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Attualità

RISCHIO CREPE ALL’IMMACOLATA

SERGIO REDAELLI - 04/04/2014

L’Oratorio dell’Immacolata Concezione

Gentile Soprintendente, le scrivo perché a Varese stanno accadendo fatti nuovi rispetto al contestato progetto dell’autosilo alla Prima Cappella. Sicuramente avrà letto le cronache dei giornali, tuttavia mi permetto di riassumere la situazione sperando che lei trovi il tempo e l’interesse per rispondere. Dunque, sul progetto sono stati espressi nelle ultime settimane autorevoli punti di vista. Contro l’ipotesi del parcheggio hanno parlato enti e personaggi degni d’ascolto e si è costituito un comitato di cittadini che vuole fermare l’opera. La Prealpina, la Provincia e Varesenews dedicano intere pagine all’argomento, si raccolgono firme contro il progetto e Legambiente s’interroga: “Perché il Comune non sposta le risorse dal progetto del parcheggio al potenziamento del trasporto pubblico e della funicolare che è in passivo?”.

L’architetto Ovidio Cazzola predica nel deserto che “il parcheggio deve essere ricavato a Varese e da lì, con i mezzi pubblici, si deve poter salire al Sacro Monte” e il fotografo e art-director Paolo Zanzi invita a “ripensare l’uso delle auto nei luoghi d’arte e dello spirito; per un parcheggio si deve spendere il meno possibile e soprattutto bisogna toccare la montagna il meno possibile”. Un avvertimento da prendere in considerazione giunge dall’ingegner Arturo Redaelli, titolare dello studio tecnico associato che coordina da trentacinque anni la manutenzione ordinaria e straordinaria della Via Sacra (si occupò anche della costruzione degli ascensori alla terrazza del Mosè): “Le vibrazioni prodotte dall’uso d’esplosivi per sbancare la roccia potrebbero danneggiare la chiesetta dell’Immacolata. Già con monsignor Macchi fu necessario intervenire con piccoli rinforzi perché si erano aperte delle crepe”.

Il direttore della Fondazione Paolo VI per il Sacro Monte, Sergio Giorgetti, rileva che “il preventivo iniziale di un milione 400 mila euro ha subito una revisione dei costi prima ancora di iniziare e siamo già arrivati a tre milioni di euro” e il presidente degli Amici del Sacro Monte Ambrogina Zanzi si chiede “perché non realizzare l’opera in piazzale Montanari dove il cantiere creerebbe un limitato disturbo, i costi sarebbero notevolmente inferiori e il raccordo con il percorso pubblico verso la funicolare sarebbe immediato?”. Perfino il fondatore della Protezione Civile Giuseppe Zamberletti, sacromontino doc, si è detto contrario al parcheggio. Le risparmio i pareri delle varie forze politiche che potrebbero anche essere ispirati da interessi elettorali. Qualcuno di essi comunque fa riflettere: “È meglio aprire i parcheggi a valle, potenziare i mezzi pubblici e finanziarli con un ticket d’accesso per le auto private, tranne quelle dei residenti”.

Amministrare la cosa pubblica richiede anche la capacità di tenere conto del punto di vista di chi non amministra, quando si tratta di persone degne d’attenzione e di rispetto. Tutti hanno sotto gli occhi lo scempio della Varese – Arcisate – Stabio con i lavori desolatamente fermi da mesi per colpa della presenza d’arsenico nel terreno, che era doveroso accertare prima di dare mano ai lavori. Intanto la Valceresio è sventrata, molte case isolate e gli abitanti infuriati. Purtroppo si è dovuto spesso constatare il pressappochismo della classe politica e amministrativa, troppo incline a prendere decisioni forti e immediate dal forte sapore elettorale. Nel caso del Sacro Monte si parla di un bene caro a tutti i varesini, fedeli e no; e purtroppo, questa è la realtà, non ci si fida più di certe decisioni imposte dall’alto da una classe politica che troppo spesso ha tradito le attese.

Le chiedo se non sia il caso di fermarsi un attimo a riflettere prima di ferire la montagna con le ruspe, con le lame d’acciaio o con gli esplosivi. Proprio l’ingegner Redaelli (nessuna parentela con chi scrive) ha ricordato in un’intervista un delicato aneddoto che la riguarda a proposito dei lavori sulla gradinata che sale dalla terrazza panoramica al santuario: “Aspettiamo il sopralluogo del Soprintendente Stolfi per rifare i ciottoli spaccati e le alzate in beola e in sasso che sono rotte – ha detto l’ingegnere – Qualcuno ha chiesto anche d’installare i corrimani in quel tratto impegnativo per chi sale, ma Stolfi ha risposto che se il Bernascone non li ha messi, non sarà certo lui ad autorizzare l’aggiunta di corpi estranei”. La città confida in lei.

 

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