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Attualità

SE L’ORATORIO VA SU FACEBOOK

ROBERTO GERVASINI - 21/09/2012

L’oratorio parrocchiale della Brunella

Certo non ci ha lasciato indifferenti l’affermazione del compianto Cardinale Martini circa i ritardi secolari della Chiesa su alcuni temi sociali, ma sicuramente questi ritardi non riguardano il mondo giovanile e in particolare il mondo degli Oratori. Si è tenuto a Brescia e Bergamo il primo happening nazionale degli oratori sotto la regia del FOI che ha permesso di registrare dati lusinghieri di un successo crescente e non casuale. Nell’ultimo anno ben duecentomila volontari hanno lavorato negli oltre seimilacinquecento oratori italiani. Le presenze di ragazzi hanno registrato un aumento di circa il dieci per cento di presenze e il dato non può esser attribuito alla sola crisi e al fatto che molte famiglie han dovuto rinunciare alle vacanze.

Il vecchio oratorio non esiste più. Tutto è cambiato, rivoluzionato: spariti spesso vecchi arredi e vecchie idee, l’oratorio non è più un luogo di parcheggio gratuito di figli, per mamme e padri affaccendati altrove. Chi scrive ricorda le frequenze all’Oratorio di Biumo Superiore, sopra Villa Panza, sulla strada che porta alla Chiesa di san Giorgio. Si era in tanti in uno spazio non ampio, con un minuscolo campo di calcio che ci costringeva a volte a traslocare, per i canonici due calci al pallone, in Piazza Litta dove il portone di ingresso di Villa Panza faceva da porta unica per le partitelle di “due contro due”. La stringa di liquirizia nera ed i gommoni che non si staccavano mai dai denti, erano le delizie che facevan parte integrante del programma pomeridiano dei giorni di festa comandati. Catechismo se ne faceva poco, tuttavia si era una grande lieta famiglia, e all’oratorio si vivevano momenti di svago e serenità.

Oggi, passati oltre cinquant’anni da questi ricordi, l’Università di Perugia organizza master post laurea per la formazione di operatori negli oratori e al Forum sono intervenuti, non a caso, docenti di pedagogia, scienze sociali, psicologia. Al portone di Villa Panza seguirà il portale internet? Per forza di cose oggi molti oratori si son messi in rete e hanno un profilo su Facebook e da questo non può che crescere la partecipazione con scambio di iniziative, di incontri, di esperienze nei campi più vari e con le realtà anche più lontane. Al calcetto e al biliardino, alla partitella al pallone, alla breve preghiera o lettura di catechismo segue oggi la lezione con l’ausilio di internet, del sonoro, della musica. Il rapporto tra il tempo dello svago ed il tempo dell’impegno è mutato. All’oratorio si giocava, soprattutto; oggi si cresce con corsi di musica, di storia, di arte, di creatività, di disegno con l’ausilio di internet con giovani volontari sicuramente preparati.

Necessita che la rete cresca, specialmente al sud del nostro paese dove la tradizione degli oratori è carente. Crescere giocando, imparando, socializzando, incontrando nuove e diverse realtà anche solo cittadine. Il presidente del FOI, don Marco Mori, giovane sacerdote, parla di nuove sfide e per sfide intende anche e soprattutto integrazione: “Abbiamo tantissimo da imparare dai bambini che, è probabile, ci aiuteranno a superare pregiudizi e blocchi mentali; l’oratorio è uno straordinario e privilegiato punto di osservazione”.

Non pare che ci siano numeri chiusi o test di accesso o barriere per i ragazzi e questo è segnale di grande apertura, sensibilità e tolleranza (il cardinale Martini non avrebbe appunti da fare). Don Giovanni Bosco, a un bimbo povero che temeva di esser escluso dall’oratorio, disse: “Sai fischiare? Bene, se sai fischiare puoi entrare”. L’oratorio non costa in rapporto al servizio anche sociale che rende. Si aprono nuove frontiere, nuove sfide, nuovi orizzonti perché il tempo corre, i nostri figli e i nostri nipoti sono più curiosi e anche migliori di noi, malgrado tutto e tutti. Gli stimoli sociali e culturali sono enormemente cresciuti, il sentimento religioso non è in crisi. Cosa occorre subito? Un modesto parere è questo: proporre programmi e iniziative qualificate e tanto…tanto marketing. La realtà degli oratori deve uscire dal silenzio. Occorre forse pubblicizzare programmi, lezioni, letture di sacri testi, aperture serali a grandi e meno grandi. Poi affiggere manifesti per le strade anche per gli agnostici e gli atei. Internet, forum e blog sono il supporto.

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