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Chiesa

LA LUCE VERA

MASSIMO CRESPI - 17/12/2011

Veniva nel mondo
la luce vera,
quella che illumina ogni uomo.
Egli era nel mondo,
e il mondo fu fatto per mezzo di lui,
eppure il mondo non lo riconobbe.
Venne fra la sua gente,
ma i suoi non l’hanno accolto.
A quanti però l’hanno accolto,
ha dato potere di diventare figli di Dio: a quelli che credono nel suo nome,
i quali non da sangue,
né da volere di carne,
né da volere di uomo,
ma da Dio sono stati generati.
E il Verbo si fece carne
e venne ad abitare in mezzo a noi; e noi vedemmo la sua gloria,
gloria come di unigenito dal Padre,
pieno di grazia e di verità.
(Giovanni, capitolo 1, versetti 9-14)

 

Se si incontrasse Dio lo si potrebbe riconoscere chiaramente, perché sarebbe come fare esperienza di qualcuno la cui faccia fa nascere la più completa fiducia nei suoi riguardi; come quella di un vecchio barbuto che sorride dei suoi tanti natali vissuti in contemplazione di un mondo che gli è cambiato davanti tante e tante volte, e lui se ne è sempre rallegrato, preoccupandosi solamente che non si facesse male nessuna delle tante, tante persone che gli sono passate dinnanzi. Quel vecchio mite e simpatico che non nega mai la sua attenzione e con il quale ci si può fermare per parlare e sognare, è colui che nel passato creava con le sue mani qualunque cosa serviva; lo faceva con perizia, amore e sollecitudine. Quel vecchio che vediamo camminare sul viale della città spogliata dal freddo, gelata nel cuore, mentre sbuffa l’aria calda del suo fiato che profuma d’antico, quella specie di vecchio, potremmo riconoscerlo come Dio.

Se ci avvicinassimo, scopriremmo che quel vecchio cerca una persona; una persona che l’ha chiamato, però poi non si è più fatta trovare; eppure gli sembrava bisognosa d’aiuto, disperata. La cerca ancora perché sa cosa le serve per ritrovare la fiducia; possiede un bene che le cederebbe volentieri, regalandole il rimedio buono per il suo tempo. Quel modo di fare del vecchio ci sarebbe gradito, nonostante la sua particolarità. Ci tratterremmo piacevolmente con lui, scoprendone la vitalità, scoprendo quant’è forte… È Natale, e di questi tempi siamo pieni di vecchi rompiscatole con la barba bianca che cercano persone, certi di risultare benvenuti! Ma non è così…

Quando si incontrasse Dio lo si potrebbe vedere come qualcuno che guardiamo tutti i giorni, qualcuno di cui siamo sicuri di conoscere tutto, che pensiamo ci abbia già detto tutto, ma di cui non sappiamo molto. Quel bambino che scorrazza nel negozio di giocattoli, raggiante per ciò che può osservare, e che sicuramente papà gli vorrà acquistare, lo si potrebbe magari vedere con il suo stesso sguardo; con l’espressione felice dovuta al pensiero che si può ricevere tutto, proprio tutto ciò che desideriamo dal mondo, che ci invita a gioire dei doni che concede… Ma non dobbiamo credere sia tanto facile e semplice: la vita non la decide babbo natale ma noi, con la nostra volontà, talvolta al prezzo del nostro sangue. E quindi, da adulti, facciamo le persone serie e responsabili, perché non c’è proprio niente da ridere. E quel bimbo s’illude se crede così…

Qualora si incontrasse Dio gli si potrebbe tenere compagnia. Quel giovane clochard che dorme dentro un sacco nell’androne della stazione, per esempio, non somiglia a Gesù Cristo? Come si chiama? Non ce lo ricordiamo mai. Il suo nome è Emanuele, e magari gli andrebbe di fermarsi insieme a noi… Però no… non crediamo… no!

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