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Cultura

IL LIBERTY A LAVENO

ROSALBA FERRERO - 02/05/2014

Sino all’11 maggio è possibile visitare al MIDeC di Cerro di Laveno la mostra Arte, industria e Belle Époque. Declinazioni del Liberty varesino da Angelo Poretti in poi. L’interessante percorso espositivo spazia tra cinquanta vassoi in ceramica di proprietà di un collezionista privato, otto tele di Vincenzo Morlotti, numerosi manifesti pubblicitari di Ludovico Cavalieri, e si conclude con il servizio da birra del Costantini e, ovviamente, con i pezzi della permanente del Museo. È evidente la volontà di documentare e valorizzare le espressioni del Liberty varesino nelle arti figurative e nell’architettura: lo prova la concomitante presentazione del libro di Pietro Macchione “Angelo Poretti & C.” che racconta la storia della birreria e degli imprenditori che permisero l’avventura della fabbrica in Valganna.

Gli ultimi due decenni dell’Ottocento sono stati caratterizzati da un periodo di pace prolungata tra le nazioni europee, da notevoli progressi delle scienze e della tecnica, da un rapido sviluppo industriale che ha permesso la produzione in serie, riducendo i costi e moltiplicando le vendite: si è verificato un innalzamento generalizzato del tenore di vita e si è fatta strada l’idea ottimistica di vivere in un’epoca privilegiata di cui non si vedeva la fine. È un momento magico, èla Belle Epoque, che si esprime con un linguaggio artistico totalmente innovativo, declinato con caratteristiche peculiari nei vari paesi europei: Art noveau, in Francia, Liberty o Stile Floreale in Italia, Modern Style In Inghilterra, Jugendstil in Germania, Sezessionstil in Austria.

Anchela Manifattura Ceramicadi Laveno all’inizio del XX secolo potenzia il settore industriale e inizia una produzione nuova di oggetti d’arte sposando gli stili e i motivi ispiratori dell’Art Nouveau. Autentici elementi di rottura con la tradizione sono i piatti i vasi le tazze realizzati in ‘terraglia forte’ col metodo ‘a colaggio’ tutti decorati con sinuosi arabeschi e motivi floreali inconfondibili. Di questa produzione, che arricchì molte abitazioni italiane, si possono ammirare alcuni esemplari grazie a una collezionista fiorentina che con generosità ha messo a disposizione del MIDeC parte della sua collezione di oltre 300 pezzi: sono esposti cinquanta vassoi in ceramica color panna che si differenziano per le decorazioni, soggetti floreali e arabeschi stilizzati tipici dello stile floreale, e per le incastonature in supporto metallico con manici che rendono agevole l’utilizzo domestico. Sono oggetti di produzione seriale, ma la varietà delle decorazioni e delle incastonature rendono ogni oggetto un pezzo unico, di notevole eleganza e grazia, e confermano la validità del binomio arte- industria, che si è sviluppata nel Novecento.

A Laveno la produzione seriale è assurta a vertici di pura arte grazie all’opera di architetti e pittori assunti dall’azienda. Celeberrimo è il vaso Spertini realizzato in terraglia monocroma prodotto industrialmente in tre varianti di colore: porpora blu o verde, con incastonatura metallica, anch’essa prodotta industrialmente, che pare avvilupparsi al vaso come un intricato gioco di rampicanti è il famosissimo ‘colpo di frusta’,

Nella sezione dedicata alla produzione in ceramica e terraglia, accanto ai pezzi prodotti nel periodo Liberty sono posti pezzi più recenti come il servizio da birra del 1960, denominato Castelli italiani. Brocca e boccali realizzati a colaggio in terraglia forte, decorati a stampa calcografica con soggetti diversi evidenziano la raffinatezza del segno e l’abilità tecnica dell’autore, Marco Costantini maestro nell’ottenere l’effetto sfumato e passaggi tonali utilizzando la tecnica del ‘punteggiato’: rifinisce l’incisione della lastre di rame con uno speciale punzone a più punte; gli strumenti che hanno permesso la realizzazione del servizio, la modellistica in gesso e le lastre in rame per la decorazione sono presenti in mostra..

Ampio spazio è dedicato ai manifesti pubblicitari che Angelo Poretti commissionò al pittore Ludovico Cavalieri per reclamizzare la birra da lui prodotta. I soggetti, che verranno riprodotti su piastrelle realizzate dalla Ceramica di Laveno, sono paesaggi lacuali e agresti del varesotto, figure muliebri morbide e sinuose: la resa dei disegni, i colori sono prettamente liberty. La storia della ceramica si intreccia strettamente con quella del birrificio di Induno, come è narrato nel volume di Macchione.

Suggestive le grandi tele dipinte a olio tra il 2001 e 2014 da Vincenzo Morlotti; il pittore, realista immaginario, riproduce immagini ‘fotografiche’ dello stabilimento Poretti di Induno, costruito secondo i dettami dello Jugendstil dalla Bihl & Woltz che univa nella progettazione degli opifici l’eleganza alla funzionalità. Nelle tele di Morlotti gli edifici industriali sono parte del paesaggio naturale: illuminati dalla luna e contornati dalle Alpi hanno aspetto elegante volutamente difforme dagli esempi dell’architettura industriale grigia e fumosa di Sironi.

La storia del birrificio è narrata nel libro di Macchione Angelo Poretti & C presentato a latere della mostra. Il testo agile e accattivante narra l’avventura iniziata nel 1877 quando la ‘fontana degli ammalati’ della Valganna incontrò Angelo Poretti e iniziò a fornire la sua limpida acqua al neonato birrificio. Numerosi scatti d’epoca, le cronache del tempo, i progetti di edificazione in puro stile Jugendstil del birrificio e in stile Liberty della palazzina direzionale, realizzata nel 1903 su progetto dell’architetto Stracchini, la narrazione dello sviluppo e ldela crisi dello stabilimento, il passaggio della proprietà ai Bassetti prima e alla Carlsberg poi, gli scatti di Lies Paardekooper e la celebrazione scritta da Piero Chiara per il centenario, offrono un ampio tassello alla costruzione della storia dell’industria e dell’ arte varesina.

Arte, industria e Belle Époque. Declinazioni del Liberty varesino da Angelo Poretti in poi. MIDeC di Cerro di Laveno. 12 aprile- 11 maggio 2014 

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