Widgetized Section

Go to Admin » Appearance » Widgets » and move Gabfire Widget: Social into that MastheadOverlay zone

Politica

AL VOTO SOTTO ESAME

ROBERTO GERVASINI - 13/09/2013

Allora?

Mattarellum o Porcellum?

La riforma del sistema elettorale era urgentissima solo poche settimane fa. Par di vederli: funzionari con gli occhialini seduti sulle poltroncine a fare conti col PC su cosa conviene e se conviene. Poi l’ex Presidente del Senato, che ci ricorda sempre Carlotto, parrucchiere veneto con negozio in centro, il capello tinto tra il rosso celtico e il nero, riporto con riga tutta a sinistra, ha sentenziato che non c’è più fretta, la riforma del sistema elettorale può attendere. Come i disoccupati. Grillo, temendo trappole, ha dichiarato che anche il Porcellum va bene, basta che si voti subito. Casini pare abbia problemi in casa con la baby sitter e tace; quel che conta è la famiglia.

Nessuno ha interesse a dirlo ma la vera e unica riforma elettorale valida è togliere il diritto di voto agli ignoranti, ai devoti del luogo comune dettato dalla TV, ai poveri di spirito, agli analfabeti di ritorno e anche a quelli di andata. C’è un concetto confuso di democrazia e la storia del suffragio universale in Italia è così travagliata che val la pena ricordare due o tre cosette, solo per diletto. Churchill, che le dittature ha vinto, disse che l’argomento più valido contro il sistema democratico è il colloquio di un quarto d’ora con un elettore definito medio.

“…Riconosciamo tutto ciò che hanno di sacro i diritti individuali, ma crediamo non si abbiano diritti senza doveri, crediamo che il diritto di giudicare implichi il dovere di conoscere, e che il primo dovere di chiunque è chiamato a decidere col proprio voto le sorti del Paese sia quello di procurarsi le nozioni indispensabili per sapere ciò che fa.” Questo affermava il ministro Giuseppe Zanardelli, anni prima del doloroso parto del cosiddetto “suffragio universale “ del 1912, che comunque escludeva esseri ritenuti senza dubbio inferiori come le donne…

Giovanni Giolitti in quegli anni doveva tenere buoni i socialisti mentre era costretto a preparare la guerra di Libia e per puro calcolo sostenne il suffragio universale, bandiera di Salvemini e di Modigliani, ma non di tutti i socialisti, Filippo Turati in testa. Secondo Filippo Turati “il suffragio universale avrebbe creato, specialmente nel Mezzogiorno, nuovi contingenti elettorali ebeti, corruttibili, raggirabili al servizio del padrone medioevale e dei ciarlatani”. Disse proprio: “ciarlatani” con grande anticipo sui tempi nostri. Si andava a consegnare i “cafoni” nelle mani dei mafiosi. Turati temeva inoltre che col suffragio universale e il conseguente voto concesso anche agli analfabeti, il Partito socialista potesse perdere voti a vantaggio dei cattolici.

Puntualmente, col patto Gentiloni coi cattolici e il collegio uninominale, Giovanni Giolitti fece il pieno di voti alle elezioni del 1913.

Sono trascorsi non invano lustri e lustri e Bossi, ul Senatur, propose di far sostenere esami agli extracomunitari che intendevano ottenere il diritto al voto perlomeno alle amministrative. Poi venne l’anno degli esami di maturità del Trota… e non ne parlò più. Giulio Andreotti, anni fa, viste le alte percentuali di voti nulli e annullati, si chiese come mai un ragazzo di quindici anni dovesse sostenere un esame per guidare un motorino mentre chiunque poteva fare danni votando male (nulle e annullate), impreparato, incapace, impunito. Come non dargli ragione?

Ma gli esami rischierebbero di portare la percentuale dei votanti ai livelli del 1911 e cioè al sette per cento. A differenza di allora non sarebbe più il censo; il patrimonio e il reddito; il reato di fallimento; il sesso femminile… La discriminante sarebbe solamente l’ignoranza, diffusa da destra a sinistra, passando per il centro.

La memoria prossima è carente, qui da noi nella terra dei celti padani, si dimentica in fretta. Non son trascorsi vent’anni da quando qualche migliaio di varesini “ignari” votò a Varesela Legaalpina lombarda, pensando di votare Lega Nord. I valdostani guastatori portarono a casa due consiglieri e il 5,2 per cento dei voti. Ridicolo se non fosse tragico.

Ci vuole una riforma elettorale seria e selettiva, un bel test, come per la patente di guida del famoso motorino andreottiano: cos’è l’Educazione civica? Che differenza di ruoli c’è tra Governo e Parlamento?La Costituzioneè sana e robusta o no? Mina e Giuseppe Mazzini sono parenti? Ciro Menotti è un cantante napoletano? Chi era Firmato Diaz ? E la lingua? La lingua batte dove il dente duole…

Basterebbe provare a buttar lì tre frasi ipotetiche, tre congiuntivi e tre condizionali e già potremmo trovarci davanti a stragi grammaticali, linguistiche ed… elettorali.

“Si facci” allora la prova. La riforma elettorale produrrà un nuovo sistema, dopo il Mattarellum e il Porcellum, finalmente lo Sfracellum.

Ma non è così semplice: rimane il problema della zia Linda, novantasei anni, che parla solo il dialetto e se affrontasse l’esame non lo supererebbe, o meglio “se l’affronterebbe, non lo passasse”. Ma da ignoranti si vive meglio, questo è assodato, e la classe partitica italiana lo sa e al popolo vuole bene, tanto il popolo italiano è il più felice e il più longevo di tutti. Lo dicono le statistiche ONU.

Facebooktwittergoogle_plusredditpinterestlinkedinmail

You must be logged in to post a comment Login