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La Lente d'Ippocrate

TUTTI UNITI

MARCO VITALI - 22/05/2020

panIn questi giorni stiamo vivendo con ansia e trepidazione l’inizio della cosiddetta fase due e siamo attenti nel recepire le norme dei decisori politici istituzionali, sulla base dei dati forniti dal comitato tecnico scientifico, delle istanze promosse dai Governatori delle Regioni, dai rappresentanti del mondo del lavoro, sindacale e di categoria. Certamente il momento non è facile ed è importante dare prova di grande unità. Ne verremo fuori tutti insieme se sapremo fidarci gli uni degli altri.

Ricordo a tale proposito le parole di un comandante di sommergibili della nostra marina militare che ha combattuto durante la seconda guerra mondiale. In situazioni d’emergenza, quando si è a bordo di un sommergibile, si è tutti uguali, ciascuno con il suo piccolo ma importante ruolo, tutti insieme. Oppure per fare un esempio della nostra aeronautica militare, la PAN in formazione di volo è unita e compatta, perché i piloti si fidano ciecamente gli uni degli altri.

La Piccola Treccani definisce lo Stato “una comunità politica costituita da un popolo stanziato in un determinato territorio e organizzata unitariamente come persona giuridica collettiva, e titolare di un potere sovrano (governo), cui si è riservato il monopolio dell’uso legittimo della forza (potere coattivo), allo scopo di garantire l’ordine pubblico interno e di assicurare la difesa contro eventuali nemici esterni”.

A tal proposito può venirci in aiuto la storia della filosofia. Emanuele Severino scrive, riguardo il pensiero di Hegel, nel volume dedicato alla filosofia moderna (La filosofia dai greci al nostro tempo- BUR saggi Rizzoli) che il filosofo tedesco definisce lo Stato come mediazione della natura attraverso cui l’idea si fa Spirito e lo Spirito è lo sviluppo che dalla separazione degli opposti (Spirito soggettivo e Spirito oggettivo) perviene alla loro unificazione nello Spirito assoluto (dove, daccapo, l’opposizione di arte e religione è superata dalla filosofia).

“Lo Spirito oggettivo, non in quanto principio psichico e coscienza individuale, ma in quanto mondo umano realizzantesi nelle diverse forme di istituzione sociali, e soprattutto in quella istituzione suprema che è lo Stato (la quale per Hegel è la sintesi in cui restano unificati gli opposti che, nello Spirito oggettivo, sono costituiti dalla famiglia e dalla società civile)”.

Secondo il pensiero hegeliano, proprio il processo dialettico, e quindi il processo che conduce dall’idea allo Spirito, ha un “andamento irresistibile”; lo sviluppo che unisce gli individui nello Stato (e prima ancora nella famiglia e nella “società civile” che è la rete di rapporti economici e giuridici) ha esso stesso uno sviluppo necessario inevitabile, non dipendente dall’ iniziativa degli individui e dalla loro decisione di unirsi mediante “un contratto sociale”.

Il rifiuto hegeliano della prospettiva contrattualistica coincide con il recupero della concezione aristotelica dello Stato quale ente naturale.

Come Aristotele, Hegel rileva appunto che lo Stato è il fine immanente dell’individuo. Non è il semplice prodotto della volontà individuale, esso è volontà divina.

Questo nuovo virus ha cambiato la nostra vita nei rapporti sociali e nell’organizzazione del mondo del lavoro. Dobbiamo prendere atto che non possiamo più ragionare e vivere come prima. Occorre scrivere nuove regole di comportamento.

Per esempio, per i medici ed il personale sanitario, bisogna ripensare ad una legge scudo ad hoc che superi l’attuale legge Gelli sulla responsabilità medica civile e penale, così come sarebbe importante riscrivere le leggi che regolano l’economia e gli equilibri tra i vari Stati ai tempi del COVID 19. Ma riscrivere le regole richiede tempo, fatica, confronto con i vari attori negli organi istituzionali. Tuttavia i vari problemi contingenti richiedono soluzioni immediate, che devono essere prese secondo criteri guida di buon senso, condivisione e solidarietà.

Occorre essere uniti, solidali, lottare per degli ideali, così come diceva l’amato maestro Ezio Bosso, che concepiva la musica come rapporto speciale di comunicazione tra uomo e Dio.

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