Widgetized Section

Go to Admin » Appearance » Widgets » and move Gabfire Widget: Social into that MastheadOverlay zone

Il Mohicano

PENSIERO LUNGO

ROCCO CORDI' - 10/05/2024

berlinguerSono trascorsi 40 anni dalla scomparsa di Enrico Berlinguer eppure ancora la sua figura e i suoi pensieri sono motivo di rispetto, attenzione e riflessione, certamente tra quanti hanno vissuto e condiviso la sua stagione politica, ma anche tra tantissimi venuti dopo.

Per ricordarlo degnamente si è costituito un comitato provinciale con l’obiettivo di far conoscere lo straordinario lascito politico e culturale dell’uomo che ha guidato il PCI in una fase di grandi trasformazioni economiche e sociali e fortemente segnato dalla partecipazione attiva di milioni di persone in ogni piega della società.

Va ricordato, a chi non c’era e pure a quanti hanno la memoria corta. che per fermare quella imponente spinta al cambiamento, di cui il PCI fu protagonista di primo piano, si misero in moto forze interne e internazionali mettendo a dura prova la tenuta stessa della nostra democrazia e della Repubblica nata dalla Resistenza.

Forze potenti e persino tra loro opposte, ma accomunate dall’obiettivo di bloccare o deviare il corso del tumultuoso processo di rinnovamento innescato dalle lotte operaie e studentesche di fine anni sessanta. A questo sono serviti lo stragismo fascista, il terrorismo delle BR, gli attentati di marca mafiosa.

Tra il 1969 e il 1984 alla guida del PCI c’è stato Enrico Berlinguer. Nei primi tre anni nel ruolo di vice segretario e successivamente da segretario generale. Un quindicennio ricco di novità e sicuramente uno dei periodi più aspri e drammatici del dopoguerra in cui, tra l’altro, venivano messi in discussioni gli assetti politici e sociali del Paese. Berlinguer ha saputo affrontare le sfide di quel momento con coraggio e spirito innovativo, con intransigente coerenza e serietà politica ed intellettuale, sia sul piano interno che su quello internazionale. Nell’Italia sottoposta a profondi mutamenti e in cui vigeva il principio, imposto dagli USA, della esclusione dei comunisti dal governo, Berlinguer ha agito con grande consapevolezza e alto senso di responsabilità. Ha saputo comprendere i fenomeni sociali e la domanda diffusa di emancipazione, giustizia sociale, libertà e liberazione umana, andando spesso controcorrente e anche oltre gli schemi tradizionali del movimento operaio e del pensiero marxista. Mentre nel mondo diviso dalla guerra fredda si è mosso con determinazione contro la logica dei blocchi contrapposti, per la coesistenza pacifica, a sostegno delle lotte di liberazione dei popoli soggiogati dal colonialismo e dalle mire imperialiste. Ha avuto rapporti incessanti con tutte le forze della sinistra europea per definire, grazie anche al grande contributo di Altieri Spinelli eletto nelle file del Pci, una nuova idea di Europa democratica e sociale, “nè antiamericana, né antisovietica”.

Un impegno incessante che ha consentito al PCI di raccogliere il consenso di un italiano su tre (quando votava il 94% di elettori) che, in cifre assolute, vuoldire 12,6 milioni di voti (300mila in più di quelli avuti alle ultime politiche da tutto il centrodestra!

Interrogarsi oggi, a quaranta anni dalla scomparsa, sull’eredità politica e morale di Enrico Berlinguer, al di là di ogni tentazione nostalgica o riconoscimenti di facciata, significa affrontare di petto le cause reali che sono alla base della crisi in cui vive la sinistra e non solo quella italiana. Cause strettamente legate alla difficoltà di comprendere e cercare soluzioni al dramma odierno di un mondo dilaniato dalle guerre e di un Paese in cui gli squilibri sociali e territoriali si fanno sempre più acuti. In questo contesto la “politica” si rivela nel suo volto peggiore per povertà di idee e incapacità di indicare soluzioni credibili capaci di ricreare partecipazione e fiducia nel futuro. Ed è così che tra i cittadini crescono distacco e abbandono alimentando la fuga dalle urne, ormai a livelli patologici, e minando alle basi la nostra già fragile democrazia.

Il comitato che abbiamo costituito ha l’ambizione di rivisitare alcuni dei “pensieri lunghi” di Berlinguer alla luce delle contraddizioni e dei problemi del mondo d’oggi. Pensieri forti, non ricette preconfezionate. Spunti di riflessione e sollecitazioni utili per chiunque voglia ridare dignità e senso a parole che le hanno perse. Ecco i temi al centro del vasto programma che intendiamo realizzare nel corso dell’anno: rinnovamento della politica e questione morale, coesistenza pacifica e governo mondiale, “terza via” e ruolo dell’Europa, questione femminile, modello di sviluppo e questione ambientale, lavoro e e rivoluzione tecnologica.

Una mostra foto-bibliografica verrà allestita presso la sala Veratti, apertura al pubblico 25 maggio-2 giugno, mentre è già in circolazione il libro-ricordo “1981 Berlinguer a Varese.

Rocco Cordì, del comitato provinciale “ricordo Berlinguer”

Facebooktwittergoogle_plusredditpinterestlinkedinmail

You must be logged in to post a comment Login