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Attualità

LE RADICI VARESINE DEL FAI

GIANFRANCO FABI - 14/03/2014

Sono passati quasi quarant’anni e da quel coraggioso seme gettato proprio a Varese si è sviluppata una delle iniziative più significative per la cultura italiana. Parliamo del FAI, il Fondo Ambiente italiano, che è stato ideato e creato nell’aprile del 1975 e presentato nelle stanze di Villa Cicogna Mozzoni a Bisuschio. Padrini di quell’evento innanzitutto Giulia Maria Mozzoni Crespi, una grande personalità appartenente alla famiglia in imprenditori tessili che negli anni del Dopoguerra ebbe anche la proprietà del Corriere della Sera. Insieme a lei l’avvocato Alberto Predieri, Franco Russoli, sovraintendente di Brera, e l’architetto Renato Bazzoni, che ricoprì per lunghi anni l’incarico di segretario generale e che fu il grande motore del Fondo, appassionato e determinato. Bazzoni è scomparso a 74 anni nel 2010, ancora in piena attività, e le sue spoglie riposano nella Chiesetta del Monastero di Torba, il primo sito di quelli salvati, restaurati e riaperti al pubblico da FAI.

È  stato proprio da quel Monastero nella valle dell’Olona, nel comune di Gornate, che partì l’avventura del FAI. Fu infatti Bazzoni a fare visitare quelle mura in rovina a Giulia Maria Mozzoni Crespi, che l’anno prima aveva ceduto la proprietà del Corriere ad Angelo Rizzoli, e a convincerla a mettere disposizione la somma necessaria per acquistare il complesso monumentale. Da quel momento la Fondazione cominciò ad acquisire, grazie alle donazioni, abbazie, castelli, ville, boschi e tratti di costa, sottraendoli alla speculazione e all’abbandono, recuperandoli e aprendoli al pubblico.
L’idea del FAI era nata sull’esempio del National Trust inglese, un’associazione del tutto privata, che dal 1896 “lavora, come afferma lo statuto, per preservare e proteggere le coste, campagne e costruzioni di Inghilterra, Galles e Irlanda del Nord”. Il National Trust ha acquisito nel corso dei decenni centinaia di siti, e attraverso la cura, la conservazione, l’educazione e l’informazione, ha incoraggiato milioni di persone a godere del loro patrimonio nazionale.

Il FAI ha seguito questa strategia e non è un caso se alcuni tra i principali monumenti che ora fanno parte del suo patrimonio sono in provincia di Varese. Ovviamente il monastero di Torba, ma col tempo sono passati sotto la tutela del FAI la villa Della Porta Bozzolo a Casalzuigno, Villa Panza a Biumo Superiore, la Torre di Velate. Il 22 e 23 marzo, come è ormai tradizione, il FAI organizza le Giornate di primavera curando l’apertura non solo dei propri siti, ma anche di molti altri beni artistici e ambientali (il programma e i luoghi si possono trovare su www.fondoambiente.it).

Il FAI è uno dei più significativi esempi di come sul fronte della cultura sia possibile e necessario l’impegno congiunto dello Stato e dei privati. In un’ottica non di supplenza, ma di integrazione e soprattutto di sviluppo di una sensibilità verso quanto di bello c’è nella natura e nell’arte.

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