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Garibalderie

FRATELLI DI SPORT

ROBERTO GERVASINI - 14/01/2022

jacobsQuando nasce lo “Sport moderno”? In Italia fin dal ‘500 cresce l’interesse del gioco del “pallone col bracciale” finché il grande interesse costrinse, nel 1800, a costruire gli sferisteri, gli stadi di allora, dove si praticavano anche antichi giochi italici come la Pillotta ed il Tamburello.

La capitale dello sport moderno in Italia è indubbiamente Torino. Nel 1833 Carlo Alberto si occupa del suo rampollo Vittorio Emanuele, della sua educazione e chiama, per curare una sana crescita del principino ma anche degli allievi della Reale Accademia Militare, un “maestro di sport” svizzero, Rudolf Obermann che, nel 1844 con nuovi adepti, fonda la prima società sportiva in Italia, la Reale Società Ginnastica Torino.

Negli stessi anni re Ferdinando II delle Due Sicilie, il famoso “Re Bomba”, mette a capo di una Commissione per la riforma della Pubblica Istruzione (l’analfabetismo raggiungeva il 78% al Sud e poco meno al Nord) nientemeno che Francesco de Sanctis che si dimostra molto preoccupato della salute dei piccoli e inserisce programmi mirati di educazione fisica. Con la Legge Casati nel 1859, viene introdotto nel regno di Sardegna l’insegnamento della ginnastica. Negli stessi anni nascono le prime società sportive a Venezia, Genova, Trieste, Pisa. Solamente nel 1877 però, con la Legge Coppino che rende obbligatoria l’istruzione dei giovani in tutto il regno, l’educazione fisica diventa obbligatoria nelle scuole, dalle elementari alle superiori.

Piace ricordare, per evidenziare il già notevole interesse popolare per i giochi col pallone, che nel 1849, dopo la caduta della Repubblica Romana, Garibaldi si avviò verso Venezia con circa 4000 garibaldini che rischiarono di essere sorpresi ed accerchiati dagli austriaci e dai ducali a Castiglion Fiorentino, dove si erano fermati per assistere ad una partita di pallone col bracciale tra i locali e Monte san Savino.

Nascono via via le società sportive e quindi si costituiscono le federazioni delle stesse nelle diverse discipline. La prima a nascere è la federazione della Ginnastica nel1869 ma ben prima, 1863, grazie a Quintino Sella, grande uomo e politico, nasce il CAI, il Club Alpino Italiano.

Nel 1885 nasce la federazione ciclistica; nel 1888 quella di canottaggio. Gli impianti sono modesti, l’organizzazione di manifestazioni problematica. Nascono anche i primi giornali “sportivi”. A fine secolo si stima che le società sportive fossero oltre cinquemila nel regno ed i praticanti associati alle stesse oltre centomila: la disciplina oggi più popolare, il Football, soppianta il pallone col bracciale e non a caso le prime squadre nascono in città marittime dove approdano marinai inglesi: Genova (Genoa 1893) è la prima squadra italiana di football, poi Napoli, Palermo, Livorno. È infatti il Genoa che vince il primo campionato italiano nel 1898. Nasceranno in seguito l’Udinese nel ‘96, la Juventus nel ‘97; Il Milan nel ‘99; la Lazio nel 1900; l’Hellas Verona nel 1903; il Torino nel 1906; l’Inter nel 1908; il Varese nel 1910.

Il pianeta femminile si avvicina alle discipline sportive molti anni dopo. In epoca fascista si ha un incremento delle attività “ginniche” anche attraverso l’Opera Balilla e solo nel 1942 nasce il C.O.N.I. (Comitato Olimpico Nazionale Italiano). Il resto è l’altro ieri.

Torniamo allegri e ai giorni nostri: ci solleva il pensare che perlomeno in ambito sportivo l’Italia non è “un’espressione geografica” come affermava il conte austriaco Klemens von Metternich, nei primi anni del 1800, mentre fa sorridere noi italiani aver sconfitto i pecorai inglesi al football, al Wembley Stadium, in casa loro, i maestri. Gli azzurri han battuto i maestri ma hanno fatto anche “gli americani” in Atletica. Per chi scrive la vittoria più significativa resta infatti quella della staffetta 4×100 che, con Jacobs vincitore nei 100 metri, è impresa riservata a USA e Giamaica. L’America siamo noi. Per 4 anni.

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