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Sport

IL ‘CLERMONTOIS’

MAURO DELLA PORTA RAFFO - 14/10/2022

raphael-geminianiRaphael Geminiani!

Punto esclamativo (userò qui molti punti ‘ammirativi’, come si diceva una volta).

Il duro e arcigno scalatore d’Oltralpe d’un tempo – quanto alle due ruote, il figlio prediletto di Clermont Ferrand – ha lasciato oggi il campo ad un simpatico Signore nel giugno scorso inquadrato in ottima forma intento a festeggiare con una bella fetta di torta i compiuti novantasette anni.

Briscola!

Di lui adesso si parla appunto per la longevità (ha esordito al Tour de France addirittura nel 1948: quasi tre quarti di secolo fa!), ma per davvero lunghi anni lo si riscopriva ricorrentemente solo per essere stato il compagno di Fausto Coppi nella sfortunatissima spedizione africana di fine 1959 che portò il Campionissimo a morte il 2 gennaio successivo a causa di una non riconosciuta dai medici italiani malaria alla quale invece Raphael sopravvisse per via del somministrato chinino.

Nel mio Pantheon, quello che lo colloca e lo fa restare è però quanto il ‘Clermontois’ combinò nel 1958.

Dovete sapere che a quegli anni Cinquanta e da una pezza, il Tour si correva per squadre nazionali.

(Avevamo nel Commissario Tecnico Alfredo Binda – ex eccezionale campione – un ‘mostro’ visto che riusciva a far correre insieme e spesso vincere in maglia azzurra sulle strade della Grande Boucle i due ‘nemici’ Gino Bartali e Fausto Coppi).

Dato il fatto che al di là dei dieci o dodici selezionati non pochi altri ciclisti locali chiedevano di correre, al via si presentavano anche tre componenti formate da ‘galletti’ e definite ‘regionali’: la Centro-Midi, l’Ovest-Sud/Ovest e la Parigi Nord/Est.

Orbene, considerato a trentatre anni ‘vecchio’ dal selezionatore ufficiale, Raphael corse nella circostanza per la prima delle tre compagini citate dichiarando che avrebbe battuto alla grande il leader della Nazionale che gli era stato preferito: Louison Bobet.

(Se Geminiani era anziano perché non altrettanto Louison nato invero qualche mese prima? Mah?)

Fu quella una edizione tra le più lottate della corsa a tappe francese.

In tre la disputarono a sciabole sguainate fino alla quasi conclusiva (infinita: settantaquattro chilometri!) tappa contro il tempo: il lussemburghese Charly Gaul, l’italiano Vito Favero e Raphael.

Al termine, racchiusi in poco più di tre minuti, nell’ordine sul podio parigino.

Pagò nell’evenienza Geminiani la nota carenza quanto al detto cronometro, rifilando comunque al combattuto e strabattuto Bobet quasi mezz’ora!

Aveva dimostrato quanto si prefiggeva ed è questo che davvero conta.

Chapeau!

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