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Noterelle

LIBERI MA ANCHE SAGGI

EMILIO CORBETTA - 16/07/2021

vacciniMa siamo sufficientemente saggi per essere liberi, o meglio considerarci liberi? La sfida delle vaccinazioni in corso ci porta a porci questa domanda.

La vaccinazione è un gesto medico capace di farci superare una malattia (in certi casi perfino di debellarla) con un minimo carico di sintomi secondari, o talvolta addirittura senza,  poiché stimola in modo adeguato il nostro sistema immunitario, fantastica struttura per noi ancora molto misteriosa, che stiamo conoscendo sempre meglio grazie alle esperienze e studi, sistema capace di difenderci nei confronti di microbi, parassiti, virus, elementi estranei ma talvolta anche aggressivi nei confronti delle nostre stesse cellule.

Vaccinazione: atto medico dei più sicuri tra tutti quelli a nostra disposizione, per cui è incomprensibile, folle la campagna “negativista” contro di essa, campagna sostenuta spesso con subdole (criminali) fake news come l’accusa di essere causa d’autismo nei bimbi vaccinati nei primi anni della loro vita, oppure come il modo con cui vengono enfatizzati i rari (statisticamente parlando) incidenti avversi registrati in questa gigantesca campagna vaccinale realizzata con veramente grande impegno da parte di tutti noi.

Considerando la gravità della pandemia, la vaccinazione avrebbe potuto essere resa obbligatoria a tutti;  invece per molti motivi si è deciso di lasciar libera la scelta, ma per renderla veramente libera e nello stesso tempo  efficace, ai “vaccinandi” è richiesta tantissima equilibrata saggezza, tanto buon senso, pragmatismo, ossia lo stare con i “piedi per terra”, come si suole dire, senza negare ma nello stesso tempo enfatizzare eventi avversi da affrontare superando le emotività, le istintive naturali paure e nello stesso tempo cercando non essere fatalisti.

A nostro favore abbiamo le esperienze di pandemie avvenute nel passato, maggiori conoscenze scientifiche, maggiori capacità  e possibilità igieniche (nel 1800 per applicare le regole d’igiene ci furono polemiche con scontri fin troppo vivaci tra i medici), farmaci un tempo assenti, tecnologie rianimatorie sempre più efficaci, popolazioni nell’insieme più robuste, più forti rispetto a un tempo, ma abbiamo ancora tanti fattori contro: i virus purtroppo sono ancora molto misteriosi così come  le loro caratteristiche di sviluppo, le loro capacità di variare secondo il modo con cui si moltiplicano, il modo con cui ci aggrediscono, i rapporti che hanno con altri fattori patogeni; a questo si aggiunge  l’incompletezza delle conoscenze riguardanti il nostro organismo in tutte le sue componenti, fra cui  per l’appunto il nostro sistema immunitario. È dura la battaglia tra il virus e il nostro sistema immunitario e dobbiamo scoprire molte altre sfaccettature di questo duello e purtroppo incassare ancora sconfitte ogni giorno con nuovi decessi.

Per essere veramente liberi non dobbiamo marciare contro la vaccinazione ma nello stesso tempo non dobbiamo aspettarci miracoli: importante è usare saggezza, misurare il valore delle esperienze vissute e valutare bene quelle nuove per comprendere le caratteristiche cliniche delle patologie che dobbiamo affrontare.

L’esperienza ci dice che, per superare una pandemia, c’è la necessità assoluta di raggiungere quella che si definisce “immunità di gregge”, che le statistiche epidemiologiche precedenti confermano essere efficace quando almeno il 75% della popolazione è diventata immune nei confronti della patologia.

All’inizio della pandemia non si conosceva bene la clinica della malattia definita “polmonite atipica”, ma nemmeno si conoscevano le reazioni del sistema immunitario nei confronti dell’ignoto virus e ancora adesso si sta studiando la patologia in atto su un campione immenso di casi e si rilevano le numerose varianti, destinate ad aumentare proporzionalmente alla diffusione della pandemia stessa.

Siamo stati lasciati liberi di decidere se vaccinarci o no, ma siamo correttamente consci delle conseguenze della scelta? Conosciamo bene la capacità del nostro personale organismo di reagire nei confronti del virus? Quale la possibilità di produrre gli anticorpi? Per quanto tempo siamo protetti? E il virus che tempi di incubazione ha? Sappiamo che, esclusi i rarissimi casi secondari gravi attribuibili ad un certo tipo di vaccino, le altre manifestazioni secondarie (che confermano comunque l’azione del vaccino stesso sul nostro fisico) sono infinitamente meno gravi del Covid stesso.

Purtroppo i mass-media non ci aiutano a scegliere, anzi diffondono troppa emotività per cui la nostra libertà viene molto penalizzata, come viene penalizzata dalla perfida capacità dell’arte della comunicazione di diffondere notizie colorandole di ottimismo o paure puntando troppo sull’audience.

E la libertà che nei giorni scorsi è stata legata addirittura all’obbligo dell’uso o no della mascherina. “Finalmente liberi di non portarla” si proclama! Liberi di andare al ristorante o di godere la “movida”. Sottolineiamo questo per indicare quanto siano vaghi i nostri concetti di libertà, libertà che ha il grande limite nel rispetto degli altri: non raggiungere la immunità di gregge significa esporre parecchi alla possibilità di morte se colpiti dal Covid-19!  E allora? Obblighiamo? O cerchiamo d’essere più saggi possibile? Forse è sufficiente! Sufficientemente liberi di rispettare il bene di tutti, anche di quelli che ci sono nemici.

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