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Spettacoli

L’ESTATE DEL 1964

MANIGLIO BOTTI - 20/07/2012

Per le canzonette il 1964 fu un anno eccezionale.

Tutto ebbe inizio negli ultimi giorni del mese di gennaio, quando si svolse una memorabile edizione del Festival di Sanremo: tre serate, dodici canzoni in finale – memorabile anche la gaffe (voluta?) del presentatore Mike Bongiorno: “Cinque canzoni giovedì e cinque venerdì fanno appunto dodici che ascoltiamo questa sera…” – e una novità assoluta, la presenza dei cantanti stranieri che per la prima volta replicavano il brano insieme con i loro colleghi italiani.

È storia ormai nota: a vincere il Festival, quell’anno, fu Gigliola Cinquetti, la ragazzina acqua e sapone, con “Non ho l’età (per amarti)”, proposta insieme alla cantante italo-belga Patricia Carli, che l’età ce l’aveva.

“Non ho l’età” vinse, ma fu un altro brano – “Una lacrima sul viso” – a scalare la Hit Parade e a conquistare, in breve, il primo posto: “Una lacrima sul viso” tenne la posizione dal 7 marzo al 2 maggio. Bobby Solo era un esordiente al Festival (aveva diciott’anni, quando si esibì in coppia con Frankie Laine). Sulla sua performance e sul suo inaspettato successo sorsero subito leggende e… verità. La più importante è quella secondo cui Bobby, colpito da un’improvvisa laringite, fu costretto a cantare in play-back nella serata finale. La canzone venne esclusa dalla gara ma… vinse.

“Una lacrima sul viso”, scritta poco tempo prima da un sedicenne Bobby con le parole di Mogol, è stato uno dei più grandi successi musicali degli anni Sessanta, forse il più grande. Subito dopo Sanremo ci fu il film “musicarello” di Ettore Maria Fizzarotti con Laura Efrikian. Il disco, in poche settimane, vendette un milione e ottocentomila copie.

Dei cantanti stranieri che avevano partecipato al Festival si impose in particolare Gene Pitney (1940-2006) con “Quando vedrai la mia ragazza”, canzone che l’americano allora ventiquattrenne, da noi noto per “Il soldino”, successo da juke-box del ’63, aveva cantato in coppia con Little Tony. “Quando vedrai la mia ragazza” ebbe subito il privilegio del primo posto in classifica nella Hit Parade, dunque in anticipo su “Una lacrima sul viso”, dal 15 al 22 febbraio (aveva scalzato addirittura “Please please me” dei Beatles). Altri stranieri importanti al Festival di quell’anno furono Ben E. King (il cantante di “Stand by me”) e alcuni re del rock-pop statunitense, tra cui Frankie Avalon, Bobby Rydell e soprattutto Paul Anka (l’asso di “Diana” o… “Daiana”, come molti avevano chiamato in suo onore la propria figliola, del 1957). Paul Anka, che aveva cantato “Ogni volta”, fu in classifica per tre settimane e non salì mai sopra il nono posto.

Se la fine dell’inverno e la primavera andarono bene, ancora meglio andò l’estate. Anche per questo il 1964 è davvero un anno da segnare “albo lapillo” in quanto a canzonette. Fu in quell’anno, infatti, che venne varato il concorso radiotelevisivo “Un disco per l’estate”. Per quasi due mesi la radio fu bombardata dai passaggi delle canzoni in gara, che sarebbero state votate dagli ascoltatori e in conclusione – alla fine di giugno – presentate in Tv a Saint Vincent. La vincitrice della prima edizione (proclamata qualche mese dopo) fu un’indimenticabile “Sei diventata nera”, dei Marcellos Ferial (gli italianissimi Marcello Minerbi, Carlo Timò e Tullio Romano). Seconda “Con te sulla spiaggia” di Nico Fidenco e terza “Amore scusami” di John Foster (al secolo il giornalista Paolo Occhipinti, in seguito direttore di “Oggi” e poi consulente editoriale di RCS, spesso ospite del salotto mondano e comunicativo del varesino Mauro della Porta Raffo). Tutte e tre le canzoni entrarono in classifica ma nessuna assurse al primo posto della Hit Parade. “Amore scusami”, in ogni caso, fu il motivo che vendette di più, qualificandosi come una classica evergreen degli anni Sessanta.

