dovrebbero essere loro notificate con urgenza ordinanze di messa in sicurezza immediata delle porzioni di edificio di loro competenza.

Naturalmente il progetto di tutela dell’esistente riguarda tutto il complesso edificato,in accordo con la Soprintendenza che ha approvato un progetto organico, da me proposto, degli interventi prioritari…

Si tratta di una spesa di rilievo che deve essere comunque avviata.

Un primo intervento improcrastinabile consiste nel mettere in sicurezza le strutture per la necessaria protezione delle persone, per evitare la possibilità di nuovi crolli, con il ripristino delle coperture la cui caduta è responsabile dei crolli avvenuti. Dobbiamo agire con la rapidità ormai necessaria.

Per difendere una storia di grande rilievo legata al passaggio di Federico Barbarossa (1123-1190) re di Germania e dei romani (1152-1190), imperatore del Sacro Romano Impero (1155-1190). Difensore rigido, senza alcuna concessione, delle sue prerogative imperiali nei confronti delle emergenti autonomie comunali. I documenti che testimoniano la sua presenza a Belforte sono raccolti nella grande opera tedesca ‘Monumenta Germaniaehistorica’.

Con la fine di Castelseprio, negli ultimi decenni del ‘200, con lo scontro fra gli alleati dei Torriani e i Visconti,risoltosi con il prevalere di questi ultimi, probabilmente il Castello perde in parte la sua rilevanza militare, mantenendo comunque il suo ruolo di controllo sul percorso strategico del fiume Olona.

Non sono state ancora individuate la localizzazione e l’estensione del campo fortificato.Gli interventi edilizi recenti che hanno realizzato un complesso di case economiche e il nuovo centro parrocchiale non sono stati accompagnati da prescrizioni di salvaguardia archeologica.

Le murature ancora esistenti nel complesso dell’edificio risalgono anche al Tre/Quattrocento, ma la parte di maggior consistenza architettonica viene realizzata dai Biumi tra la fine del ‘500 e gli inizi del ‘600.

Dobbiamo difendere una storia anche più recente legata alla battaglia di Garibaldi del 26 maggio 1859.

La mattina del 26 maggio 1859 i Cacciatori delle Alpi di Giuseppe Garibaldi organizzano tra Biumo Inferiore e Belforte lo scontro con l’esercito austriaco. Garibaldi dirige dall’alto delle attuali ville Ponti. Delle truppe garibaldine è la vittoria: la città esulta.

Negli anni ’60 del secolo scorso gran parte della proprietà privata rivolta verso Biumo viene demolita…

Per sollecitare l’attenzione oggi necessaria da parte del Comune, voglio qui ricordare alcune date e sollecitazioni che ho voluto fare.

Nel 1993 mi appellavo alla Giunta di allora per una rapida acquisizione e protezione del complesso edificato. Formulavo altre due interrogazioni alla Giunta nel 1994 e nel 1996. Nel 1998 proponevo una ipotesi di intervento. La Soprintendenza approvava. L’assessore professor Armocida mi incaricava di allestire una mostra storica al Castello di Masnago.

Nel 2002 la proprietà Tenconi, comprendente la parte seicentesca, veniva donata al Comune. Ricevevo un incarico collaborativo per le opere da eseguire.

Iper si impegnerà, a scomputo di oneri di urbanizzazione, per il rifacimento della copertura e di alcuni solai dell’ala del ‘600. Le opere venivano avviate, ma dopo poco tempo interrotte per insufficienza finanziaria.

Nel 2014 si verificava un esteso crollo della struttura sul lato nord e dell’ala di edificio che sovrasta il viale Belforte che perde la copertura con la possibilità di crollo sul viale.

Sono ormai passati vent’anni con insufficienti decisioni. Il progetto che ho proposto recentemente, condiviso dalla Soprintendenza, è un progetto organico di conservazione,con la creazione di un Parco archeologico valorizzato dall’accessibilità interna all’edificio del ‘600 e dall’attrattività dell’ampia area circostante organizzata a verde pubblico. Con una condivisa realizzazione, nell’edificio del ‘600, di un museo del Risorgimento.

Il complesso del Castello, per la sua rilevanza storica e urbanisticamente strategica, deve diventare un polo di vita associata in questa importante e culturalmente sensibile parte della Città. Un luogo di relazioni sociali che assicurino l’incontro e il progetto comunitario.

Non è più possibile attendere, affidarsi solo alla lotteria dei bandi di finanziamento. Nella proprietà comunale occorre ormai compiere un investimento iniziale utilizzando anche le risorse di bilancio. Sono da reperire almeno 500mila euro.

Ai bandi si continui a partecipare. Ma non possiamo più attendere.

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