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Divagando

IL PRESIDENTE AUTONOMO

AMBROGIO VAGHI - 25/11/2011

la palazzina già sede dell'Azienda Autonoma di Soggiorno di Varese

 Il dottor Luigi Zanzi, noto ed affermato notaio in Varese, era presente in Consiglio Comunale come indipendente eletto nella Democrazia Cristiana. Questo partito apriva spesso le proprie liste a valenti professionisti cittadini, il che qualificava senz’altro l’ampia compagine politica, bilanciando così la presenza di alcune scialbe figure elette più in base ad amicizie di quartiere o di categoria che in virtù di effettive doti personali. La legge dei grandi numeri imponeva anche queste mezze figure.

Luigi Zanzi senior non era certamente all’oscuro di tutto quanto si muoveva sotto traccia nella complessa vita economica cittadina ed era già impegnato in una importante istituzione pubblica quale era allora l’Azienda Autonoma di Soggiorno di Varese. Come Presidente, ricco di idee e di amore per la sua città, aveva già lasciato segni imperituri della sua presenza. Preferiva impegnare le risorse dell’Azienda, che allora non erano certamente scarse, in opere che qualificassero la città ai fini dell’istituzione, cioè essenzialmente il soggiorno, anziché disperdere denaro in iniziative effimere destinate ad un turismo di giornata. In questa ottica il notaio ha lasciato alla città molti segni tangibili.

Limitandoci ai principali vanno soprattutto ricordati il grande Parco alla Schiranna (ora intestato al suo nome ) ed il complesso sportivo delle Bettole con campi di tennis, calcetto e la bella palazzina recentemente ristrutturata e resa sede della attuale promozione turistica. Quella palazzina nella mente di Luigi Zanzi doveva essere proprio il cuore del turismo varesino con grandi sale convegno ed anche un rinomato ristorante (ricordate? Il Kalimera, il buon giorno).

Al Consiglio Comunale di Varese il dottor Zanzi giungeva solitamente a seduta già avviata. Era appena uscito dal suo studio e portava sempre con sé un borsone in pelle pieno di atti e pratiche della giornata. Si accomodava in fondo alla sala dove poteva trovare qualche spazio libero e sistemava sui banchi del Consiglio grossi faldoni dei suoi atti. Evidentemente la sua giornata di lavoro non era ancora terminata. Così, mentre Sindaco, Assessori e Consiglieri si confrontavano sui temi in discussione il notaio Zanzi apriva fascicoli, controllava e infine apponeva la sua firma (che notoriamente occupava tutta la larghezza dei fogli protocollo). Non prendeva mai la parola prima di avere completato il suo lavoro ma sicuramente seguiva i dibattiti con notevole attenzione. Infatti mentre morsicava il suo sigaro toscano lo si sentiva talvolta mugugnare. In modo sussurrato, incomprensibile, ma evidentemente foriero di insoddisfazione. Soltanto a lavoro ultimato e a fascicoli riposti il notaio era pronto a partecipare “dal vivo” al Consiglio Comunale . E lo faceva a suo modo. Spesso critico ma propositivo e sempre a…suo modo. Cioè prendeva la parola sull’argomento in discussione ma dopo poco passava ad esporre la sua opinione su tutti i punti precedenti, quando aveva ascoltato e taciuto ma solo bofonchiato! Sapeva, evidentemente, che il suo voto non avrebbe spostato il risultato finale ma ci teneva grandemente a far conoscere sempre il proprio pensiero. Era la sostanziale sua indipendenza di giudizio. Indipendenza che nell’ambito dell’Azienda Autonoma, presieduta per molti anni, diventava notoriamente autonomia più o meno assoluta. Tanto che dai banchi degli oppositori del PCI (che pur di frequente si trovavano d’accordo con le sue critiche alla Giunta) qualche giovane irriverente ma bonario consigliere talvolta iniziava così il suo un poco stuzzicante intervento : “Signori, come bene ha detto il Presidente AUTONOMO dell’Azienda di Soggiorno… pardòn … il Presidente dell’ Azienda Autonoma di Soggiorno… ecc. ecc.”. Qualche risolino da parte di tutti e una morsicata in più al suo sigaro da parte del Notaio, che dopo tutto non se la prendeva più di tanto.

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