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Spettacoli

IL MONDO DI JIMMY

MANIGLIO BOTTI - 20/09/2013

Se non ci sarà più la sua testimonianza concreta, che in molte serate di revival e di ricordi era sempre molto gradita, di Jimmy Fontana, al secolo Enrico Sbriccoli da Camerino, classe 1934, ci resta – e non è retorica – una perenne memoria scolpita nell’alabastro e con lui quella della sua canzone più famosa: “Il Mondo”.

Jimmy, negli anni Sessanta, non fu un cantante di primissima fascia, se si considera a essa l’appartenenza di quattro, cinque grandi come Adriano Celentano, Mina, Gianni Morandi, Bobby Solo, Rita Pavone. Ma è vero che senza Jimmy, e potremmo aggiungere senza Michele, senza Edoardo Vianello, senza Riccardo del Turco, senza Gianni Meccia, senza Nico Fidenco (questi ultimi componenti con Jimmy del gruppo dei Super4), gli anni Sessanta della canzonetta non sarebbero stati gli stessi, anzi forse non sarebbero mai nemmeno esistiti. E bene ha fatto – qualche sera fa – il giornalista della Rai Vincenzo Mollica a ricordare Jimmy facendo riascoltare la sua canzone più famosa, “Il Mondo” appunto, in diverse interpretazioni (da quella di Francesco Renga a quella di Claudio Baglioni), sovrapponendole la classica di Jimmy Fontana, ma evitando di commentare, lasciando cioè soltanto alla musica, alle note e alle parole, il compito di evocare le emozioni di un’epoca.

Eravamo nel 1965. “Il Mondo” – canzone firmata oltre che da Fontana, da Gianni Meccia e dal chitarrista jazz Carlo Pes, che aveva ideato il semplice ed efficacissimo giro armonico (l’arrangiamento fu curato da Ennio Morricone) – si presentò alla seconda edizione del Disco per l’Estate. La serata finale della manifestazione (che era cominciata in aprile) in programma a St. Vincent a metà giugno non ne decretò la vittoria. Il “Disco per l’Estate” fu assegnato a Orietta Berti, che aveva cantato “Tu sei quello”. Seconda si classificò “I tuoi occhi verdi”, di Franco Tozzi. Terza “Un gioco d’estate” di Paola Bertoni. Jimmy fu solo quinto, battuto anche da Louiselle che aveva presentato la bucolica “Andiamo a mietere il grano”. Ma a dimostrazione, ancora una volta (Sanremo docet… ), che non sempre le prime scelte canzonettistiche sono quelle destinate a durare e ad avere successo, fu “Il Mondo”, negli anni a seguire, a volare alto nei cieli della musica, e non soltanto in Italia ma… nel mondo intero. Dal “Disco per l’Estate” Jimmy fu ricompensato due anni dopo, nel 1967, quando vinse con “La mia serenata”, e quando ormai “Il Mondo” veleggiava stratosferico nelle classifiche.

Basta dare anche una rapida scorsa ad alcune strofe del testo della canzone (Gira, il mondo gira / Nello spazio senza fine / Con gli amori appena nati / Con gli amori già finiti / Con la gioia e col dolore / Della gente come me…) per rendersi conto che le sue origini cosmogoniche, quasi religioso-filosofiche, così originali e non solo in quegli anni, avrebbero avuto una presa diretta sul grande pubblico.

Si racconta – le notizie sono desunte dal terzo volume del Dizionario della Canzone italiana curato da Gino Castaldo – che a scrivere il testo di “Il Mondo” fu il conduttore radiofonico Gianni Boncompagni, il quale cominciò a presentare alla radio, insieme con Renzo Arbore, la famossima (tra i giovani) trasmissione “Bandiera Gialla”. Si dice ancora che Boncompagni, che allora aveva trentatré anni e che aveva vissuto a lungo a Stoccolma, per scrivere il testo di “Il Mondo” si fosse ispirato… a una famosa, antica canzone svedese. Gianni Boncompagni non compariva tra gli autori perché non era ancora iscritto alla SIAE. L’anno dopo, nel 1966, scrisse in italiano il testo di “But You’re Mine”, di Sonny e Cher, che Patty Pravo portò al successo come “Ragazzo triste”. Tornando al “Mondo”, appena Boncompagni capì che la canzone di Jimmy funzionava, chiese alla RCA per il suo intervento una decina di milioni, come anticipo sulle future royalties e con quella somma (siamo nella metà degli anni Sessanta… ) poté acquistare la sua prima casa a Roma.

Ma non c’è solo “Il Mondo” nelle corde di Jimmy Fontana. Fu artista poliedrico, autore, esecutore, cantautore. Ancora sua è la notissima “Che sarà”, giunta seconda al Festival di Sanremo del 1971. Non fu Jimmy, per una sorta di vicissitudini, a presentarla sul palco del salone delle feste del Casinò (si arrivò all’Ariston nel 1977), ma i Ricchi e i Poveri e José Feliciano. “Che sarà”, di nuovo, volò nei cieli internazionali della canzone, e dei botteghini.

 “Il Mondo”, “Che sarà”… Jimmy Fontana, dunque, non era un “onesto mestierante” della nostra canzonetta. Ma un grande. Basterebbero soltanto queste due canzoni per farlo entrare nell’empireo.

Agli uomini semplici – ed è soprattutto il merito che gli va riconosciuto – Jimmy ha lasciato un universale messaggio di ottimismo, come nel refrain della “sua” canzone: “Il Mondo / Non si è fermato mai un momento / La notte insegue sempre il giorno / Ed il giorno verrà…”.

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