Widgetized Section

Go to Admin » Appearance » Widgets » and move Gabfire Widget: Social into that MastheadOverlay zone

Divagando

VARESE PROVA A DECOLLARE

AMBROGIO VAGHI - 27/11/2020

ex-aermacchiLe strade fin dall’antichità hanno fatto storia. Pensiamo per esempio alle consolari romane, ma anche quelle più modeste trascinano ricordi. In questi giorni la Giunta Comunale di Varese ha deliberato di tornare al passato dando una sistemazione alla centrale Via Manzoni con un fondo di lastre di serizzo. I più anziani la ricordano col fondo di ciottoli di fiume con al centro le classiche due trottatoie di granito per favorire il passaggio di carri e carrozze.

La guerra era da poco terminata e tra le tante urgenze c’era quella di sistemare quel tratto di strada che era la porta della città per che veniva da Milano. Il fondo era molto ammalorato da ampie buche per i ciottoli mancanti e pure difficile era trovare posatori qualificati. L’ingegner Camillo Lucchina, l’ex presidente del C.L.N. divenuto assessore ai Lavori pubblici, non ebbe perplessità: ci mettiamo sopra un manto di asfalto e buona notte. Soluzione rapida e apprezzata soprattutto da che transitava a piedi o in bicicletta. Finivano così seppellite tante storie minori del tratto di strada che sbucava in quella che fu la Piazza Porcari.

Storie di commercianti, osterie, artigiani e di persone strane. Aneddoti e leggende. La figura più nota fu certamente quella del Boeu d’or, bue d’oro, per la stazza fisica dell’uomo e del suo portafoglio. Possedeva buona parte delle case che si affacciavano sulla via. Si ammalò. I medici lo sottoposero alle solite cure più che mai adatte al soggetto. Salassi, sanguisughe, digiuni, ma il poveretto deperiva continuamente. Era diventato uno straccio. Si decise di chiamare un luminare da Milano e questo dopo un attento esame clinico sentenziò: “Dategli delle bistecche “.

Vi fiorivano trattorie “Il popolo”, la “San Giuseppe”, il rinomato ristorante “Del Ghiaccio”, e anche un albergo “Il Morfeo”, tutti favoriti dalla presenza di sensali, commercianti e contadini che frequentavano le vicine piazze del mercato e della Motta.

La Piazza Porcari pur centralissima manteneva la sua funzione di attraversamento rapido tra il basso e l’alto varesotto, più che di approdo alla città. Questa funzione fu per tanti anni assegnata ad un sistema di tangenziali esterne. Soluzioni poche e assai confuse.

Quella che in seguito fu chiamata Piazza del mercato ora attende un ritorno al passato. Una nuova vita di mercato giornaliero, qualificato da prodotti locali, meglio organizzato, più attrattivo anche per il turismo come avviene nei classici mercati che vivono in tante città del nostro Paese. Impresa che avrà un avvio assai difficile, come tutte le cose nuove, e comporterà l’affrontare una serie di problemi soprattutto nella circolazione dei mezzi di trasporto pubblici e privati. A questo proposito dovrà dimostrare la sua efficienza il piano studiato dal noto gruppo di consulenza il quale ha indicato le soluzioni dell’assai complesso problema. Certo il Comune ha fatto bene ad allungare i tempi assai ristretti e non sincroni. Se il “biscotto“ fosse stato realizzato in precedenza, assai meno traffico sarebbe confluito nel centro cittadino. Ma qui si torna al nocciolo, tutto dipenderà dall’effettiva rivoluzione del traffico che avrà accesso al centro.

La decisione della Giunta di sostituire l’asfalto con beole di granito rivela una sensibilità nuova di rispetto dell’ambiente urbano. Realizzare oggi quello che non si è potuto fare 70 anni or sono ha un significato da apprezzare. Come pure le funzioni da assegnare alla stessa piazza centrale. Luogo di incontri, di socializzazione, di fatti culturali e politici, di recupero di arti mestieri e commerci seguendo la linea di recuperare il vecchio e preparare il nuovo.

I primi risultati, un vero segnale da cogliere, sono il ritorno ad investire a Varese per produrre beni e servizi, non solo per aprire supermercati. Questo fatto nuovo e in controtendenza si era già evidenziato con le aree di via Carcano ex Fidanza legnami e Traferri. Un anno fa anche tutto il comparto occupato dall’ex AerMacchi era passato di mano. Ora un gruppo di imprenditori ha pronto un piano per la trasformazione di quella ampia superficie posta verso Masnago. A prima vista sembrerebbe di grande vantaggio sia per gli investitori sia per la città. Cosa intende realizzare su quella superficie un robusto raggruppamento di imprese private, ne ha dato una prima comunicazione il dinamico assessore Andrea Civati, un avvocato prestato all’Urbanistica. Amministrare l’urbanistica, la programmazione del territorio, una funzione di tale ampiezza e complessità di norme e di leggi che richiede appunto di esserne profondi conoscitori.

Tecnici e politici si pronunceranno sulla grande opera, sulle strutture e sulle funzioni. Soprattutto dovrà essere sollecitato e ascoltato il parere di cittadini, singoli e associati, e di tutti i portatori di interesse per una operazione veramente imponente tale da segnare il futuro di un comparto urbano posto tra il centro città e Masnago. Impianti sportivi di livello olimpico, apertura del corso del Vellone, servizi nei nuovi spazi verdi recuperati. Un altro positivo esempio della fattiva collaborazione tra l’imprenditoria privata ed il Comune. Se sono rose fioriranno. L’operazione risulta possibile in tempi relativamente brevi grazie alle norme già precisate nel PRG per favorire la trasformazione di fabbricati ex produttivi e dismessi.

Sono punti qualità della Giunta Galimberti che chiederà ad altre forze politiche e movimenti civici di aggregarsi per sviluppare e portare a termine una stagione segnata dal grande risveglio dopo il ventennale lungo sonno leghista e berlusconiano.

Aggregarsi, includere, procedere insieme, con un solo preminente interesse: migliorare vita e benessere dei varesini di oggi e di domani.

Facebooktwittergoogle_plusredditpinterestlinkedinmail

You must be logged in to post a comment Login