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Garibalderie

VARESE (TROPPO) FELIX

ROBERTO GERVASINI - 26/09/2014

vareseVent’anni di salita sono tanti e si sentono tutti. In questo sempre più insignificante borgo di Varese, i temi alla ribalta sono recentemente stati: la cittadinanza onoraria da togliere a Mussolini, quella da dare a Berlusconi, cambiare nome a Villa Toeplitz, intitolare un giardino alla Resistenza, i tombini coperti di foglie e sabbia, sedici cipressi nel giardino degli Estensi, tre tigli da segare per il parcheggio interno di Villa Mylius, tre pini strobi segati intorno a ferragosto alla Scuola Pellico, quattro alberi segati sempre in agosto, in piazzale Montanari alla Prima Cappella, con la piazza stracolma di auto e di turisti già arrivati con un anno di anticipo per Expo.

A venire, si farà a botte per i Liriodendron tulipifera, questa volta americani, ma solo del Nord, piantumati in centro e che tra dieci anni saranno alti trentacinque metri. La chiusura al traffico delle vie Rossini e Donizetti è costata un anno di lotte mentre a Roma chiudevano i viali dei Fori Imperiali in una settimana.

Se sopravviviamo ancora qualche tempo ci sarà da ridere per piazza Podestà con alberi posti a due metri da vetrine e finestre per far soffrire le piante e anche i varesini che abitano lì. Poi segheranno l’abete di Piazza Monte Grappa; segheranno i cedri, belli e sani di piazza Repubblica… E poi e poi e poi. Non si sa chi abbia avuto l’idea di chiamare l’assessore al Verde – il soprannome furoreggia nei social network – Accetta nera.

Insomma, i “grandi progetti” e il dibattito vertono su questo, che è quanto passa il Convento. E i varesini, specie coloro che non hanno votato una tale rappresentanza, devono stare in silenzio?

Certo, si è fatto tantissimo, conveniamo: il nuovo teatro Conte Radetzky è stato appena inaugurato; la Biblioteca ed Emeroteca con sala della musica nella ex caserma Garibaldi, oggi Umberto Bossi, è aperta; il trambus da Esselunga di Masnago, sempre molto bene illuminata, raggiunge l’Iper Belforte passando da Lidl-Giardini sospesi, Conad, Carrefour 1, Billa, Famila, Carrefour 2 di Bizzozero, Ospedale psichiatrico. La riqualificazione dell’area Aermacchi è un problema ormai risolto.

Che dire? Siamo estasiati dell’avanguardistica pavimentazione di piazza Monte Grappa col pavimento in color verde padania macchiato come il caffè di chewing gum; è arte gestuale che ci rimanda anche, se vogliamo, agli anni ‘60, alle scatole del Manzoni, il Piero.

Ma il miracolo vero sta nella ritrovata balneazione del lago di Varese limitatamente al lido della Schiranna. La balneazione è riservata, è vero, solo agli africani (dumà par i negher). Ma non dimentichiamoci poi le panchine monoposto di via Dandolo di modello francese, decisamente anticoncezionali.

Sono tornate le folle sulle Funicolari, oggi tre, col nuovo tratto che scende a Rasa, vicino al nuovo ponte che permette il passaggio di grossi camion provenienti dalle storiche e riaperte cave Rasa-Brinzio, Bevera, Candoglia, ma anche Forte dei Marmi, tutte di proprietà dello stesso magnate.

Non va sottovalutato il fatto che di fronte a un calo costante della popolazione residente del capoluogo, forse arrestato, speriamo definitivamente dalla recentissima abolizione della Tasi, si è ripopolato l’abitato di Santa Maria del Monte, per ora solo per l’incremento delle presenze delle romite ambrosiane di clausura. Con operazione di stampo decisionista (semm mia chì a petenà i bàmbul) si è proceduto alla trasformazione della pista ciclabile di viale Belforte in parcheggio auto gratuito per agevolare l’ondata di turisti svizzeri: siamo Land of Turism o no?

Il bunker parcheggio alla Prima cappella è stato destinato definitivamente a rifugio antiaereo in vista di un’invasione delle truppe Confederali svizzere destinando al contempo la linea Cadorna della Prima Guerra mondiale a parcheggio auto per turisti che dopo l’inaugurazione della settima pista a Malpensa con terminal a Cazzago Brabbia, sono tornati numerosi al punto di far pensare di coprire la palude per gli auto hub parking.

Varese è ormai tornata ai vecchi splendori, il futuro sta nei servizi e nel turismo, la produzione la lasciamo ai cinesi, albanesi, romeni, e le badanti possono essere solo ucraine e guadagnino pure come un laureato di quarant’anni ancora precario.

Noi non dobbiamo più sporcarci le mani e dobbiamo esser ottimisti come non mai: “L’Italia sarà più grande e più bella che pria”, disse il presidente del Consiglio dei Ministri, il Matteo Renzi; pardon, il Nerone di Petrolini, l’imperatore che distribuiva olio e pane alla vile plebaglia. Oggi, con cambio Uic, i sesterzi, sono circa 80 euro al mese. Vinceremo!

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