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Politica

MONTAGNA VARESINA DA DIFENDERE

LUISA OPRANDI - 30/11/2012

La montagna varesina è una ricchezza da difendere, proteggere e valorizzare. Almeno su questo aspetto dovremmo essere tutti concordi, se non altro per rispetto di un patrimonio comune, che altri luoghi nazionali e stranieri ci invidiano e che invece, alle nostre latitudini, rischiamo di sottomettere alle leggi del progressismo tout court. Il Sacro Monte, un borgo storico forse unico per bellezza a livello artistico, religioso e paesaggistico, soffre infatti da anni di scarsa attenzione per quanto riguarda i progetti di accessibilità e, quando vi si pensa, si ragiona esclusivamente in termini di comodità estrema. Quasi che la montagna, per propria natura, non avesse in sé anche la bellezza di un po’ di fatica per raggiungerla. E come se fosse logico promuovere la cultura che un sito bello debba essere raggiunto in auto per essere vicino alla gente e alla portata di tutti. Altro discorso è invece l’attenzione per le persone anziane e in difficoltà a muoversi, rispetto alle quali ha senso una decisa facilitazione di accesso, nell’ottica di un Sacro Monte per tutti e non per pochi.

Per arrivare al monte varesino ci sono diverse possibilità: il percorso a piedi, la funicolare, gli autobus urbani.

Salendo dalla via delle cappelle, che costituisce il percorso più suggestivo e significativo per arrivare al Santuario e al nucleo abitato di Santa Maria del Monte, si affronta un sentiero acciottolato che per tanto tempo ha presentato evidenti segni di incuria e che solo di recente ha iniziato ad essere risistemato. E quella è, per moltissimi cittadini e visitatori, ancora la strada preferita per arrivare sulla sommità. È uno dei salotti della città di Varese e della intera provincia e, come tale, richiede costanza nella cura e nella manutenzione.

La funicolare, oggetto di ripristino dopo decenni di abbandono, è un ulteriore via di salita alla portata di tutti ma continua ad essere un “corpo estraneo”: scarsamente utilizzata, ha richiesto una riduzione delle corse e periodi di chiusura per ridimensionare le ingenti perdite in termini economici. Lo hanno sottolineato tante volte i varesini, evidenziando chiaramente la necessità di un recupero della funicolare all’abitudine dei pellegrini e dei visitatori.

Gli autobus urbani portano dalla città fino al piazzale del Sacro Monte e, fermandosi a Piazzale Montanari, consentono anche di accedere alla funicolare: occorre però in questo caso percorrere oltre un chilometro e mezzo per arrivare alla fermata a valle.

Iniziamo allora il ragionamento da questi tre aspetti (il percorso a piedi, la funicolare e i mezzi urbani) tralasciando per un momento la possibilità di utilizzo dell’auto privata e ipotizzando di riservare la salita col mezzo proprio solo alle persone realmente in difficoltà.

Diamo quindi come prioritaria la scelta di potenziare i servizi di trasporto pubblico, con biglietti a costi estremamente facilitati per i ragazzi, gli anziani, le famiglie, magari incentivando la possibilità di abbinare l’uso dell’autobus e della funicolare, con la predisposizione di un servizio di bus elettrici navetta che coprano, per chi non volesse andarvi a piedi, il percorso da piazzale Montanari alla partenza della funicolare stessa. Se l’amministrazioni locale investisse seriamente in progetti di valorizzazione del servizio pubblico, allora il parcheggio per circa duecento posti auto previsto in piazzale Montanari coprirebbe ampiamente il fabbisogno di visitatori.

Infatti, se pensiamo a quanto accade in altre belle zone di montagna del territorio nazionale, l’uso dei mezzi di risalita è anche estremamente piacevole e normalmente utilizzato, se ben potenziato, reso il più possibile economico, garantito per l’intera giornata in termini di orari, comprendendo soprattutto in estate anche la fascia serale e magari anche incentivato con promozioni abbinate alle offerte dei graziosi ristoranti locali o di qualche negozietto che potrebbe essere aperto nuovamente nel borgo.

Un po’ di fantasia e una buona politica ambientale e di marketing territoriale potrebbe trovare idee e progetti cui, forse per scelta, non si è mai pensato. Invece si va in direzione opposta, prevedendo in prossimità della prima cappella e in una posizione decisamente infelice, addirittura un secondo posteggio, poco distante da quello di piazzale Montanari. Ciò mostra la mancanza di un progetto globale di vocazione ambientale e turistica della nostra città, pensato in sinergia con la stessa vocazione a livello provinciale e dal quale derivino le scelte di mobilità e di servizi offerti. Invece un piano di governo del territorio cittadino non è ancora stato effettuato e sul Sacro Monte si interviene quasi la montagna varesina con il capoluogo non avesse a che fare. È come se si scegliessero i colori e le stoffe delle pezze con cui rattoppare un vestito prima ancora di sapere quale sarà la sua fattura e soprattutto chi lo indosserà.

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