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Noterelle

COSTI

EMILIO CORBETTA - 22/04/2022

guerraQuanto costa mantenere un esercito in tempo di pace? È quanto costa invece di più in tempo di guerra? In questa evenienza ai costi economici s’aggiunge il tributo di vite umane.

Costruire e mantenere un carro armato, con tutta la sua tecnologia, non è un deficit rispetto a costruire e mantenere un trattore agricolo o un caterpillar? E se poi il carro armato si guasta? E se me lo rompono con qualche elementare trucchetto? E quanto costa mantenere una nave da guerra? Un sottomarino nucleare? Invece una nave da crociera economicamente rende (sempre che sia condotta da un intelligente e non da una testa stupida come il passato ci ha insegnato).

Vien da chiederci: non c’è la possibilità di evitare questi sacrifici economici e tante sofferenze umane? Immaginiamo che io, autocrate di una potenza, abbia la necessità di avere uno sbocco al mare in un certo punto della costa di una particolare regione; ma lì sono già insediati altri uomini con le loro famiglie, le loro economie, la loro vita. Come risolvere il problema?

La storia passata ci dice che con un esercito mi posso appropriare di quell’area di cui ho bisogno. Ma sia economicamente che in vite umane quanto costa questa operazione? Non ci sono altre possibilità per cui si possano evitare costi così pesanti? Pur essendo convinto di avere a mia disposizione la potenza di armi tali da poter occupare col mio esercito le aree strategiche, sono proprio sicuro che tal modo (vecchio e superato) di agire mi porti gli sperati vantaggi previsti? Vale proprio quella spesa?

Non esistono altre possibilità per cui evito sofferenze ai miei simili e non faccio sprechi? I miei consiglieri militari mi assicurano che io ho veramente a disposizione una potenza tale che facilmente verrò a capo della situazione. Ma sono proprio sicuro che “quelle teste lì” abbiano una visione reale dello stato delle cose e che non stiano sbagliando? Quelli lì hanno veramente una cultura strategica giusta? Non é che i loro occhi boriosi sottovalutano gli altri?

E poi avere nelle mani un territorio pieno di macerie compensa l’investimento fatto? E non è che si possa trovare il modo di comprare quelle aree che ritengo importanti per la mia economia? È possibile fare questa operazione pacifica o è utopia?

Utopia! Se vado avanti a pensarla come sempre si è pensato e agito nel passato, senz’altro è utopia, ma cercare un modo diverso, più intelligente, tale da creare vantaggi sia a me che a quelli con cui ho a che fare non sarebbe molto meglio? Con diplomazia chiedere: “Il vostro bel porto non potreste affittarmelo?” “Ma anche noi ne abbiamo bisogno”… “È se troviamo il modo di ingrandirlo? Lo gestiamo assieme e risparmiamo un sacco di soldi”…

Utopia perché non sappiamo agire così e si va avanti col modo vecchio e violento. Vecchio fino ad un certo punto perché in certe regioni ed in certi periodi i porti venivano considerati “porte di mare” con tante possibilità di gestione, di commerci e scambi. C’era magari un po’ di confusione ma tutti stavano meglio.

Guerreggiando chi ci rimette di più? Come al solito i soldati semplici mentre vediamo gli ufficiali infilarsi in ripetuti errori distruggendo il più possibile, riversando immensi dolori sui più deboli, come le donne, i bambini, gli anziani. E poi …la violenza suscita nuova violenza. Sarebbe così bello risolvere tutto in modo pacifico sorridendo..

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