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Attualità

DA LENIN A BERGOGLIO

GIUSEPPE TERZIROLI - 28/06/2013

Nella prefazione a “Stato e Rivoluzione” del 1911 Vladimir I. Lenin così scriveva, anche se il testo uscì solo dopo sette anni, nel 1918: “La trattazione dei rapporti della rivoluzione socialista con lo Stato acquista perciò un significato politico pratico, non solo, ma assume anche un carattere di scottante attualità, perché fa comprendere alle masse che cosa dovranno fare per liberarsi dal giogo capitalista in un avvenire prossimo”. A posteriori noi sappiamo come andò a finire tale modello di rivoluzione, che paradossalmente lo stesso Lenin prevedeva portasse a una produttività superiore a quella del vigente stato borghese attuata con l’espropriazione dei capitalisti e l’avvento dello stato degli operai e non dello stato dei funzionari.

Giugno 2013 – Papa Bergoglio dice che il cristiano non è tale se non è un rivoluzionario; incredibile si usa lo stesso termine ma lo si proietta in una prospettiva che è fondamentalmente personale, pensando alla grazia che gratuitamente è arrivata al cuore di ciascuno.

Ma è solo dimensione spirituale? Assolutamente no. La si può comprare in parrocchia, come un’immaginetta da portare nel portafoglio? Incredibili le parole che usa Francesco. È gratis, non costa nulla, anche se in secoli passati, ma ahimè anche attuali si fa passare una richiesta di denaro per un sostegno a una buona causa come viatico per il paradiso.

Nello stesso incontro Francesco parla dei drammi di Roma, dove vivono persone che non hanno speranza, giovani disperati che cercano la loro felicità “nell’alcol, nella droga, nel gioco d’azzardo, nella sessualità senza regole, nel denaro”. Egli si rivolge a Roma, perché quella è la sua gente, ma è anche un messaggio rivolto a noi. Raccogliamolo e facciamo la nostra rivoluzione a Varese e a Milano. Non restiamo indifferenti verso il disagio, andiamo verso i poveri, entusiasmiamo, dice Bergoglio, i cristiani tristi, scoraggiati e ansiosi, che si lamentano sempre dei giovani, di quello che andava e oggi non va più.

Bergoglio sei “uno di noi” è il contenuto di tanti striscioni che si vedono durante gli incontri.

Alcune considerazioni finali: abbiamo parlato all’inizio della logicità e della scientificità della rivoluzione marxista, che è per natura violenta, basata sulla espropriazione forzata, e della violazione delle coscienze.

Siamo arrivati alla gratuità della grazia che un Cristo salvifico ci dona ogni giorno, con freschezza gioia ed entusiasmo. Ma perché allora mi richiamo a un’indicazione che pone quasi in antitesi quello che è ed esprime il nuovo papa e quello che non raccontano di lui i mass media?

La risposta sta appunto nel sovvertimento rivoluzionario che viene temuto così come esso è concepito e proposto. Non è più la interpretazione e la mediazione che si vuol far passare, non ci sono più le veline cartacee diffuse. C’e’ il contatto a tu per tu tra il vicario di Cristo e l’uomo moderno; il che richiama folle agli incontri con una imprevedibilità che va al di là di ogni aspettativa.

La nostra testata francescana che è colta e fondata per lo più nel ripercorrere le tradizioni religiose storiche e sociali varesine si ponga sempre più nel solco della innovazione di questo novello Pontefice.

Noi dobbiamo essere dalla parte dei poveri di spirito, di mezzi materiali, e oggi più che mai dei poveri di conoscenza.

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