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Lettere

DISPONIBILITÀ A CONFRONTARSI

- 22/08/2014

Ho seguito in questi giorni, sebbene assente da Varese, il dibattito mediatico  relativo all’abbattimento dei cipressi nei Giardini Pubblici. Credo che, a monte di qualsiasi riflessione politica, partitica o di schieramento, sia doveroso anteporre il significato che sempre assumono gli interventi dei cittadini rispetto alle vicende che coinvolgono la città. La scelta dei varesini di riunirsi in movimenti spontanei è sempre segno di un interesse per quanto accade e quindi ritengo sia limitativo ascriverla, quando si verifica,  a mero interesse personale, preelettorale nel caso specifico.  Allo stesso tempo ho apprezzato la decisione presa due giorni fa del Sindaco di “fermare il tutto” in attesa di una riflessione ponderata della Giunta, considerandola la giusta ed equilibrata posizione di un amministratore che riconosce valore alle domande dei sui cittadini.  Ora auspico che lo stesso equilibrio il Sindaco Fontana saprà metterlo evitando qualsiasi scontro diretto (allora, sì, sarebbe entrare nel gioco preelettorale) e accettando invece di confrontarsi pacificamente e costruttivamente con i cittadini.

In diverse occasioni l’Amministrazione ha potuto constatare (mi riferisco a questi ultimi tre anni di legislatura locale)  come alcune tematiche ambientali siano molto care ai varesini. Indipendentemente dalla loro storia politica e alle loro attuali scelte di schieramento. Su questo terreno sarebbe utile e positivo che la Giunta –  e il Sindaco in primis –  evidenziassero la disponibilità al confronto, all’ascolto e alla scelta di progetti condivisi. Un passo verso quello che, a mio modesto avviso, sarebbe l’espressione più alta della democrazia e cioè il “bilancio sociale e partecipato”. Che rappresenta il modo migliore per rendere ciascuno attivamente responsabile del destino del territorio in cui si vive. Questa dei cipressi dei giardini rappresenta quindi l’ulteriore opportunità che i cittadini mettono nelle mani dell’Amministrazione per costruire davvero assieme il bene comune.  Almeno, se fossi sindaca di questa città,  la vedrei così questa situazione apparentemente solo conflittuale, in realtà occasione potenzialmente ricca di impostare un modo diverso di collaborare con le tante ricchezze umane, professionali, culturali presenti in città.

Luisa Oprandi

 

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