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Il Mohicano

LA BELLA PRIMAVERA

ROCCO CORDI' - 14/10/2022

labellaPer puro caso proprio adesso, a pochi giorni dal voto che ha consegnato la vittoria alla destra, esce il nuovo libro di Claudio Macchi “La bella primavera. Antifascisti e partigiani varesini che lottarono e morirono per la libertà di tutti”.

Un momento difficile per la vita di ciascuno, già duramente provata dal protrarsi di una crisi economica e sociale sul cui esito nessuno è in grado di fare previsioni. L’esito delle elezioni è figlio diretto di quel vasto malessere sociale esistente da tempo e che la pandemia prima e la guerra scatenata dalla Russia hanno poi ulteriormente aggravato. A nessuno però può sfuggire che, per la natura del partito dominante nella coalizione vincente e le idee di cui è impregnato, quel risultato muta sostanzialmente l’asse politico del Paese. Si discute molto sulla natura di Fratelli d’Italia e chi li guida e ci si interroga se sono fascisti, post fascisti, anti-antifascisti o chissà. Un dato certo è che il nuovo partito di maggioranza relativa è una forza che si dichiara erede del Msi e che nel suo programma l’identità di destra è chiaramente visibile. Sarà la prova di governo a farci capire meglio, ma è bene non sottovalutare.

Proprio in questo clima il richiamo alla Resistenza e lo studio di quella fase sono più che mai necessari. Non si tratta semplicemente di “rivisitare” un evento del passato che in molti vorrebbero archiviare come “una storia superata”, estranea ormai al nostro mondo e alla nostra realtà, ma di ritrovare attraverso la riflessione critica sul passato motivi e criteri di orientamento nel cammino che stiamo percorrendo nel nuovo disordine mondiale segnato da guerre, squilibri sociali e ambientali che mettono a rischio la nostra stessa sopravvivenza.

In questo contesto il nuovo libro di Claudio Macchi assume un valore ancora più pregnante. Egli con lo scrupolo da studioso e ricercatore serio qual è, ripropone e riporta alla luce fatti e persone che hanno dato vita ad una delle pagine più intense della nostra storia locale, che poi è anche storia nazionale. La sua ricerca si estende notevolmente abbracciando l’intero periodo tra le due guerre mondiali e oltre a ricostruire le vicende storiche dell’antifascismo e della Resistenza varesina rende omaggio ai suoi protagonisti riportando l’elenco dettagliato degli oppositori: da quelli schedati durante il ventennio ai combattenti nel movimento di liberazione, dalle vittime militari a quelli civili. Sono incluse 118 foto di perseguitati politici e di resistenti e delle lapidi poste, in Varese, a loro ricordo.

L’intento è di comprendere le cause che hanno determinato l’avvento del fascismo e, soprattutto, evidenziare la straordinaria prova di “resistenza antifascista” che prende corpo e si sviluppa fin dagli anni venti. La Resistenza, la “bella primavera”, non sarebbe stata possibile se alle spalle non avesse avuto il “lungo inverno” durato venti anni. La Resistenza è maturata nell’oscurità della cospirazione, dell’esilio, delle carceri e dei luoghi di confino, e si è illuminata con il sacrificio, anche estremo, di uomini e donne che non hanno mai voluto sottomettersi. E si è pure fatta strada tra quei giovani, che dal fascismo erano stati educati e plasmati. Giovani che avevano finalmente aperto gli occhi davanti ai disastri e alle brutalità del regime. Ed è perciò nel suo legame con la lunga opposizione al fascismo che la Resistenza assume il suo pieno significato storico: momento culminante di sviluppo e di affermazione di una nuova coscienza civile e politica che troverà nella Costituzione repubblicana la sua espressione più alta e diverrà così tratto distintivo della Repubblica italiana.

Nel suo libro Claudio Macchi offre spunti e materia di riflessione davvero preziosi. Riscoprire gli ideali, i valori e le motivazioni più profonde, di tante donne e tanti uomini che hanno combattuto con passione e coraggio, ha un valore straordinario dal punto di vista storiografico ma è anche uno stimolo potente per affrontare al meglio le sfide del presente. Soprattutto per le nuove generazioni che hanno bisogno di memoria attiva e non di semplici commemorazioni.

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