Nel 1964 il “Disco per l’estate” – alla prima edizione – vide il dispiegarsi canzonettistico di quanto di meglio si poteva registrare (con interessanti novità). C’erano “vecchi” o già affermati leoni (tipo Nilla Pizzi, Carla Boni, Tony Dallara, Betty Curtis… ) e giovani rampanti più o meno noti (Elio Cipri – il padre della cantante Syria –, Gian Costello, Fred Bongusto, Tony Del Monaco…). Dei Marcellos Ferial, sempre per stare al 1964, va ricordato un testo bellissimo e ben superiore a “Sei diventata nera”, cioè “Angelita di Anzio”, struggente motivo divenuto canzone da dramma, a poco più di vent’anni dallo sbarco degli Alleati sulla nostra costa tirrenica. “Angelita” entrò in classifica (raggiunse il sesto posto), vi rimase venti settimane.

Ma l’estate di quel favoloso anno non s’era certo fermata a Saint Vincent e al tormentone di “Sei diventata nera”. Era appena cominciata: il 23 giugno partì da Bari la terza edizione del Cantagiro, assimilazione canzonettistica (i cantanti però giravano in auto) della carovana ciclistica del Giro d’Italia, ideato nel 1909 dalla Gazzetta dello Sport. In questo caso il patron del Cantagiro era Ezio Radaelli. La manifestazione, come tradizione, si sarebbe conclusa a Fiuggi.

Le prime due edizioni del Cantagiro (girone A per i big e girone B per i giovani) erano state vinte da Adriano Celentano e Donatella Moretti e da Peppino di Capri e Michele. In quella del 1964 il primo posto tra i big fu di un esplosivo (e storico) Gianni Morandi (“In ginocchio da te”) e, tra i giovani, di Paolo Mosca (“La voglia dell’estate”); Paolo Mosca, figlio del famoso giornalista Giovanni, all’epoca aveva ventun anni: anch’egli divenne un giornalista molto affermato, come il fratello Maurizio.

Il Cantagiro del ’64 metteva in pista il meglio della canzonetta. Nel girone A, tra gli altri, oltre a Morandi, Gino Paoli, Edoardo Vianello, Little Tony, Pino Donaggio. Il girone B, visto in prospettiva, non era da meno: Lucio Dalla, Fausto Leali, Nicola di Bari, Ico Cerutti, Giancarlo Guardabassi…

Delle diciotto tappe, una, quella del 2 luglio, ebbe luogo anche nel Varesotto, a Comerio. La carovana, proveniente da Venezia, passò da Masnago diretta al Bel Sit verso mezzogiorno. Era un giovedì. Tutti lì ad applaudire il Gianni, che era il favorito e che – giustamente – vinse . “In ginocchio da te” dominò l’Hit Parade dall’11 luglio al 7 novembre. E il 26 dicembre Gianni tornò ancora in vetta con “Non son degno di te”.

Fu un’estate bellissima. Piena di sole e di gioia e di speranze. Impeccabile la moda giovane: pantaloni larghi (meglio se a zampa d’elefante) in gabardine con risvolto di quattro centimetri, calzini bianchi, mocassini di cuoio chiaro e leggero, occhiali Ray-Ban a goccia di vetro verde, maglietta Lacoste blu o – meglio – nera.

“In fondo ci vestivamo così anche trent’anni fa: non è cambiato niente”, disse sardonico il papà di un’amica, guardando soprattutto la maglietta nera. E noi, invece, pensavamo che stesse cambiando tutto.

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