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Noterelle

M’IMBROGLIANO

EMILIO CORBETTA - 23/07/2021

tvPerché mi imbrogliano sempre? È la sensazione che provo davanti a un telegiornale, ma è anche la sensazione che provo quando leggo certi giornali o ascolto certi programmi radio. Spontanea la sensazione che stanno cercando di manipolare le mie opinioni, il mio pensare. Mi sento spinto a vivere come vogliono loro e non come desidererei io. Ho la necessità di avere notizie concrete, di sapere cosa è successo o sta succedendo nella realtà. Loro hanno altri intenti, non sono obiettivi, mi deformano le notizie, mi obbligano a vedere le facce dei soliti personaggi (oltre tutto nemmeno tanto belli) che ripetono quasi sempre le stesse cose: nulla a che fare col reale. Ascoltando l’Angelus domenicale di papa Francesco, mi capita di cogliere l’invito a pregare per drammi di certi paesi del mondo e mi stupisco, perché per me è una notizia nuova. Perché è stata taciuta dai nostri canali d’informazione? Mi hanno parlato di cantanti, di eventi sportivi, di fatuità ma non di quello che succede dove impera ora il freddo dell’inverno, dove ora domina il Covid, dove mancano le bombole per l’ossigeno, dove c’è la fame, la guerra, dove ora i bimbi muoiono perché non ci sono antibiotici. Mi nasconderebbero addirittura i morti per l’alluvione del Nord Europa….

Una volta scrivevo con penna a sfera manualmente su un foglio di carta. Se era una lettera importante ricorrevo all’aiuto di qualcuno più bravo che già usava “la macchina “, la famosa Lettera 22 dell’Olivetti. Io invece, con quel mezzo e con le correzioni che dovevo fare, impiegavo un’eternità ed il foglio era pieno di baffi lasciati dalle correzioni manuali. Adesso scrivo con un costoso strumento che ha dentro un programma che mi corregge automaticamente gli errori ma che spesso mi impone i suoi vocaboli. É comodo ma costoso, anche se sembra piccola la cifra mensile che devo però moltiplicare per dodici: e la cifra si fa più alta. Ho a che fare con un Paperon dei Paperoni dei fumetti dell’infanzia, che accumulò un gran tesoro con un cent alla volta? Sto cercando di riderci sopra, ma quanti stanno usando ora come me questo programma? Ma questo mezzo è anche in grado di controllarmi. Ad esempio: quando cambio la cartuccia della necessaria stampante, dopo pochi minuti mi vengono fatti i complimenti per aver usato la cartuccia giusta. E se usassi un’altra cartuccia? Non oso perché la stampante potrebbe venir “degradata”: da sola? proprio da sola? Domanda maliziosa, ma loro sanno che cosa uso. Profumo d’imbroglio!

Questa è una piccolezza. Su altre cose importanti mi sento imbrogliato, in particolare quando mi ripetono i drammatici numeri della pandemia: possono essere detti indicando sofferenze leggere, ma tacendo sul fatto che nei colpiti possono restare gravi postumi; ci sono morti nascosti nei numeri. Molti siamo stati toccati dalla morte di un parente, di un amico con cui non scambiamo più affetti, parole e magari affettuose litigate.

Mi sento imbrogliato quando dicono che la maggioranza della gente dà il valore della libertà alla necessità dell’uso della mascherina e delle norme igieniche. Ricordo già nell’adolescenza le discussioni sulla libertà con amici, con insegnanti o all’oratorio con il prete (allora c’era – non come cantava Celentano- ed ha lasciato in noi tracce più o meno accolte). Cosa molto diversa la libertà rispetto a quella di bere alcool con salatini alla “movida” ma senza mascherina, vicino ad altri, sputandoci, pardon buttandoci addosso tutte le “drops” che la libertà ci permette di ricevere.

Mi sento imbrogliato quando sento la frase “prima gli italiani”! Ma chi li ha mai messi secondi? Piuttosto invece dove sono gli italiani? Sono quelli (per fortuna non tutti) del “reddito di cittadinanza” che son soddisfatti di quello e non cercano lavoro? O le migliaia che lo ricevono senza averne diritto? Quanti Italiani all’estero? Mi sento imbrogliato per le migliaia di giovani che han fatto l’esame di maturità con un’ora di colloquio, ma poi sono costretti a esasperate prove di selezione per accedere alle Università, subendo taglieggiamenti incomprensibili che possono rubare qualche anno di vita. Sono noti a tutti i trucchi in quelle tabelle che ti portano in errore senza misurare il tuo sapere, il tuo tasso di intelligenza, ma solo l’astuzia. È una soluzione giusta?

Ma ”sempre” mi imbrogliano? No, quando mi dicono che la vera prova per noi tutti sarà in autunno, ancora per tutti gli aspetti della nostra vita (è un concetto di Draghi). Non mi imbrogliano quando mi invitano a studiare nuove vere metodiche di difesa dai virus come aereazioni delle aule scolastiche, degli ambienti di lavoro, degli ambienti di riunioni e di incontro.

Mi imbrogliano invece quando riempiono, in questi ancora incerti chiari di luna, gli stadi per un evento sportivo. Ma perché correre questi rischi? Quanto rende uno stadio pieno di tifosi? Quanti potrebbero essere gravemente danneggiati? Queste strutture hanno esigenze importanti, ci vogliono soldi e poi nessuno verrà inquisito se le statistiche pandemiche salteranno ancora.

E le discoteche? Al posto d’invocare, pretendere sovvenzioni di sostegno, perché non mettere a punto nuove tecniche di gestione? E così per i centri d’incontro sociali utili per il nostro vivere: come gestirli senza penalizzare? È solo la legge di sviluppo del virus, nella sua naturale diffusione, nella sua capacità di mutazioni, è sua l’intelligenza che ci condanna allo scacco? Proprio non sappiamo trovare la mossa, l’arroccamento vincente?

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