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Spettacoli

A HOLLYWOOD UN TRONO PER DUE

MANIGLIO BOTTI - 22/06/2012

Il paragone ciclistico non è pertinente, ma probabilmente si può azzardare e dire che Kim Novak, negli anni Cinquanta a Hollywood, era come Gimondi, che sulla sua strada aveva incontrato un grandissimo Merckx: nel nostro caso l’Eddy di Kim Novak si chiamava Mariliyn Monroe, e la circostanza appare ancora più strana e beffarda se pensiamo che il vero nome di Kim è proprio Marilyn – Marilyn Pauline, per l’esattezza – e che aveva dovuto cambiarlo per non assomigliare troppo alla bionda rivale e all’epoca regina dello schermo, il cui vero nome, invece, era Norma Jeane.

Oggi Kim Novak, tra l’altro di sette anni più giovane dell’attrice trovata morta (forse) suicida nell’estate di cinquant’anni fa, all’età di trentasei anni, ha abbondantemente superato gli …anta. Da tempo s’è ritirata dalle scene. Appassionata d’arte, animalista convinta come la quasi coetanea Brigitte Bardot, dal 1976 è sposata in seconde nozze con il veterinario Bob Malloy e vive in un ranch a Eagle Point nell’Oregon.

Tornando al paragone ciclistico da cui si sono prese le mosse, si deve sottolineare che, nonostante la disumana bravura di Eddy Merckx, il nostro Felice Gimondi è stato un ottimo, straordinario corridore, e così – nel caso – possiamo dire di Kim Novak, grande e bellissima attrice: forme perfette, sguardo dolce e maliardo allo stesso tempo, uno sguardo che bucava lo schermo, e trafiggeva l’ingenuo spettatore.

Kim-Marilyn Pauline nasce a Chicago, figlia di due modesti insegnanti di origine ceca. Il suo balzo verso la notorietà è abbastanza rapido: dopo un corso di studi piuttosto forzoso, senza infamia e senza lodi, all’inizio degli anni Cinquanta fa (per caso) la modella e pubblicizza un frigorifero. Ha appena diciassette anni quando viene notata – specie per il suo aspetto fisico – da un produttore holliwoodiano, ed è scritturata.

Nel suo curriculum cinematografico sono annoverati circa trenta film (dall’inizio degli anni Cinquanta fino alla fine degli Ottanta). Ne ricordiamo – la scelta è ovviamente del tutto soggettiva – almeno tre, dal drammatico alla commedia brillante: “La donna che visse due volte” (Vertigo), di Alfred Hitchcock, con James Stewart; “Una strega in paradiso” (Bell Book and Candle), di Richard Quine, con Jack Lemmon, entrambi del 1958, e “Baciami stupido” (Kiss Me, Stupid), di Billy Wilder, del 1964, con Dean Martin. “Perfetta” e “Indimenticabile”, secondo il giudizio di Paolo Mereghetti non sempre prodigo di complimenti, nel suo dizionario dei film, la recitazione di Kim in Vertigo e in Kiss Me, Stupid. Nei film in questione – i primi due citati – la Novak di certo superò la sua antagonista Merckx-Marilyn.

Una condotta privata accorta e non sempre trascorsa sotto i riflettori (tante relazioni, vere e attribuite, ma due soli matrimoni: quello con l’attore inglese Richard Johnson e poi con il medico veterinario Malloy), una carriera non tutta vissuta sul grande set cinematografico (molte le parti regalate alla Tv), e poi l’inevitabile decadenza dovuta al tempo che passa, hanno lievemente obnubilato la stella Kim, che però continua a brillare nel ricordo e nel cuore degli appassionati e degli amanti del cinema.

Tra le notizie riferite circa le sue condizioni, navigando in internet, si legge anche quella secondo cui la Novak soffra della sindrome di Morris. Un amico studente in medicina, anni addietro, a Pavia, esordì all’esame di biologia proprio rispondendo a questa domanda della docente, e disse: donne bellissime bionde perfette e affascinanti, di fuori; perché dentro sono dei maschi. In effetti la sindrome di Morris comporta che certi soggetti – donne fascinose e con tutte le forme a posto – siano geneticamente di sesso maschile, in quanto in possesso della coppia di cromosomi XY invece che XX.

Chi lo sa. Per quanto ci riguarda, Morris o non Morris, la Polly The Pistol di “Baciami stupido” è da gran tempo un bauletto ben custodito della nostra giovinezza. D’altra parte, non si può annoverare quanto di Kim, un giorno, magari ingiustamente, aveva detto un magnate di Hollywood, che non sappiamo se avesse preso nota delle analisi genetiche delle sue attrici: “Kim è nata con tutto ciò che Marilyn Monroe è riuscita solo a sviluppare”.

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