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Ambiente

DISCARICHE DELL’AMIANTO

ARTURO BORTOLUZZI - 04/10/2013

Il presidente della Regione Lombardia e il sindaco del Comune di Varese sono stati da messi in allarme per la crescente presenza di discariche abusive, denunciate dalle Gev e anche da questo giornale.

Molto, in termini di controllo del territorio, anche finalizzato a scovare lo scarico abusivo, è stato fatto dalle Guardie ecologiche volontarie. Per quanto mi riguarda gli organi di informazione locale battono ogni giorno su questi tasti. Le discariche abusive preoccupano in relazione soprattutto, al materiale che contengono. E in molti casi questo risulta essere l’eternit, il cui possesso soggiace alla Legge regionale apposita che potrebbe risultare di difficile comprensione.

Com’era stata l’iniziativa dell’ex direttore dell’Asl di Varese, dottor Daverio, è davvero necessaria una capillare informazione del corpo sociale. L’Asl si è attivata in questo senso ed è disponibile a suggerire in qualunque istante i consigli del caso. La Legge regionale chiede anche ai Comuni di svolgere la maggiore informazione possibile.

Ma la presenza accresciuta di nuove discariche fa pensare che la gente non abbia capito il senso della legge. Molti, infatti, sbagliando, pensano che la notifica della presenza di amianto nella proprietà di ciascuno, ora che i tempi di una preventiva notifica sono scaduti (il 31 gennaio 2013) equivalga a un’ ammissione di reato. Ciò non è assolutamente vero. La semplice notifica del possesso di amianto non comporta alcuna sanzione, mentre rende il possessore di amianto non passibile di sanzione in caso di controllo.

La notifica è molto semplice da compilare e non bisogna di particolare competenza tecnica. Il Comune, oltre a informare, è chiamato anche ad attivare convenzioni per lo smaltimento dell’amianto in termini agevolati e ad agevolare a sua volta i cittadini nelle pratiche amministrative per lo smaltimento di questo rifiuto tossico.

Ciò detto, ho chiesto al sindaco di Varese quali iniziative siano state prese, sia per la informazione del corpo sociale, sia per agevolarlo burocraticamente, sia per attivare convenzioni agevolate. Passando dalla fase educativa e a quella repressiva, con mia meraviglia mi sono trovato a ribadire ora quanto avevo già segnalato in due occasioni, senza avere alcuna risposta.

Non sarebbe, infatti, il caso che il sindaco di Varese come ha fatto il sindaco di Bari nel 2011 emetta un’ordinanza volta a far considerare reato lo scarico abusivo di rifiuti?

Avevo proprio letto sul Sole 24 Ore la notizia interessante secondo cui il sindaco di Bari aveva emanato un’ordinanza per la quale “tutte le sanzioni riferite all’errato conferimento dei rifiuti a Bari sarebbero state equiparate a reati, fatta eccezione di quelle relative all’inosservanza dell’orario previsto per buttare i sacchetti nei cassonetti”.

Il sindaco ha dato così “una risposta concreta» a tutti i cittadini che vogliono vedere la città più pulita.” Quindi, chi butta sacchetti fuori dai cassonetti, chi non raccoglie i bisogni del proprio cane con la paletta, chi abbandona per strada rifiuti ingombranti non solo avrà una sanzione amministrativa, ma anche penale, cioè commetterà un reato.

Nella stessa ordinanza il sindaco ha conferito agli operatori dell’Amiu le funzioni di accertamento e immediata contestazione degli illeciti amministrativi in materia, per contrastare “on forza il fenomeno dello smaltimento illegale dei rifiuti sul territorio cittadino”.

“Si tratta di una di quelle questioni che abbiamo ritenuto di poter risolvere alla luce del testo dell’articolo 50 del Testo unico delle leggi sull’ordinamento degli Enti locali – aveva detto il sindaco di Bari –, considerando gli elementi relativi all’igiene urbana come rientranti nella nozione più complessa di sicurezza urbana, legata all’ordinato svolgersi della vita quotidiana della città”.

E ancora: “Per la prima volta nella storia della nostra città abbiamo conferito la possibilità di elevare sanzioni in materia di errato conferimento dei rifiuti direttamente a dipendenti dell’azienda per la nettezza urbana, l’Amiu. Si tratta di un provvedimento urgente che viene emanato dopo aver invitato la Regione Puglia a valutare l’opportunità di un provvedimento legislativo che regoli definitivamente la questione… Dal nostro punto di vista è opportuno che in questa materia le sanzioni siano elevate oltre che dalla Polizia Urbana anche dal personale Amiu, che patisce direttamente la scorrettezza dei comportamenti dei cittadini”.

Ho portato quest’esempio alla città di Varese e in Regione Lombardia cui ho proposto di emettere una Legge per affrontare il problema prima che diventi troppo grande.

Al sindaco di Varese ho chiesto anche quante notifiche siano state fatte da privati circa il possesso di manufatti in amianto e quanto risulti essere l’ammontare perché l’ente pubblico possa intervenire per salvaguardare i privati.

Per quanto riguarda i finanziamenti agli enti pubblici, ho poi chiesto al presidente regionale quando si intenda promuovere un nuovo bando di concorso perché gli enti pubblici possano provvedere allo smaltimento e alla verniciatura dei manufatti in amianto.

Ritornando a una questione a me cara, ho pure chiesto con cortesia al primo cittadino del comune di Varese di attivarsi nei confronti dei comuni dell’intera area perché possa essere portata in Regione una proposta unitaria di più comuni per la risoluzione del problema amianto.

Tutti i comuni lombardi, soffrono per la presenza di amianto e tutti ambiscono ad avere dei contributi regionali. Se invece si fosse in tanti a formulare una proposta coordinata, come auspico, questa potrebbe avere maggiore favore di un’altra presentata da un Comune singolo.

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