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Ambiente

CRESCERE SENZA DISTRUGGERCI

ARTURO BORTOLUZZI - 29/05/2020

Le concentrazioni di polveri sottili

Le concentrazioni di polveri sottili

Dalle indagini che vengono svolte sull’inquinamento della terra, non si può non prendere atto del fatto che viviamo in un mondo che già ci ha offerto più della disponibilità che poteva di ospitare attività antropiche (chimiche, energetiche, industriali, eccetera) che ci permettono di godere del tenore di vita che abbiamo ora.

Non possiamo chiedere di più al nostro pianeta. Dobbiamo saperci fermare, migliorare le nostre tecnologie e poi ripartire. Non si può continuare a crescere. È una follia volerlo fare! Dobbiamo pensare certamente a noi. Dobbiamo anche farlo nei confronti delle generazioni future che dovranno poter godere di quanto abbiamo avuto noi e vedere quanto abbiamo visto noi.

Volendo far conoscere il mio pensiero riguardo il periodo di clausura dovuto alla questione dell’emergenza per la pandemia, non posso non prendere atto di quanto sia molto alta l’importanza di avere nelle battaglie ambientaliste il supporto degli organi di informazione fino al loro compimento.

È la scoperta dell’acqua calda, mi potrebbero dire, ma è una evenienza, questa, che stupisce tanto è efficace.

Mi riferisco al fatto che molto insistente è stata l’attività di tutti gli organi di informazione verso l’atteggiamento della collettività sul modo in cui doveva comportarsi (necessità di indossare una mascherina e mantenimento della distanza tra le persone). Il risultato è stato di poter avere esiti confortanti quanto al minor numero di coloro che sono deceduti o che non dovevano essere ospedalizzati.

Ora i mezzi di informazione hanno anche la responsabilità di portarci molto avanti rispetto a quanto siamo ora. Innanzitutto, dobbiamo sconfiggere il Covid 19, affrontare quelle lacune che l’attuale pandemia ha evidenziato ma, soprattutto, le questioni climatiche ambientali portate avanti dalle associazioni ambientaliste tra cui certamente la questione dell’emergenza climatica in corso. Emergenza climatica, che in pianura padana (oggetto di una invasione in inverno molto spesso sopra i limiti di legge) ha avuto una diffusione molto accentuata.

Concordo pienamente con il consigliere regionale Cenci che ha diffuso una comunicazione agli organi di informazione proprio chiedendo: “Una volta superata l’attuale epidemia si spera che chi ci governa nelle regioni del nord e chi sta a Roma inizi ad elaborare un piano per rendere l’aria della pianura padana respirabile e si possano, anzi si debbano, ridurre in modo drastico i morti. I cittadini del nord non devono subire e pagare l’equivalente di tre Covid 19 ogni anno”.

Guido Harari sul Corriere della sera a ha voluto evidenziare opportunamente i dubbi metodologici ed epidemiologici di una parte della comunità scientifica, considerato, nell’articolo da lui firmato, i due studi che analizzano il rapporto tra smog e coronavirus. Questi darebbero delle basi scientifiche a quanto diciamo sia io che Cenci.

Il primo studio, messo a punto dall’Università di Harvard, diffuso in via preliminare e senza che sia ancora stato sottoposto a tutti i processi di valutazione delle pubblicazioni scientifiche, sostiene che esiste un legame fortissimo fra Pm2,5 e Covid-19, addirittura che per ogni aumento di 1 mcg/m3 si registrerebbe un incremento della mortalità del 15%.

L’altro studio italiano della Società Italiana Medicina Ambientale, dell’Università degli Studi di Bari “Aldo Moro” e dell’Università di Bologna sostiene che alte concentrazioni di polveri sottili a febbraio in Pianura Padana hanno esercitato un’accelerazione anomala alla diffusione virulenta dell’epidemia.

Quindi abbiamo tutte le basi, sia io che il professor Cenci, di chiamare a pieno titolo il Ministro all’Ambiente per occuparsi della questione evidenziata.

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