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Diario

PAZIENTI POETI

CLAUDIO PASQUALI - 08/11/2012

Non credevo di avere tra i miei pazienti delle vere poetesse pensionate o casalinghe che coltivavano la poesia per loro stesse e per la loro gioia interiore, nascoste dal pudore dell’umiltà. Mi raccontavano spesso delle loro poesie in un rapporto che ormai da medico a paziente si era trasformato in rapporto di amicizia e confidenza reciproca, per cui capitava che quando venivano occasionalmente in ambulatorio chiedessi al termine della visita se avessero qualche nuova poesia da farmi conoscere.

Maria, casalinga, di notte quando non riesce a prender sonno scrive poesie su un quadernetto sgualcito, e quando viene per le visite ogni tanto mi legge sempre una o due poesie che io ascolto molto volentieri essendo motivo di riflessione ed espressione di un’anima buona e romantica. Vi propongo le ultime che mi ha fatto leggere.

 Luna

Mia dolce luna io lo
so che tu mi vuoi
bene, ma non dividi
le mie pene, ti guardo
sempre quando ci sei e un
piccolo segnale aspetterei.
All’improvviso fai
nascondino e non vedo
più il tuo visino,
subito dopo alzo gli occhi
al cielo e il tuo
visino è come un velo
che traspare la bellezza.
Io vorrei darti
una carezza, la tua
luce mi accende il cuore
ed la chiudo con grande amore.

 Maria

Artista

Sono un’artista e me
ne vanto e il mio
visino è un incanto,
non è presunzione, né vanità.
Amo la vita dal
fiore al buon vino
e penso, chissà
quale sarà il mio destino
Sicuramente non si
saprà, ma a lieto fine finirà.

Maria

Di un’altra paziente che ho assistito per una lunga e grave malattia sino alla dolce sorella morte, mi aveva molto colpito questa poesia tra le tante che mi aveva letto ogni qualvolta andavo a trovarla. Uscivo dalla sua casa commosso per il dono ricevuto di uno scritto d’amore, perché ritengo la poesia un’espressione dolce e la meraviglia dell’anima verso la bellezza uno dei sentimenti più intimi. I più cari. Ecco un componimento.

Sete

Tanta sete.
Riempio il bicchiere
Fino all’estremo limite
del vuoto
sfidando la goccia
che tenta lentamente
il sorpasso.
Trattengo il respiro
e affondo la bocca
nell’acqua fresca
come di sorgente.
Il piacere che sfiora
le mie labbra
attraversa il palato
irrompe giù nel petto
si ferma alle radici
del mio cuore.
Fosse così pure la vita:
per ogni tua sete
tutta l’acqua che vuoi.

Olivia

Spesso leggo le poesie perché per pensare e riflettere. Tante persone sono di animo gentile e di natura riservata. Credo che ci sia tanta bontà nascosta nei cuori dei sofferenti e delle persone comuni. E sapere della bontà che è presente nel mondo e testimoniata nel silenzio del cuore, mi rende fiducioso pieno di speranza ed ottimista sul nostro avvenire.

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