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Opinioni

L’ESEMPIO DI SARONNO

ARTURO BORTOLUZZI - 30/04/2021

L’ex Isotta Fraschini a Saronno

L’ex Isotta Fraschini a Saronno

Tempo fa avevo scritto su questo giornale online molto perplesso riguardo il progetto del recupero dell’ex Aermacchi, dove il Comune di Varese ha acconsentito che i proprietari attuali possano fare tabula rasa degli spazi industriali ancora con elementi di pregio. Subito dopo, dagli organi di informazione, ho appreso dei principi alla base del recupero dell’ex Isotta Fraschini da parte di un privato. Questi è il Signor Giuseppe Gorla, ex manager che l’ha comparata e che la vuole donare alla collettività.
Ho chiesto a Davide Galimberti di sentire il Sindaco di Saronno per cercare di evitare perdite importanti della storia della Città. Parlare con lui di come recuperare gli edifici dismessi di imprese che con la loro attività hanno costituito parte della storia cittadina, potrebbe fornirgli spunti interessanti molto vicini a quelli che ho scritto su questo giornale e a lui. Spunti che potrebbero farlo riflettere e portarlo a riconsiderare quanto ha deciso la giunta comunale.

Innanzitutto la ex storica fabbrica saronnese non viene rasa al suolo come la Macchi in oggetto ma solo in parte.

In ciò che verrà costruito si troverà spazio per tutti: ci saranno spazi per la cultura, la storia, la residenza. La attuale proprietà afferma che:

«Attorno all’ex Isotta c’è grande interesse da parte dei cittadini, non solo saronnesi. Stiamo trattando questi 120mila metri quadrati in tutto e per tutto come “bene comune”; è un esperimento al quale in tanti, pure architetti e costituzionalisti, guardano con enorme attenzione». Come ha ricordato la proprietà, «al posto dei 500 appartamenti che sarebbero potuti sorgere secondo le “solite” logiche di recupero delle aree dismesse, qui si stanno mettendo le basi ad un intervento che possa rappresentare una occasione per tutta la città ed il comprensorio».

Questo è ciò che avremmo voluto sentire dal sindaco di Varese e che contiamo ancora possa aver voglia di fare.

Il primo cittadino non ha realizzato almeno tre iniziative doverose: non ha fatto partecipare la città alla scelta del Comune, facendo innanzitutto vedere a tutti gli ambienti storici della gloriosa impresa. Questi verranno abbattuti. Non sappiamo se il Comune abbia raccolto i dati ancora esistenti della ex Macchi e se vi sia almeno l’obbligo da parte della società compratrice della gloriosa azienda, di realizzare almeno un supporto digitale che ne custodisca la storia dalla costituzione, al bombardamento durante la guerra, al trasferimento delle attività.

Il Comune di Saronno non ha voluto restare fermo, avendo un ruolo attivo nel recupero della ex Isotta. L’assessore alla Rigenerazione urbana, Alessandro Merlotti, in questi giorni ha detto di pensare a un ruolo di “regia” da parte del Comune, includendo anche le aree dismesse adiacenti: quella che si trova subito a sud è che è proprietà dell’immobiliare GB, l’area a nord denominata Isi-Cemsa, e anche l’area comunale che si trova a ridosso della ex scuola Bernardino Luini, dove dovrebbe essere realizzato un parcheggio interrato.

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