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Garibalderie

STANZE DEL SILENZIO

ROBERTO GERVASINI - 10/01/2020

Suor Maria Luisa Galli

Suor Maria Luisa Galli

Suor Maria Luisa Galli aveva sorpreso tutti noi, allora gagliardi radicali, dichiarando sulle pagine del laicissimo “Mondo” fondato da Pannunzio che “…con il Partito radicale, che è il movimento più autenticamente cristiano che abbia mai conosciuto, mi ci ritrovo semplicemente perché è totalmente in accordo con la mia pedagogia che vuole sempre partire dall’uomo”. Ohibò. Noi militanti varesini amavamo Adele Faccio, anarchica figlia di anarchici, staffetta partigiana, femminista ante litteram, laureata in lingue, traduttrice presso la Mondadori, prestata ai radicali e poi al Movimento verde nascente.

Maria Luisa Galli era nata ad Inverigo (Como) nel 1930, pedagogista, era entrata nelle Minime Oblate, occupandosi dell’infanzia e con la teologa Adriana Zarri fu protagonista del “dissenso” cattolico più estremo. “Dov’è il rispetto per le minoranze religiose sancito dalla Costituzione, per i diritti inalienabili della coscienza? “e poi, negli anni ’70: “….ma che libertà religiosa è mai questa se io che, per ipotesi, seguo il Corano, mi trovo poi lo Stato italiano che mi obbliga, per i patti lateranensi o per altra sua legge, a seguire una morale cattolica?”. Divorzista prima e abortista poi, la Suora di Pannella, così fu bollata, chiuse con un comizio a Palermo una manifestazione del FUORI, Fronte Unitario Omosessuale Rivoluzionario, nel 1976. Eletta alla Camera dei Deputati nello sparuto gruppo dei radicali, dal 1979 si batté per la legalizzazione delle droghe leggere e della marijuana. Siamo ancora fermi lì, nel 2020, per la fortuna delle mafie.

Non poteva certamente mancare il suo impegno per una lunga, estenuante battaglia, tutta radicale, contro la fame nel mondo col siparietto finale di Pannella e Bonino ricevuti in udienza da papa Giovanni Paolo II. Quanta gente muoia ogni giorno per fame e denutrizione nel mondo viene stimato, ma si tace. Si tace anche delle tonnellate di pane, di cibo, gettate nei rifiuti; del resto l’ignoranza e la stupidità sono in forte crescita ovunque. Cristiana e di conseguenza antimilitarista e non violenta, Maria Luisa Galli lasciò improvvisamente i radicali definendo Marco Pannella “Capo violento ed autoritario, un dittatore”. Violento verbalmente lo è stato sempre; padre padrone nel partito, pure. Maria Luisa Galli, sbandò politicamente verso l’estrema sinistra, passò alla Sinistra Indipendente e quindi, candidata al Parlamento con Democrazia Proletaria, non venne eletta. Nel 1987 sparì nel nulla. Per oltre 20 anni nessuno seppe dove fosse, dove vivesse. Si era rinchiusa nell’Abbazia benedettina “Mater Ecclesiae” nell’Isola di san Giulio sul Lago d’Orta, col nome di suor Maria Simona Petra. Oltre dieci anni di attività politica sulle barricate necessitano di sosta e riflessione, per capire, per riflettere, per valutare, per guardare avanti. Rintracciata vent’anni dopo il suo ritiro in convento, rispose ad una richiesta di intervista con due righe: “Nessuna intervista né orale né scritta, è una linea che ho preso, in accordo con la Madre Annamaria Canopi, all’entrata in monastero… e so che non se ne stupirà perché avrà capito il mistero della Grazia nel cuore dell’uomo”.

La Grazia e il silenzio.

Maria Luisa Galli è morta nel dicembre scorso all’età di 89 anni sull’Isola di san Giulio ad Orta, ci piace pensare, molto serenamente.

Disse un saggio indiano: “Di sei devoti, cinque invocano Dio a gran voce, chiamandolo Amato. Soltanto uno prega silenziosamente nella quiete della propria anima; quest’ultimo sarà il solo a cui verrà affidata la perla preziosa della Grazia divina”.

C’è bisogno di silenzio.

Non a caso un radicale, è doveroso far notare, assessore nella Giunta Sala a Milano, Lorenzo Lipparini, ha siglato nel giugno 2019 un accordo del Comune con associazioni di atei ed agnostici, di cristiani, di musulmani, in totale 19 associazioni, per gestire più “STANZE DEL SILENZIO”, ossia spazi dedicati alla meditazione, al raccoglimento e alla preghiera da mettere a disposizione di tutti i cittadini – atei o appartenenti ad una confessione religiosa – all’interno delle strutture del Sistema Sanitario Nazionale e, in prospettiva, negli istituti di prevenzione e di pena, nelle stazioni e negli aeroporti. Un bell’inizio.

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